In merito a quanto apparso sulla stampa e sui web redazionali in questi giorni, a firma della Minoranza Consiliare, mi preme fare una serie di precisazioni che vanno nell’ottica di una migliore comprensione da parte dei cittadini.

Innanzitutto sono costretto a sottolineare, una volte per tutte, che la TARES è un tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, introdotto (e non prima!) dall'articolo 14 del D.L. 201/2011 (Salva Italia) e poi modificato dal comma 387 della legge di stabilità 228/2012. Farei molta attenzione a parlare di responsabilità del “federalismo fiscale di Berlusconi” perché attuare il modello economico del federalismo significa dare proporzionalità ai tributi riscossi come entrate che possono essere totalmente reinvestite nei servizi dello stesso territorio che le ha generate. Ad oggi il tributo è una imposizione di competenza dello Stato che solo lo Stato può decidere esercitando la propria potestà impositiva affinché vengano soddisfatti i bisogni pubblici della nazione e/o degli enti territoriali.

Il calcolo del tributo è abbastanza elaborato. L’importo viene fissato infatti da una quota determinata in relazione alle componenti di investimenti per le opere ed ai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alle quantità di rifiuti conferiti ed entità dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio. Pur essendo un tributo vi è l'obbligo della copertura integrale dei costi oltre l’applicazione dell’IVA. In aggiunta, vi è l'obbligo della maggiorazione di 0,30 euro per metro quadrato a copertura dei costi cosiddetti indivisibili (manutenzione strade, illuminazione pubblica, polizia municipale, anagrafe, scuole pubbliche, ecc.).

Si capisce chiaramente, quindi, che il calcolo del tributo è strettamente subordinato all’evolversi di una serie di elementi oggettivi che oggi l’Amministrazione non possiede. Chiedere infatti di stimare un costo per attività o altra utenza è irragionevole in quanto si potrebbero fornire stime inverosimili. Serve prima di tutto l'analisi finanziaria, che va fatta in tempo utile, partendo dai costi previsionali del 2013, naturalmente con copertura integrale, e c'è da capire quali saranno i costi previsionali del soggetto gestore del servizio rifiuti. Mi pareva fosse assai esplicativo il documento pubblicato dalla società Etruria Servizi di qualche giorno fa che per opportunità faccio pubblicare nuovamente. (VISUALIZZA ARTICOLO ETRURIA SERVIZI)

La prima rata della Tares slitta a luglio, ma continuerà a produrre i suoi effetti giuridici a partire dal 1° gennaio 2013. In tutto questo periodo, ovviamente, confidiamo nella sensibilità del prossimo Governo. L'auspicio è che non si voglia lasciare immutato un tributo che cosi com'è non risolve i vizi storici della Tarsu (il cui pagamento è slegato dal fatto che l'immobile abbia prodotto o meno rifiuti ndr), anzi li aggrava con l'addizionale dello 0,3% prevista a copertura dei servizi erogati.
Spero vivamente che il fine ultimo dello slittamento approvato in Parlamento sia quello di permettere al nuovo Governo, più politico e meno tecnico, di modificare la norma. A quel punto sarà nostro impegno riprodurre una tabella che possa significare un’indicazione di massima di quanto andremo a pagare nel corso del 2013, anno in cui la pressione fiscale raggiungerà ulteriori livelli record per effetto delle nuove imposizioni. Smentendo visibilmente chi fino ad oggi ci ha somministrato il perfetto contrario.