Sara cuore di madre
“I volontari non sono remunerati – non perché non valgono nulla, ma perché sono inestimabili.” (Anonimo)
Tante abitazioni, nella nostra isoletta bella, durante l’inverno vengono chiuse da decine di famiglie che si trasferiscono in continente.
I motivi di tale abbandono sono stati, nel tempo, tanti e molteplici. Chi contribuì alla nostra storia permettendoci di emancipare gli orizzonti lavorativi ormai riposa in pace al Pianello, (e mi riferisco ai nostri genitori) e le case familiari della nostra fanciullezza, i vicoli, son divenuti ahimè, museo a porte chiuse.
Ritornare a casa: un vagare tra salite e discese, mentre i tacchi scandiscono passi su un selciato tanto vissuto da entrare nel tessuto emotivo come una lama che fa male.
Ma il gigliese che torna, porta sempre il meglio di sé, perché “al di là del mare”, fa onore all’isola non solo con il sentimento, ma, tra molte fatiche e sofferenze, traghetta successi nel lavoro, nella musica, nella scienza, nel canto, nell’arte, nella poesia, nella scrittura, nello sport… E nel donare il proprio tempo agli altri con il volontariato.
“Dove c’è volontariato c’è umanità e speranza” ha scritto molto saggiamente un Anonimo e al Giglio ci sono tante persone con la dote del volontario: piccoli mondi belli, discreti, nascosti alla vanità del vantarsi, che donano. Adottano a distanza.
Una giovane isolana, Sara Modesti, detta Sara di Peppetto, ha fatto sua la suddetta frase, perché oltre ad avere adottato una bimba africana che vive nel villaggio di Watamu, in Kenia, parte per accudirla ogni anno, nei mesi invernali. E non finisce qui: la nostra sorridente amica, segue e cura nel contempo tutti i bimbi di quel villaggio.
Sara appartiene a quel ramo dei Modesti legato al mitico Luca, vecchio suonatore di organetto in tempo di feste e carnevale quando nei paesi, oltre alle fatiche quotidiane, dominava l’arte di arrangiarsi… e il buonumore.
Per conoscerla meglio, bisogna andare nelle botteghe del Castello e del Porto ai primi accenni autunnali; la ressa estiva è finita e la giovane donna si sta preparando per un viaggio lunghissimo.
“Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” dice un vecchio proverbio africano e Sara lo sa bene da tanto tempo.
Assorta tra gli scaffali … l’entusiasmo soffoca i pochi soldi nel borsello … la noti intenta a scegliere e raccontare con umiltà ricca di sorriso che cosa stia cercando e perché.
Enormi valigie, aspettano di essere riempite anche da mani paesane che aggiungeranno speranza a chi già sorride per natura, ma nella miseria quotidiana, in quella parte lontana del mondo.
Nei valigioni, Sara cuore di madre, con caparbietà e lungimiranza, farà entrare di tutto: dagli indumenti intimi alle calzette della Befana.
E’ così, che la voce di una figlia del Giglio arriva fresca come l’acqua tra le pieghe di una terra che per qualcosa somiglia alla nostra isoletta bella, perché anche là c’è lo scoglio e il mare, ma ogni anno, all’aprirsi della stagione turistica, Sara ritorna nella terra dei suoi avi per lavorare, perché lo sappiamo: il volontariato dà tanta ricchezza in amore, ma non in denaro.
Palma Silvestri
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