Abbiamo cercato per giorni di comunicare al mondo che la rotta effettuata da Costa Concordia nei minuti successivi all'impatto non era quella che proponevano i grandi giornali o network nazionali. Abbiamo tracciato una ricostruzione "artigianale", attraverso le testimonianze di testimoni oculari, che solo grazie all'attenzione ad essa dedicata da Monica Giandotti, inviata di Matrix, è stata diffusa nella trasmissione di Canale 5.
Oggi, a conferma della correttezza della nostra ricostruzione, arriva il tracciato disegnato dalle rilevazioni satellitari.
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Va bene Sig.Marchesi, penso che lei abbia ragione ma quello che dice mi conforta e mi da' ulteriore fiducia. Certamente che la T/M dovrebbe avere una precisa mappatura del fondale dov'e' appoggiata/incastrata la nave e tutte le carte della nave stessa. Altrimenti come diavolo avrebbe potuto fare quello staff spaziale di ingegneri a sua disposizione a congegnare nel dettaglio il sistema di sostegno tiro e appoggio a base di piattaforme subacquee e di cassoni di zavorra e galleggiamento che si intravede nella planimetria di accompagnamento alla relazione settimanale sui lavori presentataci da GiglioNews in altro post?
Cio' non toglie che mentre con una mano incrociamo le dita con 'altra possiamo cliccare e digitare per dire la nostra.
Saluti cordiali.
Si, interessanti queste divagazioni ingegneristiche. Peccato che nessuno di noi ha dati certi sui quali lavorare. L'Armatore e la ditta di recuperi invece hanno tutto, dai disegni originali Fincantieri agli studi sul fondale.
Forse qualche sub locale potrebbe aiutarci a capire la conformazione dei due punti d'appoggio della nave, ma rimarrebbero chiacchere di fronte ai dati in posseeso alle ditte...
Per questo continuo a sostenere che possiamo solo stare a guardare con le dita incrociate.
[quote name="Attilio Regolo"]E comunque ancora, e mi scuso per questo continuare il mio soliloquio senza interlocutori...[/quote]
Gentilissimo Prof. Regolo, io leggo sempre con estremo interesse ogni cosa che Lei scrive; l'ommessa risposta a molti Suoi interventi è conseguente alla mancanza di argomentazioni illuminate da esporre.
Ancora e per l'ennesima volta, mi trova concorde, questa volta sugli interrogativi circa il reale aggrappamento di Concordia agli scogli su cui poggia. Pensare di ruotarla semplicemente "strappandola" con un tira/spingi mi pare una soluzione molto ottimistica. Per me è incomprensibile in questa fase la funzione dei cassoni, anzi, pieni d'acqua finiranno per "inchiodare" ulteriormente Concordia sugli scogli. Resto convinto che la soluzione "sicura" per rimuovere Concordia è sollevarla da sotto. Con opportuni serbatoi di spinta (non importa se i "miei" cuscini o altro) oggi il problema sarebbe già stato risolto. Hanno preferito questa soluzione, vedremo come andrà a finire. Ognuno ha le sue aspettative: i Gigliesi rivogliono la loro isola, gli ambientalisti il parco, io ... Concordia rimessa a nuovo, nel frattempo però, il sospetto è che "al solito" ci sia qualcuno che in questa catastrofe ha trovato la gallina dalle uova d'oro e quindi cerchi di prolungare in recupero all'infinito.
Saluti ammirati, F.P.
[quote name="Alberto Marchesi"]Uno spunto di cosa fanno " gli altri" con le navi:
http://www.ssrotterdam.net/
Da noi non si riesce neanche a salvare una lancia della T/n Rex, figurarsi una nave intera![/quote]
Basta girare per i porti del resto d'Europa per trovare ogni genere di battello, dai piu modesti pescherecci ai rimorchiatori, flottiglie di sommergibili, mercantili di ogni genere, navi faro, c'è veramente di tutto. Da noi non si è riusciti a salvare l'ultimo transatlantico della flotta Italia (l'Augustus demolito un paio di anni fa). Curiosamente tra i pochi esempi di salvataggio anche da noi ci sono un paio di sommergibili di cui uno, il Totti, "emerso" in quel di Milano.
Questo l'ho visto varie volte
http://www.port-musee.org/
Saluti, F.P.
Cerco di spiegarmi meglio in merito al problema cruciale dell'appoggio/incastro del fianco sommerso della Concordia sugli speroni rocciosi del fondale e del conseguente sforzo di tiro da applicare sul fianco emerso al fine di provocare il primo rotolamento della trave/neve attorno al ginocchio sommerso di destra della chiglia.
Perche' se si tratta di una semplice rientranza imbozzatura della lamiera di fiancata senza sfondamento da parte degli speroni di roccia sommersa sarebbe un conto mentre se fossimo invece in presenza di sfondamento con relativo accartocciamento del bordo di lamiera attorno allo sperone sarebbe una cosa assai diversa dipendente dal grado di penetrazione e dalla conformita' geometrica del foro di sfondamento potendo cio' determinare un notevole aumento dello sforzo di tiro di rotolamento necessario per il disincaglio/disincastro iniziale.
Da qui la necessita' di un'analisi locale dettagliata di ogni eventuale presenza di incastri da perforazione e sfondamento della roccia nel fianco reclinato della nave al fine di studiare i provvedimenti possibili per ridurre le conseguenti forze di trattenimento rispetto al libero rotolamento.
Certo Sig. Marchesi, che per come vanno le cose oggi in questa nostra martoriata e declinante Italia verrebbe davvero voglia di abbandonarsi al piu' cupo pessimismo, ed invece bisogna reagire con tutte la nostra ebergia e intelligenza che non mancano per cercare di risolvere i problemi.
Per esempio, nel caso Concordia, quale analisi approfondita e' stata fatta in particolare sulla intera area di appoggio/incastro del fianco sommerso sugli speroni rocciosi del fondale al fine di determinare con la massima precisione possibile tipo distribuzione e intensita' di sforzo di tiro da applicare sul fianco emerso della nave in rapporto alla effettiva resistenza strutturale residua della stessa?
Uno spunto di cosa fanno " gli altri" con le navi:
http://www.ssrotterdam.net/
Da noi non si riesce neanche a salvare una lancia della T/n Rex, figurarsi una nave intera!
E comunque ancora, e mi scuso per questo continuare il mio soliloquio senza interlocutori che a quanto pare si sono stancati o hanno perso interesse al dibattito, le pur difficili e improbabili soluzioni alternative di tipo traformativo/ riutilizzativo alla definitiva demolizione della Concordia in un cantiere/cimitero di smaltimento e riciclo materiali vicino o lontano che sia, sarebbero comunque strettamente legate alla piena riuscita della ormai famigerata fase "cruciale" del disincaglio/raddrizzamento sul fondale artificiale. Perche'nella maluguratissima ipotesi che questa fase non avesse successo allora rimarrebbe ben poco d'altro da fare che vedere "spegnersi" desolatamente quella povera ex/nave in un orrido ammasso di metallo plastica e quant'altro davanti alle millenarie immacolate coste del Giglio.
Una fase "cruciale", quella del disincaglio e primo raddrizzamento, che i lettori e partecipanti piu' assidui del blog del GiglioNews possono testimoniare che chi sta scrivendo ha sponsorizzato a piu' riprese contro ogni ipotesi di disastroso insuccesso come pronosticato da altri essendo mosso da una fiducia interiore senza pregiudizi verso le capacita'delle importanti aziende di salvage che si sono impegnate di fronte al mondo per simile impresa.
Ma chi scrive non puo' peraltro nascondere a se stesso e agli altri che i dubbi sono ancora molti e persistenti e si riaffacciano continuamente nella propia coscienza. Dubbi legati sopratutto alle ancora non dissolte incognite circa l'intensita' e modalita' degli effettivi sforzi che andranno applicati sul fianco del relitto per il primo disincaglio e raddrizzamento in relazione alla reale consistenza e resistenza agli stessi di una struttura navale come quella della Concordia indebolita e resa piu' labile e incontrollabile dalle deformazioni prolungate e progressive subite e dall'aggressivita' chimico/fisica dell'ambiente circostante.
E comunque sono pienamente consapevole della difficolta' di individuare una possibile fattibile trasformazione/riutilizzazione diversa dalla drastica demolizione/smantellamento per la Concordia ed anche il relativo porto/cantiere dove eventualmente realizzarla.
Buona Domenica a tutti.
E per essere ancora e definitivamente piu' precisi, Franco, quando parlo di "analisi preventiva per un eventuale recuperabilita'" non intendo una recuperabilita' totale funzionale alla rinavigazione autonoma che come gia' espresso mi pare assai remota e improbabile date le difficolta' i costi e tutto sommato anche l'inutilita' vista l'abbondanza attuale di navi da crociera nuove e in costruzione, bensi' una recuperabilita' parziale o totale sui generis intesa come trasformazione/riutilizzazione assai diversa dal mero riciclo materiali derivanti da una demolizione/smantellamento come appare ad oggi esclusivamente destinata la Concordia.
Saluti.
E comunque caro Franco Pepe, ribadendoti la mia personale stima e ammirazione per il sentimento che ci metti nel considerare quella grande nave spiaggiata al Giglio come ancora una creatura "non morta del tutto" e ancora recuperabile,pur con il realismo un po' crudo con cui mi sono gia' espresso, sono totalmente d'accordo con te che sarebbe fortemente auspicabile che prima di decidere la "morte" definitiva dell Concordia in un cimitero di demolizione si facesse un ultima e possibilmente meticolosa analisi di eventuale "recuperabilita" ma non in quel porto/cantiere di demolizione programmata e gia' preventivamente selezionato quale Piombino o altro porto vicino che sia dove evidentemente suddetta demolizione sarebbe l'opzione certamente prioritaria e forse esclusiva di ogni altra possibilita', bensi' in un luogo meno precondizionato e che lascierebbe piu' libera e onesta scelta quale per esempio lo stesso cantiere di Punta Gabbianara dove una volta raddrizzata la nave sul fondale ci sarebbe tutto il tempo e il modo per effettuare appunto quell'analisi di eventuale recuperabilita'.
Saluti
Caro Sig. Pepe, la ringrazio per le sue sentite parole e d'altra parte non e'la prima volta che su GiglioNews ci esprimiamo al riguardo della Concordia con commenti simili, ma vorrei precisare meglio cio' che concretamente penso al di la' delle considerazioni emotive e irrazionali che comunque non rinnego affatto. Quando affermo che la nave Concordia sembra sia stat quasi auno strumento della "volonta' divina" per il salvamento di quelle migliaia di naufraghi intendo che quell'ormai gigantesco relitto di quella che era fino a poco tempo fa una bella e grande nave da crociera e che sta rapidamente logorandosi davanti alla costa del Giglio merita rispetto e non va considerato come nell'interpretazione dei piu' come mero rifiuto da smaltire al piu' presto.
Ma bisogna anche essere razionali e realistici senza farsi prendere troppo dalle suggestioni o da umani e comprensibili pregiudizi dettati da particolari convinzioni interiori.
Quella nave ormai diventato relitto dopo aver fatto il suo dovere fino in fondo non puo' essere considerato recuperabile ne' nella sua funzionalita' originaria di nave da crociera ne' tanto meno in direzione di una traformazione in altro tipo di mezzo navigante autonomo quale ad esempio nave portaconteiner come mi pare da lei prospettato in altro post o in albergo/museo itinerante come prefigurato dall'Arch Lazzarotto.
Tutte belle e suggestive idee ma che cozzano prepotentemente con la cruda realta' economica, che prevederebbe in tutti questi casi risorse umane e finaziarie ingentissime che francamente non si vede chi e perche' dovrebbe mettere a disposizione visto e considerato che la gia'estremamente cospicua somma di oltre 400 milioni di dollari di spese gia' stanziate come ci ricorda l'amico Pietro Rinaldi nell'altro post sono la somma riconosciuta dal contratto assicurativo esclusivamente per la rimozione del relitto a destinazione di smaltimento.
Saluti cordiali
[quote name="Attilio Regolo"]E allora.... e' stato definito definito da piu' parti e anche dallo stesso Procuratore della Repubblica del Tribunale di Grosseto che ha indagato sul tragico accadimento un evento "miracoloso" e " opera del Buon Dio Misericordioso", visto che la materiale "mano esecutrice" di simile "miracolo divino" [b]e' stata proprio la nave Concordia di concerto sinergico con le forze naturali dell'aria e del mare[/b], perche' non smettiamo tutti quanti di considerare quella grande straordinaria nave abbacchiata davanti alla costa del Giglio, a mo' di enorme cetaceo artificiale introfulatosi chissa' come nel "Santuario dei cetacei naturali" dell'Arcipelago della Toscana, quasi fosse ormai solo un enorme orrido e ingombrante rifiuto di cui sbarazzarsi al piu' presto per liberare l'orizzonte marino di Punta Gabbianara?[/quote]
Gentilissimo Prof. Regolo, le Sue commoventi considerazioni sposano le mie, chi è credente (e su Concordia erano imbarcate persone di numerose fedi) ricambi il suo Dio nel modo più giusto che la sua coscienza suggerisce, io resto fermo nella mia idea che mentre i pochi grammi di materia cerebrale umana, dei preposti a vigilare sulla vita di 4232 persone, si è rivelata prima dannosa (causando l'evento) poi inutile (non operando di conseguenza all'evidenza), Concordia ormai ferita a morte, ha avuto cuore e anima per portare praticamente a terra le persone a bordo. Sarebbe bello che proprio i superstiti avanzassero istanza di riconoscenza perche le svariate migliaia di tonnellate di metalli vari,vetro, plastica ecc. di Concordia non siano considerati rifiuti.
Qualcuno mi dica quanto costerebbe in termini economici portare Concordia in bacino per una valutazione tecnica sul possibile recupero funzionale.
Con 59 metri di larghezza a Palermo ci può entrare, basta volerlo.
Ringrazio con il cuore, F.P.
E allora, e siano tolleranti gli amici del blog anche se sto per esprimere una considerazione finale che puo' sembrare alquanto stravagante e discutibile, se il secondo evento, quello del fermo motori del dietrofront e del riporto a riva da parte della Concordia di quei spaventatissimi 4232 naviganti destinati ad una terribile probabile morte per affogamento in mare, e' stato definito definito da piu' parti e anche dallo stesso Procuratore della Repubblica del Tribunale di Grosseto che ha indagato sul tragico accadimento un evento "miracoloso" e " opera del Buon Dio Misericordioso", visto che la materiale "mano esecutrice" di simile "miracolo divino" e' stata proprio la nave Concordia di concerto sinergico con le forze naturali dell'aria e del mare, perche' non smettiamo tutti quanti di considerare quella grande straordinaria nave abbacchiata davanti alla costa del Giglio, a mo' di enorme cetaceo artificiale introfulatosi chissa' come nel "Santuario dei cetacei naturali" dell'Arcipelago della Toscana, quasi fosse ormai solo un enorme orrido e ingombrante rifiuto di cui sbarazzarsi al piu' presto per liberare l'orizzonte marino di Punta Gabbianara?
E quindi, riguardando ancora una volta il tragitto della Concordia cosi' come sintetizzato e raffigurato da GiglioNews, possiamo individuare e distinguere in particolare due interessanti e principali eventi in base alla loro natura statistico/probabilistica.
Il primo e' quello relativo all'impatto stesso, evento diventato negli ultimi tempi sempre piu' probabile fino a rasentare la certezza di accadimento, stante la progressiva caduta di attenzione e tensione morale dell'intero sistema di navigazione che ruotava attorno alle navi da crociera sia a bordo che all'esterno nella loro esasperata ricerca di spettacolarizzazione turistica fino al limite dell'assuefazione all'incoscienza.
Il secondo evento e' certamente quello della giravolta di 180 gradi a motori spentisi definitivamente mentre la nave sembrava stesse andando inesorabilmente ad affondare al largo con tutto il suo carico umano e il successivo riavvicinamento per "effetto vela" alla riva del Giglio, un evento questo,giravolta a motori spenti e effetto vela di riaccostamento naturale, che da un punto di vista statistico probabilistico puo' certamente definirsi a probabilita' minima per non dire nulla e pertanto "miracoloso".
E se è vero che con il "senno di poi" sono "lastricate le strade dell'inferno", non finiremo lo stesso di chiederci, dopo l'immane disatro Concordia, perchè nonostane una raffigurazione del tipo postato da GiglioNews e confermata dalle rivelazioni satellitari nella piena disponibiltà e sotto gli occhi esperti da molto tempo da parte di tutti i principali soggetti pubblici e privati interessati al tipo di traffico navale in questione e al suo controllo nesuno abbia rimarcato come dovuto e necessario in particolare nell'ultimo decennio di intensificazione della navigazione turistica costiera con tanto di accostamenti sempre più ravvicinati e spettacolari anche serali e notturni da parte delle grandi navi da cociera la eccezionale pericolosità di quella particolarissima struttura rocciosa un pò emersa e un pò sommersa che si estende in mare accuminata e insidiosa oltre 350 mt rispetto alla linea di costa media e che va sotto il nome angoscioso e foriero di sventure di "Le Scole" che tradotto dal dialetto trascorso altomedievale significa " ti porta verso la rovina".
A parte le "pignolerie" sull'effettivo tracciato della Concordia quella maledetta sera del 13 Gennaio 2012, guardando il tracciato dall'alto, proprio come raffigurato dal post di GiglioNews, io che non sono nè esperto di navigazione nè particolarmente appassionato di marineria e navi, mi sono sempre chiesto dall'indomani della tragedia come possa essere accaduto che dal momento in cui il traffico marittimo di una certa dimensione e importanza quale quello delle navi commerciali e addirittura da crociera in particolare quello da sud verso nord lungo la costa tirrenica con stazione di partenza da Civitavecchia si è deciso di farlo passare anzichè dal lato ovest dell'Isola del Giglio come fatto per decenni dal lato est nella strettoia tra il Giglio e P.S.Stefano non ci si è premurati di segnalare a lettere cubitali sulle carte e anche perchè no con un apposito faro aggiuntivo di segnalazione sull'ultima propaggine de "Le Scole" l'estrema pericolosità di questa particolarissima struttura scogliosa semisommersa per chiunque si avventurasse di notte in quei paraggi marini.
[quote]Questo perchè, non so se ricordate, tutti i tg, talk e tv indicavano una traiettoria che mostrava la nave allargarsi per poi virare in senso antiorario.
La nave, una volta nella posizione attuale, non è indietreggiata e la vicinanza con il faro rosso nella famosa foto è solo un inganno prospettico[/quote]
Allora ricordavo bene.
Ottimo lavoro. Grazie
Ciao Maurizio, questa ricostruzione, come specificato "artigianale", è stata fatta in base alle testimonianze oculari pochi giorni dopo il naufragio (credo il 16 o 17 Gennaio) e quindi è ovvio che è verosimile soltanto dal momento in cui la nave transita davanti al porto mentre la parte di impatto con Le Scole era soltanto presunta (non avendo visionato ancora i tracciati satellitari).
L'obbiettivo era spiegare che la nave in viaggio da sud a nord aveva virato, dopo l'impatto, in senso antiorario verso l'Argentario per poi fermarsi nella posizione attuale. Questo perchè, non so se ricordate, tutti i tg, talk e tv indicavano una traiettoria che mostrava la nave allargarsi per poi virare in senso antiorario.
La nave, una volta nella posizione attuale, non è indietreggiata e la vicinanza con il faro rosso nella famosa foto è solo un inganno prospettico.
Buon giorno a tutti
Io non metto in dubbio la giravolta, il vento e l'avvicinamento alla punta Gabbianara ma evidenzio esclusivamente che la traiettoria prima dell'impatto, con la perdita dell'aletta stabilizzatrice lo strisciamento progressivo dello scoglio sullo scafo ed il successivo impatto, tanto da incastrare lo scoglio dentro lo scafo, non possono che essere chiari segnali di una accostata in corso, verso dritta, già iniziata da parecchio e non un urto con nave in rotta rettilinea con la prua verso l'isola.
Quindi quella retta, prima dell'impatto, per me non è verosimile, poi ovviamente ognuno si tenga la propria opinione, vedremo come verranno interpretati i risultati della perizia dalla quale si evince che il timone era a dritta per parecchi gradi qualche minuto prima dell'impatto (se non ricordo male)
Saluti
Paolo
Scusa Giorgio, innanzitutto i miei complimenti per quanto pubblicato. Dal tracciato pubblicato sembrerebbe che la Concordia abbia conservato l'uso del timone anche dopo la perdita della propulsione. Si nota una accostata a dritta di circa 20° più o meno al traverso del Saraceno. Dopo di che io vedo una rotta lineare, grazie all'abbrivio residuo fornito dalla perduta forza motrice. Finito l'abbrivio la nave resta in balia delle correnti e dell'effetto vela sulle sovrastrutture.
Questa ricostruzione cozza, se ben ricordo, con la versione ufficiale fornita dalla Capitaneria di Porto.
Inoltre dalle fotografie di quella tragica notte sembrerebbe che la nave si sia avvicinata fin quasi a sfiorare il molo rosso per poi arretrare per effetto del vento e delle correnti.
Puoi postare il link della trasmissione?
Ti ringrazio.
Maurizio
E permettetemi di fare un'ultima osservazione sperando di non urtare troppo la suscettibiltà di qualcuno.
E' chiaro che visti gli esiti disastrosi della manovra "Schettino" appare senzaltro appropriato il termine "scellerata" che è stata attribuita a tale manovra fin da subito.
Ma su un piano di pura ipotesi di logica statistica, se riguardiamo con attenzione l'intera traiettoria della Concordia nel suo accostamento ravvicinato all'Isola, possiamo verificare che specie nella parte iniziale prima dell'impatto non si tratta di una traiettoria perpendicolare alla linea media di costa "contro l'Isola" come definita da molti commentatori, ma una traiettoria con un angolo progressivamente ridotto "lateralmente all'Isola" e da questo punto di vista tale manovra anche se comunque rischiosa e proibita dai fondamenti della normativa di navigazione non si può definire "tout court" cervellotica o folle.
Che poi il "diavolo" ci ha messo lo zampino con quell'imprevisto e imponderato "effetto vela" sulla nave verso l'ultimissima propaggine sommersa de "Le Scole" per trasformare un'occasione di divertimento spettacolare in una tragedia grottesca sta purtroppo nell'ordine delle cose umane nel mondo.
E a conferma dell'intensità dell'"effetto vela" di cui al precedente commento basta guardare nel fotogramma di questo post di Giorgio Fanciulli la parte tratteggiata finale della traiettoria della Concordia dopo la giravolta allorchè senza propulsione e sospinta solo dal vento da nord-est riesce ad effettuare un tragitto di circa 4-500 mt in poco più di mezzora fino appunto a fermarsi e reclinare su Punta Gabbianara.
Ho ripreso un post di GiglioNews di qualche giorno immediatamente successivo a quello del disastro dove si ricostruisce la rotta d'impatto e quella successiva della nave.
Risulta chiaro che la taiettoria immediatamente prima dell'impatto si trova disgraziatamente solo un pò troppo traslata a sud e tale da non poter evitare l'ultima secca de "Le Scole".
Restando inalterato il giudizio negativo sulla graveissima disattenzione generale dello staff di comando in quell'accostamento avventato mi sono sempre chiesto quanto può aver giocato sul tragico accadimento l'"effetto vela" della grande nave rispetto al vento che se pure non eccessivamene intenso quella sera le registrazioni meteo lo hanno identificato comunque di valore tra i 5-10 nodi in direzione praticamente perpendicolare all'altissimo ed esteso fianco destro della nave e quindi con la massima efficacia di spinta e traslazione.