Carissima Redazione,
condivido pienamente le osservazioni esposte dall’amico Sergio Forelli, logiche e ragionevoli, che sono parte integrante del nostro pensiero “parcomarinista”, ma ritengo che nella mente del Ministro Ambiente e di Tozzi  ci siano altri progetti.  La questio sta nelle intenzioni ……. premeditate.  Non è possibile applicare rigorosamente il DPR istitutivo del 1996 perchè riguarda una tipologia di Area Protetta diversa da quella che si vuole creare adesso.  In questa fase scende in campo anche la legge 979/82 per le note competenze del Demanio dello Stato sul mare nostrum.   In altre parole, calandosi sul piano pratico, si vuole cambiare nome ad un prodotto che è risultato assai negativo e che non ha funzionato (il PNAT) e che quindi non possono riproporlo modificato.  Ritengo invece che, fermo restando gli stessi presupposti di legge (vincoli, divieti, multe), anche l’Area Marina Protetta, se non ideata nella direzione della tutela del mare, avrà gli stessi effetti devastanti tali da indurci ad essere ancora critici sulle “decisioni calate dall’alto”.
In attesa di poter valutare i fondamenti della scienza eco-ambientalista a presupposto delle decisioni sul nostro mare  ….  porgo distinti saluti eco-compatibili.

Sergio Ortelli