GRUPPO DI MINORANZA CONSILIARE – ISOLA DEL GIGLIO

Piena condivisione sulla prevista tassa di sbarco in luogo della imposta di soggiorno.
Ortelli non prenda ad esempio le stangate del Governo Nazionale.

Non solo l'Isola del Giglio preferisce la “tassa di sbarco”, in alternativa all'imposta di soggiorno, ma tutte le amministrazioni comunali delle isole minori italiane, rappresentate dall'Ancim (associazione nazionale comuni isole minori) e, per essa dal suo presidente Mario Corongiu, sindaco di Sant'Antioco, come ha dichiarato in seguito ad una riunione del Direttivo avvenuta nel mese di luglio 2011 a Roma presso l'Anci.

Nel corso dell'incontro – come si legge dalla stampa – il Presidente  ha poi precisato che “non deve essere una imposizione ma un’alternativa, una possibilità che abbiamo presentato al Governo questa richiesta”.

Nella fase attuale si è in attesa della ratifica da parte della Conferenza Stato-Regioni, in relazione alla circostanza che è opportuno valorizzarel'autonomia tributaria dando facoltà all'ente di stabilire ed applicare tributi in riferimento a particolari scopi, soprattutto di flussi turistici”.

Bene, dunque, ha fatto il sindaco Ortelli a scegliere la strada della “tassa di sbarco” che è l’unica verso un riequilibrio territoriale; un patto per l'attuazione del federalismo fiscale con una tassazione diversa, più in linea con le esigenze dell'Isola e della economia, uno strumento con il quale da un lato sostenere il bilancio comunale in linea con il processo federalista che interessa i comuni d'Italia e dall'altro non penalizza l'economia turistica, principale fonte di sostentamento dell'Isola.

Se federalismo significa responsabilità, il federalismo fiscale certificherà il fallimento politico degli amministratori incapaci. Lo devono temere quindi solo coloro che non sanno e non vogliono dar conto della gestione della spesa pubblica.

Il nostro auspicio è che per il Giglio il federalismo fiscale, qualunque amministrazione essa sia, possa gestire la spesa pubblica sempre in maniera efficiente, efficace e trasparente, dando migliori servizi, tenendo presente i costi della spesa, facendo i soli interessi della Comunità.

Da sottolineare che, come già sostenuto da diversi esponenti delle organizzazione di categoria alberghiere, la tassa di soggiorno, avrebbe favorito solo il turismo mordi e fuggi, gravando sempre e solo sulle aziende alberghiere, oltre al sommerso e la seconda casa che ne sono esenti.

Dobbiamo però essere consapevoli che la vera forza di un Comune, per risolvere i problemi storici della comunità, è sempre stato e dovrà rimanere la capacità di progettare e programmare le opere pubbliche, attingendo risorse ai bandi nazionali o europei, pertanto la “tassa di sbarco” potrà essere un contributo a parte, un incentivo in più per avanzare specifici progetti in chiave turistica, ma non potrà e non dovrà mai sostituire il lavoro di base dell’ Ente, che dovrà rimanere virtuoso e capace, indipendentemente da essa.

Se la nuova “Tassa di sbarco” sarà istituita non potrà essere certo una nuova stangata, come ci ha abituati il Governo Nazionale, ma dovrà essere equa e accettabile e, contestualmente, si riveda l'attuale disciplina per lo sbarco dei veicoli, attraverso soluzioni innovative, magari ricercando accordi con le Compagnie di Navigazione, stabilendo in anticipo regole precise per l’afflusso dei veicoli in luglio/agosto. Insomma, se da un lato il comune potrà  iniziare a tassare veicoli e passeggeri, che lo si faccia nel modo più “indolore” possibile ed avendo in mente in anticipo cosa fare con i denari raccolti.