Le decisioni assunte dalla Comunità del Parco meritano a mio avviso qualche considerazione supplementare rispetto ai commenti finora pubblicati dalla stampa.
Il ben noto meccanismo del “teatrino della politica” sembra non avere mai fine.
Il mutare dei rapporti di forza fra gli opposti schieramenti non poteva che portare ad un cambio della guardia al vertice della CDP: semplicemente scontata, quindi, l’elezione di un Sindaco di centrodestra. Barbetti ha indiscutibilmente i titoli e l’esperienza per svolgere al meglio le sue funzioni di Presidente e, se come mi auguro, una volta chiuso il sipario sugli atteggiamenti “formalmente risentiti” si arrivasse ad assegnare la vicepresidenza a Peria o Alessi, il cerchio si chiuderebbe nel modo più logico e lineare possibile. Alquanto pretestuosa mi è parsa anche la contestazione di una negata richiesta di “esposizione del programma”, in quanto D’Errico prima, e lo stesso Barbetti poi, hanno chiaramente indicato come prioritaria la prosecuzione delle pregresse attività della CDP: piano del parco, piano di sviluppo socio/economico, revisione dei confini, eventuale istituzione dell’Amp.

Un inciso sulla, non riportata dalla stampa, generale convergenza sull’assurdità interpretativa del Ministero che impedisce deleghe permanenti o assunzione di cariche ad altri soggetti che non siano i Sindaci o i Presidenti provinciali e regionali. Nonostante la legge 394 consenta alla CDP di “adottare il proprio regolamento”, e soprattutto nonostante che il più elementare buon senso suggerisca sia molto più produttivo un soggetto con competenze specifiche e meno impegni (non a caso le province hanno giustamente inviato gli Assessori all’Ambiente, e non i Presidenti…), ancora una volta viene da chiedersi a chi possano giovare queste forzature formali che sembra tendano solo ad impedire il buon funzionamento di un fondamentale organo di rappresentanza territoriale.

E veniamo alla nomina dei componenti il Consiglio Direttivo del Pnat.
Peria ha testualmente invitato i colleghi dell’opposta fazione a “non ripetere i nostri errori”: tesi nobile, se fosse stata avanzata partendo da una posizione di forza. Deboluccia, se rivolta quando il coltello è saldamente tenuto per il manico da chi ha per primo subito lo sgarbo.Una situazione che ricorda un po’ i film western fine anni 60, col “cattivissimo” Eli Wallach che diventava un agnellino ogniqualvolta si ritrovava una colt alla tempia…

Bisogna poi considerare che, per il centro-destra, l’opportunità di poter godere di una buona maggioranza non è poi così semplice: regione, province e il ben poco coinvolto comune di Livorno portano in dote sostanzialmente automatica ben quattro voti sicuri al centrosinistra.
Tanto che, anche se curiosamente nessuno lo ha rilevato, sarebbe bastato che ieri la Regione si fosse degnata di inviare un suo delegato (diamo pure per scontato che il Governatore abbia ben altri pensieri per la testa…) per impedire con matematica certezza l’imposizione di uno scomodo “cappotto”. Scomodo, forse poco “politically correct”, ma a mio parere assolutamente giustificato nella sostanza. I membri uscenti erano quattro: Giglio, Capoliveri, Rio Elba e Portoferraio.
Il semplice rispetto della logica dell’alternanza avrebbe comunque dovuto portare alla nomina dei rappresentanti di Capraia, da tempo esclusa, e Campo, non fosse altro per la difficilissima gestione di Pianosa. Marciana è il comune che paga al Parco il maggior tributo territoriale, con i conseguenti problemi di convivenza e revisione dei confini. Quanto al Giglio, che pur aveva il suo rappresentante, ha cambiato amministrazione con un nettissimo scarto elettorale anche e soprattutto in funzione del contrasto alla linea dichiaratamente filo-parchista dell’ex-Sindaco Brothel. Aggiungendo il peso specifico di una disastratissima Giannutri, cui i recenti provvedimenti restrittivi imposti dal Pnat non sembra abbiano portato alcun giovamento, appare doveroso che potesse mantenere il suo sacrosanto seggio.
Anche lamentare l’esclusione di Portoferraio in virtù della sua leadership demografica sembra poco più che pretestuoso: la popolosa area metropolitana è ben al di fuori dei confini Pnat, e neanche la pur importante autorità su Montecristo giustificherebbe la riconferma di un seggio che, inevitabilmente, avrebbe dovuto essere tolto a qualcun altro. Un po’ per uno in collo a mamma….

In buona sostanza, la rappresentanza territoriale sembra uscire rafforzata, anche se non perfettamente equilibrata dal punto di vista politico (ma solo nei cinque membri designati dalla CDP, non dimentichiamolo..), tanto che, se immaginassimo i 10 comuni isolani come tutti retti dalla stessa parte politica, probabilmente nessuno avrebbe niente da obiettare su quanto deciso.

Per quanto mi riguarda, un ringraziamento doveroso al mio Sindaco, Dott. Segnini, e a tutti gli altri membri della Comunità del Parco per la fiducia accordatami: spero davvero di poter contribuire, nel mio piccolo, a dimostrare che una serena convivenza fra Uomo e Natura è tanto indispensabile quanto possibile.

Yuri Tiberto – Campo nell’Elba

Ps: credo incidentalmente di aver risposto anche alle osservazioni dell’amico Stefano Feri, che vorrei peraltro ringraziare pubblicamente per l’immediato e graditissimo invio del suo libro “Step”.
Incredibile come una comunanza di idee spesso totale (l’intero capitolo 2) possa a volte sfociare in diverse valutazioni politiche: l’importante è comunque cercare, sempre e comunque, di assottigliare le distanze mettendo in risalto, prima di tutto, le convergenze.
Avendo poi avuto il piacere di conoscere “de visu” Giuliano Mattera, sono assolutamente certo che opererà al meglio, nel più totale interesse del Giglio e dei Gigliesi: forza, coraggio e.. in bocca al lupo!