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Scomparso da 8 mesi e dato per morto: era in vacanza al Giglio

Una vicenda avvolta dal mistero, il cui epilogo ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molti. Davide Pecorelli, l'imprenditore scomparso oltre otto mesi fa in Albania, è vivo e sta bene. Ma il suo ritrovamento, rocambolesco almeno quanto la sua scomparsa, ha dato adito a una serie di dubbi che lo stesso imprenditore ha detto di voler chiarire di fronte ai pm della Procura di Perugia. I magistrati del capoluogo umbro, infatti, avevano aperto un fascicolo che vedeva tra le ipotesi di reato anche l'omicidio. 

Il ritrovamento di Pecorelli

"Una notizia che ha stupito tutti, in senso positivo", spiega l'avvocato Giancarlo Viti, legale della compagna dell'imprenditore. Perché dall'Albania all'arcipelago toscano, dove il 45enne è stato trovato dai Carabinieri forestali, di distanza ce n'è davvero tanta. L'imprenditore è stato soccorso lo scorso venerdì 17 nei pressi dell'isola di Montecristo, a bordo di un gommone. Il mare era grosso, il tempo non era dei migliori e lui si sarebbe trovato in difficoltà. I militari hanno avvistato il natante e lo hanno raggiunto prestando aiuto. Da una prima ricostruzione dei Carabinieri della locale stazione che stanno indagando i suoi movimenti sul territorio, Pecorelli era in vacanza all'Isola del Giglio dal 13 Settembre e sarebbe dovuto ripartire oggi. Alloggiava in un albergo a Giglio Porto a cui sembra aver fornito una falsa identità e con la stessa aveva noleggiato venerdì un gommone e si era avventurato nelle acque protette dell'isola di Montecristo alla quale però non si può accedere se non dopo aver richiesto autorizzazioni. Con sé non aveva documenti ma avrebbe subito declinato le sue generalità e chiesto di poter chiamare la moglie.

Il ritrovamento è avvenuto nel pomeriggio e nella tarda mattinata di ieri è avvenuta l'identificazione presso la caserma dei carabinieri di Piombino. 

Lunedì mattina l'imprenditore è atteso a Perugia, in procura, dove potrà raccontare la sua Odissea. 

Otto mesi di paura e speranza

Si chiude così un giallo. Ma restano tante domande in attesa di una risposta: cosa è accaduto in questi otto mesi? Quale evento ha scatenato l'allontanamento dell'imprenditore? Era in fuga da qualcuno?

Pecorelli aveva raggiunto l'Albania per motivi di lavoro: voleva vendere un macchinario utilizzato nel settore dell'estetica. La crisi innescata dall'emergenza sanitaria, infatti, avrebbe assestato un duro colpo alle imprese dell'ex arbitro di calcio che proprio con quel viaggio nel Paese delle aquile avrebbe cercato di risollevare i propri affari. Pare infatti che il 45enne avesse difficoltà sia con l’albergo a due stelle di Lama che con i negozi di parrucchiere di San Giustino Umbro, Sansepolcro, Città di Castello e Corciano.

Ma qualcosa, visto l'esito della "missione", non sarebbe andato per il verso giusto. L'auto che aveva noleggiato a Tirana nel dicembre scorso, fu ritrovata il 6 gennaio a Puke, nel nord del Paese, distrutta dalle fiamme. Al suo interno c'erano dei resti (ossa), l'orologio di Pecorelli e il suo telefonino. Gli inquirenti albanesi pensarono subito ad un suicidio. Quelli italiani invece maturarono l'idea che dietro alla scomparsa ci fosse un crimine violento, tanto da aprire un fascicolo per omicidio colposo. I resti furono inviati in Italia per analizzarne il dna: ma il materiale era esiguo e ridotto male e l'esame non diede alcun esito.

E' a questo punto che in molti si erano riaccese le speranze. In attesa di un secondo esame del dna che confermasse l'appartenenza di quelle povere spoglie all'imprenditore, le ipotesi sulla scomparsa potevano essere delle più disparate.

L'epilogo e i dubbi

Venerdì l'epilogo di questa storia che somiglia sempre più ad un film. Pecorelli, padre di quattro figli e personaggio molto conosciuto nella Valtiberina toscana e umbra, è riapparso da naufrago. In questi mesi aveva dunque lasciato l'Albania per qualche altra meta. Spinto forse da qualche preoccupazione. Forse sempre legata alle sue vicende finanziarie. O forse aveva altri timori: la sua compagna aveva espresso il timore che il 45enne potesse aver "pestato i piedi a qualcuno". Probabilmente la verità affonda in mezzo a tutte queste ipotesi. A svelarla però potrà essere solo lui, stavolta di fronte agli inquirenti.