Una volta a riva un folla di curiosi si è radunata attorno al corpo senza vita dello squalo, ammirandone la figura imponente e l’aspetto alquanto inquietante; da una prima analisi pare si tratti di un esemplare di Squalo Capopiatto, la specie di grandi squali più diffusa nel mar Mediterraneo.
L’animale, su disposizione del Centro didattico di Biologia Marina dell’Argentario, è stato depositato presso la discarica comunale in attesa di poter smaltire la carcassa tramite l’intervento di una specifica ditta.
Come si può notare dalle foto lo squalo non presentava alcun segno di decomposizione né ferite rilevanti, e fra i denti stringeva ancora un grosso nasello frutto della sua ultima caccia.
Qualcuno ipotizza che lo squalo si trovasse sulla rotta di Alessandro durante le ultime miglia della sua traversata, e già potremmo immaginare titoloni a sei colonne del tipo “NUOTA TRENTA ORE DI FILA PER SFUGGIRE AD UNO SQUALO” oppure “GIOVANE NUOTATORE TRAVOLGE E UCCIDE UNO SQUALO”; a noi piace pensare che l’animale, incuriosito da questo strano “passante”, lo abbia inseguito fin sotto le coste del Giglio, per poi cedere sfinito quando si è reso conto che Alessando avrebbe nuotato all’infinito...
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