"Tracce perdute": l'avvincente romanzo di Aldo Scotto
Non avendo potuto partecipare lunedì sera presso il Bar Monti di Giglio Porto, per motivi di salute, alla presentazione del libro di Aldo Scotto “Tracce perdute”, ritengo doveroso ringraziare:
- il gestore del locale per la disponibilità ad ospitare tale evento, conferendo alla serata estiva un simpatico clima da “salotto letterario”
- Andrea Giannoni che, per conto della Pro Loco, ne ha curato la logistica
- il vice-presidente del Circolo Culturale Gigliese Domenico Solari che, insieme all'amico e giornalista Dante Matelli, “gigliese per vocazione”, hanno condotto con grande simpatia e professionalità la presentazione del libro e l'intervista all'autore
- Aldo Scotto, che non è nuovo a esperienze letterarie e, molti anni fa, sempre in collaborazione con il Circolo Culturale Gigliese, aveva pubblicato l'interessante saggio sulle tradizioni musicali gigliesi.
Il libro presentato lunedì sera, come è bene emerso dalla serata, ha un contenuto non banale e uno spessore culturale ricco di varie valenze: la prima sorprendente caratteristica è quella di un romanzo storico di fantasia in cui però si percepisce una profonda conoscenza della storia antica in generale e dell'isola del Giglio in particolare, tale da riuscire a trasmettere la sensazione che le vicende narrate potrebbero essere successe per davvero: caratteristica, questa, che lo accomuna all'altro libro che verrà presentato nella collana del “Lunedì del lettore”, ovvero il volume “Il cielo è rotondo” di Domenico Solari, anche questo di grande rigore, pur se ambientato in un altro contesto della storia del Giglio.
Il libro è inoltre impreziosito da un singolare espediente letterario, che rende avvincente la narrazione alternando il racconto fra il V° secolo avanti Cristo e l'epoca moderna: caratteristica, questa, che invece l'accomuna con un altro pregevole romanzo, “L'invidia degli Dei” di Corinna Pieri, promotrice dei comitati toscani per il Risorgimento e altra scrittice “gigliese” per vocazione.
Ma la più sorprendente caratteristica del romanzo di Aldo, che lui modestamente ha ieri sera minimizzato, è quella di avere scritto un vero e proprio libro giallo dai ritmi incalzanti; e come in tutti i libri gialli avvincenti, la scoperta dell'assassino deve riservare, alla fine, una motivazione non solo sorprendente, ma anche logica e profonda.
Tutte le piccole isole, per definizione, sono sempre state esposte al rischio di ruberie e saccheggi, nelle epoche remote e nelle attuali. Nell'epoca contemporanea questa spoliazione, che può riguardare vari aspetti, è ovviamente poco gradita agli isolani, che accettano con fastidio le varie situazioni, ma le tollerano, grazie alla loro indole fondamentalmente accomodante. Ma se per caso, in qualche cervello la “soglia della tolleranza” si abbassa in un viraggio psicotico, ovvero verso la pazzia, allora potrebbero verificarsi comportamenti addirittura delittuosi.
E qui mi fermo, per non togliere al lettore del volume il piacere della scoperta e della soluzione del giallo storico.
Armando Schiaffino
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