La mia amica Antonella Monti, giornalista tornata anche di recente al Giglio per la vicenda “Concordia”, mi ha regalato un simpatico libro di barzellette. La più divertente basa tutta la sua “vis comica” sulla capacità del protagonista di volgere a suo favore una situazione imbarazzante.

Questa barzelletta mi ha riportato alla mente un fatto accaduto al Giglio tanti anni fa, allorché fu creato un “Club velico” che aveva fra i suoi fondatori il Dr. Italo Pieri, farmacista dell’epoca e alla cui presidenza fu eletto il professor Guelfo Sani, ginecologo di fama internazionale che aveva casa al Giglio. La “vecchia zia Cecilia” (come lei stessa amava definirsi, anche se all’epoca non era ancora vecchia e anche lei comproprietaria, fra l’altro, degli scogli delle Scole) si rivolse al professore con quel suo tono signorile che la contraddistinse fino alla fine dei suoi giorni: “Guelfo, ma cosa ti sei messo a fare? Un personaggio del tuo rango occuparsi di un club nautico!”. L’illustre cattedratico, risentito, rispose: “Ma Cecilia, come fai a non capire l’importanza di un club velico? Un club velico organizza le regate!” Allora la “vecchia zia Cecilia”, spostandosi in un milionesimo di secondo dalla parte degli “illuminati”, rispose: “Ma allora questa gente va educata!”.

La lettura di un recente scritto di Lorenza Pieri sul naufragio della Concordia, (pubblicizzato anche dai giornali on line locali) fa, a sua volta, tornare in mente l’aneddoto appena narrato in relazione al comportamento del sindaco del Giglio. L’autrice narra che suo padre, il Dr. Italo Pieri (il solito dei tempi del club velico), sincero come sempre, accusa giustamente di ipocrisia tutti quelli che oggi negano di aver plaudito ogni precedente passaggio di transatlantici davanti al porto del Giglio: tempo fa, durante una trasmissione in cui fu intervistato in diretta, gli tolsero velocemente la parola perché le sue –veritiere- dichiarazioni non collimavano con la filosofia del programma circa la –postuma- contrarietà della maggior parte degli isolani a passaggi troppo ravvicinati.

Anche il sindaco del Giglio ha sempre voluto ignorare una sua famosa (e poi imbarazzante) lettera di ringraziamento diretta a un comandante di una nave da crociera in occasione di uno dei precedenti “inchini”, al punto di disertare la presentazione dell’unico libro in cui tale lettera veniva riportata ed il cui contenuto era sicuramente e diametralmente opposto alle sue dichiarazioni riportate con enfasi sulla prima pagina del Tirreno del 14 gennaio scorso e titolate “MAI PIU’ INCHINI”. La capacità di “girare le frittate” è prerogativa prima di ogni bravo politico e pertanto tale comportamento non sorprende più di tanto. Anzi, bisogna riconoscere che la prematura (nel senso che l’epilogo non è ancora arrivato) rivisitazione agiografica-mitologica della vicenda è stata condotta con abilità particolare, utilizzando tutti gli strumenti mediatici a disposizione, libri compresi, e anche grazie alla competente (ed onerosa) collaborazione di professionisti della materia. Rimane soltanto da capire se l’onere finanziario dell’intera manipolazione mediatica sia a carico di sponsor privati o del contribuente gigliese.
Armando Schiaffino