RINGRAZIAMENTO LAPIDE MOLO
Ritengo doveroso rivolgere un particolare ringraziamento al vice-presidente del Circolo Culturale Gigliese Domenico Solari e al socio Gabriello Galli (che ha proposto l'iniziativa) per il restauro della lapide granducale sul molo di levante di Giglio Porto, ormai illeggibile a causa del tempo e dell'erosione salmastra delle lettere del testo. A titolo di cronaca, la volta precedente un analogo lavoro fu svolto spontaneamente dal nonno di Gabriello, Francesco Ansaldo, ormai mitico comandante della “Lupa”.
L'operazione, come sempre succede nell'ambiente gigliese, si è anche trasformata in un simpatico momento di socializzazione, nel senso che tutti quelli che passavano commentavano e davano consigli. Particolarmente utili si sono rivelati quelli del vecchio lupo di mare Argentino Pini, sulla opportunità di legare la punta del pennelletto per evitare sbavature e di appoggiare il polso su una bottiglia vuota per limitare il fisiologico tremolio della mano. Interessanti anche i commenti di Aristide Miliani sui confronti con il precedente intervento.
La lapide originaria, andata distrutta, si trovava sulla porta dell' ufficio di Sanità marittima, ancora presente in quell'angolo di molo fino ai primi del '900. Fu apposta in occasione del restauro del primo braccio di molo nell'anno 1796. Quella attuale fu ripristinata, dal Circolo Culturale Gigliese, il 1° maggio del 1982.
Oltre a costituire una preziosa documentazione storica, la lapide testimonia la particolare attenzione da parte dei Granduchi di Toscana per le necessità della vita quotidiana dei pescatori gigliesi. La preoccupazione del principe regnante si manifestava infatti non tanto per le navi o i grossi bastimenti, ma addirittura arrivava a una quasi affettuosa protezione delle barchette (TUTANDIS CYMBYS) con lavori di restauro del molo non pagati dalle casse dello Stato, ma con denari di tasca propria (PECUNIA SUA).
A conferma di quanto detto, in alcuni interessanti documenti recentemente trovati all'Archivio di Stato di Firenze, viene documentato un infortunio sul lavoro di un Gigliese durante i lavori di restauro del molo del 1796 cui conseguì una grave invalidità a una gamba e, in un'epoca di scarse o quasi nulle coperture assicurative, la supplica al Granduca per il relativo indennizzo ebbe invece buon esito.
Il presidente
Armando Schiaffino
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