Sono appena finite le vacanze natalizie e come ogni anno ci risiamo.
Mai però come quest’inverno la condizione generale dell’isola appare lampante: il Giglio si sta inesorabilmente spegnendo!
Mi ricordo, con un certo rammarico, i tempi in cui frequentavo le scuole superiori e si facevano carte false per tornare a casa e passare anche solo il fine settimana con gli amici e la famiglia.
Chi, infatti, come me era costretto a studiare lontano da casa doveva fare parecchi sacrifici per ritornare al Giglio.
Mi ricordo le belle serate passate ai Lombi, quando in un normale sabato invernale si faceva la fila per entrare.
Correva la fine degli anni 80 e poche persone avevano il privilegio di possedere la casa a Grosseto. E chi come me studiava in un collegio ogni volta che rientrava a casa, si sentiva ancor più coccolato.
Poi la “moda” della casa a Grosseto e così intere famiglie trasferite in città per permettere ai figli di ricevere un’istruzione adeguata. (Anche se penso che chi ha studiato in collegio come me, non sia stato da meno).
Non voglio con questo criticare chi, con grandi sacrifici, ha investito in un appartamento in città.
Fatto sta che negli ultimi anni la situazione dell’inverno è critica, quasi disperata.
Ora la probabile istituzione dell’Area Marina Protetta che ci relegherà ancora di più ad un isola di serie B, anzi di terza categoria. Un’isola per pochi eletti.
E, allacciandomi a questo discorso, trovo di una gravità assoluta la mancata convocazione del consiglio comunale.
L’amministrazione che si prometteva aperta alle richieste della popolazione, si dimostra sorda e  insensibile e dopo aver rifiutato un confronto democratico nella  rubrica “in linea con il sindaco”, ora respinge al mittente anche la richiesta di convocazione di un consiglio comunale.
Lo ripeterò all’infinito: non mi sento parte di nessun schieramento politico, ma chi è amministratore è soggetto a critiche che devono soprattutto servire da stimolo a far meglio e non da scusante per isolare ancora di più l’amministrazione stessa dalla realtà sociale.
E visto che l’amministrazione non lo indice, io, il consiglio lo do: cercate di riportare al Giglio i giovani. Si, esatto, i giovani in passato tanto bistrattati, non magari quelli che andavano a dormire col sacco a pelo sui trioni, ma gente rispettosa e vogliosa che crede nel puro e sano divertimento.
Vent’anni fa, in estate, c’erano quattro discoteche che lavoravano a pieno ritmo, ora ne è rimasta una. Qualcosa sembra non andare, o sbaglio? La totale mancanza di iniziative a favore di un’intraprendente politica giovanile ha quindi fatto precipitare la situazione.
Non voglio con questo colpevolizzare chi da pochi anni è al timone dell’amministrazione comunale. La situazione va infatti studiata in maniera più approfondita.
Sono ormai troppi anni che il contesto socio economico del Giglio ha subito un inversione di tendenza e sarebbe quindi inutile e controproducente incolpare questo o quell’altro.
Certo non ho la pozione magica, ma magari organizzando manifestazioni (vedi la splendida festa di Capodanno) per prolungare la stagione (serate a tema, mostre, sagre,eventi, concerti, tornei di calcio o calcetto o anche una semplice quadriglia ogni tanto o magari solo parlarne) si potrebbe avere, oltre che un riscontro economico, anche un ritorno d’immagine che purtroppo negli ultimi anni abbiamo perso.

Saluti.
ROBERTO PINI