Il servizio riguardava il grave decadimento di certe strutture storiche che rappresentano siti di valore straordinario e di prestigio turistico per l’Isola di Pianosa, oggi isola a numero chiuso ed appetitosa preda di certi parchisti oltranzisti, ma, ahimè, frutto di un degrado galoppante e di un irrecuperabile abbandono che mina prepotentemente la credibilità dell’Istituzione Parco.
Nell’occasione è stata intervistata una residente per catturare le impressioni “indigene” di chi ha avuto i natali sull’isola e che conosce quindi la realtà di Pianosa meglio di ogni altro. Di fronte allo sgretolamento delle strutture isolane la signora non si è fatta davvero scrupolo a denunciare la situazione ai microfoni con una affermazione che sa molto di verità ed alla domanda del cronista di fare una fotografia isolana del momento ha risposto: “Dove va va, crolla tutto. Era un paradiso, prima!”
Credetemi, amici miei, la stagione delle prospettive che si sta aprendo su Giannutri, Giglio ed Elba è veramente desolante, per chi come me, isolano dalla nascita, ama la propria terra e ne vuole salvaguardare le entità peculiari secondo motivazioni che oltrepassano l’ideologia.
Il Presidente del Parco Mario Tozzi, proprio nell’occasione della stesso servizio, rimarcava la necessità di un turismo di qualità. Ma di quale turismo stiamo parlando? Del turismo animale? Ma l’ha capito anche Bertinotti che su un quotidiano nazionale (a proposito delle morti bianche sul lavoro) esprime un concetto valido in tutti i campi “La cosa più importante è rimettere al centro il valore della vita umana”. E se lo dice lui che fa parte dello stesso schieramento di Tozzi e Pecoraro Scanio!
Speriamo che con le nuove elezioni si abbandoni il percorso intrapreso e venga fatta chiarezza sui temi ambientali (vedi criticità espresse dai sindaci dell’Elba e dai comuni della Costa d'Argento) attraverso migliorie alle leggi nazionali sull’ambiente, proponendo normative meno liberticide e meno vessatorie che indichino i fondamenti per la creazione di progetti più vicini alle realtà insulari, dismettendo questo scriteriato modo di governare i territori con le ideologie politiche che insidiano pesantemente, con la scusa di una protezione ingannatrice, la libertà di ognuno di noi, e fare finalmente spazio a vere regole, a regole più serie, senza prenderci tanto in giro.
P.S.: Leggendo il signor Lupi dei Verdi mi viene sinceramente da pensare alle conosciute utopie ambientaliste: “Isola No Oil”, “Isola No Plastic”, “Isola No Rifiuti”, “Isola ad acqua autosufficiente”, “Isola Logistica Avanzata”, Isola con Trasporti pubblici a Impatto Zero”, “Isola con Infrastrutture leggere”, “Isola sicura”, “Isola Amica dei cetacei”, “Isola con area marina protetta”, “Isola recuperata”. Ma avete idea di cosa significhi una rivoluzione del genere? Io che mi sono fatto un minimo di esperienza presso un’azienda leader nel campo delle energie alternative e delle fonti rinnovabili, penso che avrebbero fatto meglio a pensarne un’altra, dirottando i finanziamenti alla risoluzione delle vere problematiche delle isole, che rimangono totalmente da risolvere. Non prendiamoci in giro, facevano prima a chiamarla “Isola no men” oppure “Isola no life”. Ma fatemi il piacere…..!
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