Il molo, rifatto sui resti romani nel 1796, era così descritto: Il Molo è praticabile, nella sommità del quale c’è un passo selciato, difeso da una vela di muro alta Braccia 3 (circa m.1,75) e per una scaletta a collo prossima alla stanza di Sanità, si scende a un marciapiede similmente selciato, su cui sono delle colonnette e delle grosse maniglie di ferro e campanelle, ove si fermano i canapi e le gomene dei bastimenti.

Il molo del 1796 aveva dunque due marciapiedi, uno basso e uno alto, come è stato fino ai lavori attuali. L’allungamente di 32 metri del 1913 (col gomito a difesa dalla tramontana) ha mantenuto i due percorsi e lo stesso è stato nel 1923, quando il molo è stato allungato di altri 40 metri. Il percorso alto è stato dunque sempre considerato una necessità inderogabile: da qui si controllava il mare, da cui sono arrivati, tradizionalmente, i maggiori pericoli per l’Isola.

Più recentemente il percorso alto ha assunto anche una funzione “sociale”: luogo di‘struscio’ per gli adulti, di incontri gioiosi per i giovani, di dispute sul tempo che farà, per i vecchi marinai. Un luogo necessario, come sempre.

Oggi però, a causa dei lavori di ‘adeguamento’ in corso, il percorso alto è stato demolito, sia nel tratto di rettifica del tracciato del molo, sia nel tratto più antico, qui per esigenze di cantiere. Del suo ripristino non vi è traccia nei disegni progettuali del S.I.I.T, che parlano di ‘adeguamento’ma non di ripristino, né di restauro.

La cosa ha creato allarme nella gente ed ha spinto l’Associazione degli Amici del Giglio a presentare, all’Amministrazione comunale, una proposta di rifacimento del percorso alto demolito cui ha fatto seguito, per agevolarne l’accoglimento, una variante che prevede una drastica riduzione tanto della spesa che dell’entità dei lavori.

OGGI 

dopo quasi due anni da quella nostra proposta, il silenzio avvolge la questione.
Il percorso alto si rifarà? Non si rifarà? Non si sono lette novità in proposito. L’Amministrazione tace, e ciò non è un buon segno. I cittadini avrebbero diritto di essere informati, specialmente su fatti di interesse generale e che attengono, oltre tutto, al delicato tema della difesa della tradizione isolana.

Di qualche interventi della Soprintendenza competente non ci sono notizie. Occorre qui ribadire il valore del percorso alto; e ricordare che un tratto di quel percorso è stato abbattuto solo per esigenze di cantiere?

Si spera che l’Amministrazione comunale non voglia restare nella memoria della gente come quella che ha accettato, con la rinuncia al ripristino del percorso alto, il pesantissimo sfregio alla storia gigliese che ne consegue.

Prof. Arch. Bruno Begnotti
Presidente A.A.I.G.