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"Stanno massacrando i mufloni del Giglio, una specie protetta"

STANNO MASSACRANDO I MUFLONI DEL GIGLIO, UNA SPECIE PROTETTA

CACCIARE I MUFLONI SUL GIGLIO NON È "NORMALE"

Il Presidente del Parco, Sammuri, ha risposto prontamente alla notizia dei nuovi abbattimenti dei mufloni dell’Isola del Giglio, rassicurando l'opinione pubblica in un articolo pubblicato su La Nazione che non c'è nulla di sospetto nella strage. Nella sua breve dichiarazione, il Presidente del Parco ripete per tre volte la parola "normale". Sammuri: "E’ la normale caccia che apre il 15 ottobre… Si tratta di normale caccia fuori dal territorio del parco stesso…. è normale – spiega –.".

Ma la caccia al muflone all'Isola del Giglio è tutt'altro che normale. I mufloni sono presenti sull'isola da quasi 70 anni e l'introduzione della loro caccia nell'area esterna al parco è avvenuta per la prima volta nella storia solo lo scorso anno, nell'ottobre 2022 quando l’Ente Parco aveva tentato di sterminare i mufloni del Giglio attraverso un gruppo di cacciatori addestrati nell'ambito del progetto LIFE LetsGo Giglio, finanziato con circa 1,6 milioni di euro, ma i loro tentativi erano stati bloccati grazie all’intervento di associazioni e politici.

I provvedimenti presi dall’Ente Parco e dalla Regione Toscana riguardanti i mufloni del Giglio non hanno nulla a che vedere con la “normale caccia” ma hanno tutti un obiettivo ben preciso, quello di eliminarli dall’Isola del Giglio.

Quest’anno infatti la Regione Toscana ha rinnovato con due delibere, la Delibera 848 del 24/07/23 e la Delibera 1275 del 06/11/23 la possibilità di cacciare i mufloni fuori parco, volendo contribuire attivamente “alla eradicazione dei nuclei di muflone” ancora presenti al Giglio.

Con un altro provvedimento, si autorizzano gli sparatori ad entrare anche nel fondo chiuso della Riserva storica del Franco, in linea col “protocollo operativo per l’eradicazione del Muflone (…) nell’ambito del Programma Comunitario LIFE LETSGOGIGLIO”. È stata quindi violata anche la Riserva Storica del Franco, al centro della quale si trova ancora un monumento con una statua di bronzo di un muflone, testimonianza del successo dello sforzo di conservazione del 1955.

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Per facilitare ulteriormente l’eradicazione, il 15 novembre, Sammuri ha anche emanato un’apposita ordinanza per chiudere “alcuni sentieri dell’Isola del Giglio per consentire l’abbattimento dei mufloni”.

I MUFLONI DEL GIGLIO SONO UNA SPECIE PROTETTA

Mentre il Parco dichiara che i mufloni del Giglio sono un “ibrido nocivo”, i più recenti studi genetici hanno negato questa affermazione e rivelato la loro vera tassonomia come specie protetta, oltre a verificarne la purezza genetica.

Sara D’Angelo, dell’Associazione Vitadacani, ha condiviso queste righe estratte dalla richiesta di archiviazione depositata presso il Tribunale di Grosseto nelle quali Sammuri dichiara che i mufloni presenti sull’isola del giglio non appartengono alla specie protetta e non cacciabile del muflone sardo, ma ad un ibrido da considerare alieno e nocivo per l’ecosistema isolano”.

Abbiamo chiesto un parere a riguardo di tale affermazione di Sammuri allo Zoologo Marco Masseti che replica: “Ci sarebbe però da chiedersi cosa intenda Sammuri quando ricorre al termine “ibrido”. In zoologia, con questa parola si indica il prodotto fra due specie diverse. Ad esempio, il mulo è il risultato dell’incrocio, quasi sempre sterile, di una cavalla con un asino. Secondo Sammuri dunque, quale sarebbe stata la ragione che ha fatto diventare il muflone del Giglio un “ibrido”? È stato forse fatto accoppiare con qualche altro rappresentante della sottofamiglia dei Caprini diverso da Ovis gmelini?”.

L’affermazione di Sammuri infatti non risulta corretta in quanto un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Diversity dal titolo "Islands as Time Capsules for Genetic Diversity Conservation: The Case of the Giglio Island Mouflon" ha rivelato che questo piccolo nucleo di mufloni, costituito con finalità conservazionistiche, discende da mufloni sardi ed è quindi classificabile come appartenente alla specie Ovis gmelini musimon”, o Muflone Tirrenico, una specie protetta dalla Legge e definita vulnerabile dalla “lista Rossa della IUCN”.

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L’Ente Parco illustra le motivazioni per le quali i mufloni sardi sono protetti dalla Legge nel proprio piano d'azione per l'eradicazione, facendo riferimento ad essa a pagina 18: Legge n° 157 dell’11 febbraio 1992, l’Art. 18 comma 1, “Il muflone, con esclusione della popolazione sarda, è una specie cacciabile nel nostro Paese.” Per chi spara, cattura o detiene un muflone sardo, la pena che ne deriva comprende: l’arresto da tre mesi ad un anno e l’ammenda da 1032,91 euro a 6197,48 euro”.

A pagina 4, l’Ente Parco spiega le motivazioni scientifiche alla base della tutela della popolazione sarda: “…Attualmente si ritiene che le popolazioni sarde conservino ancora una parte rilevante dell’originale diversità genetica attualmente persa o impoverita nei parenti selvatici asiatici e questo fattore suggerisce che debbano essere oggetto di conservazione a differenza delle altre presenti sul territorio nazionale”.

Sono proprio le caratteristiche citate nella relazione dell’Ente Parco ad essere state rilevate nel nucleo di mufloni del Giglio e la scoperta scientifica è stata accuratamente spiegata e presentata dal dottor Paolo Mereu, uno degli autori dello studio, in questo video, durante il Convegno nazionale della LAV di quest'anno.

 

L'INTEGRITÀ SCIENTIFICA DELL'ISPRA MESSA IN DISCUSSIONE

Nonostante le informazioni presenti nello studio scientifico, l'ISPRA ha incoraggiato l’Ente Parco a proseguire con il piano di eradicazione. Scienziati indipendenti dall’Ente Parco e la Federazione Nazionale dell'Ordine dei Biologi (FNOB) sostengono invece con forza l'importanza dello studio pubblicato su Diversity e hanno avvisato il Parco di interrompere immediatamente gli sforzi di eradicazione. Il valore scientifico del parere dell'ISPRA è stato messo in discussione dopo la scoperta di un ‘premio diretto’ di 25.000 euro all'interno del budget del progetto di eradicazione per la loro "collaborazione scientifica".

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LA FNOB PROPONE UN PROGRAMMA DI SALVATAGGIO GENETICO PER I MUFLONI DEL GIGLIO

Mentre l'Ente Parco è intenzionato ad abbattere o sterilizzare chirurgicamente tutti gli individui sopravvissuti, grandi istituzioni come la FNOB invocano la tutela dei mufloni del Giglio.

Nel maggio del 2023, la FNOB ha tenuto una conferenza speciale a Roma in cui è stato affrontato direttamente il tema dei mufloni del Giglio. Giuliano Russini, responsabile tecnico-scientifico per gli ambienti Terrestri e delle Acque Interne del Coordinamento Nazionale dei Biologi Ambientali (CNBA), organo della FNOB, ha rilasciato la seguente dichiarazione pubblicata sul giornale La Nazione: “I mufloni del Giglio presentano caratteri genetici ormai assenti nella popolazione di origine, cioè quella sarda, caratteri che dovevano essere ancora presenti al momento della costituzione dell'attuale popolazione gigliese e che si sono mantenuti nel nuovo nucleo così costituito. Per di più, i mufloni del Giglio rappresentano un frammento dell'eredità genetica presente nei progenitori neolitici, trasferiti anticamente in Sardegna dall'Anatolia. Questa autenticità, genetica e geografica, andrebbe preservata. Il proseguimento dell'eradicazione dei mufloni del Giglio comporterebbe la perdita della diversità genetica di questa specie. I relatori della conferenza chiederanno di rivedere le pratiche di eradicazione, avviando un programma di recupero biologico e genetico, per garantire la sopravvivenza di questo nucleo di mufloni, che è stato originariamente costituito con finalità non venatorie, ma esclusivamente scientifico-conservazionistiche.”

IL RISCHIO DI RIMANERE IN SILENZIO

Per i mufloni del Giglio, gli studi genetici hanno portato ad un’importante rivelazione: anziché mufloni dell'Europa continentale, quelli del Giglio sono stati geneticamente identificati come la specie Ovis gmelini musimon, una specie protetta e vulnerabile. Ma la strage di mufloni del Giglio continua, nonostante tutto, e viene spacciata come "normale caccia".

Chiediamo il vostro aiuto condividendo queste informazioni e non lasciando che questa storia scompaia nel silenzio, perché così facendo questo tipo di evento diventerà davvero “normale”.

Cesare Scarfo’ per SaveGiglio.org 

BIBLIOGRAFIA

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