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"Un Giglio in mezzo al mare"

Una travel blogger seria sceglierebbe i tag giusti per indicizzare il testo, poi selezionerebbe le domande più "googlate" e quindi cercherebbe di dare le info giuste su prezzi, pernottamenti e spostamenti in loco. Io sono una blogger poco smart (come dicono quelli bravi) e quindi non vi spiegherò come arrivare alla meta né vi darò suggerimenti per dormire e mangiare ... anche perché sono proprio negata in merito, tanto da essere stata ribattezzata "la collezionista degli alberghi degli orrori". In questa rubrica di viaggi, pensati per perdersi geograficamente e ritrovarsi interiormente, ho deciso di raccontare a modo mio un'Isola che c'è: il Giglio (GR).

OUTFIT Ovviamente ognuno può vestirsi come vuole, ma vedrete che già dopo la prima uscita al mare l'outfit (sempre come dicono quelli smart) rimarrà sempre lo stesso: ciabatte e canotta. Al Giglio libertà significa anche non avere nessun veto a uscire in copricostume per fare la spesa o andare a cena fuori. Nessuno si scandalizza in nessun contesto. Ricordo che un giorno vidi sulla spiaggia delle Cannelle il matrimonio di una coppia di sposi di ritorno (lei al secondo e lui al terzo sì). La sposa era scalza e indossava solo una corona di fiori, il costume e un pareo. Lo sposo arrivò con bermuda e infradito, e disse scherzando: "Le altre mogli mi hanno lasciato in mutande".

COSA FARE Una blogger seria elencherebbe i locali dove fare aperitivi, i posti dove ascoltare musica, le attività per le famiglie e per i single. Io invece faccio una sintesi che metterà d'accordo tutti: al Giglio è bello anche non fare niente. Basta fermarsi davanti al mare e guardare la danza del sole che si immerge rosso nell'acqua. Un'isola ti fa sentire abbracciato dalla natura, che ti parla con la sua lingua misteriosa in ogni momento. Non sei mai solo. La bellezza dell'ozio gigliese è rappresentata dal gattino che veglia il posticino di Rosalba al Saraceno, il rione del Porto che si trova dalla parte della Torre medicea.

FAUNA LOCALE A proposito di animali, oltre ai gatti che vegliano i luoghi e le loro memorie, ci sono anche i gabbiani guardiani del faro. Non parlo di uno dei fari dell'isola, ma proprio dei fari della luce per strada, dove i gabbiani si appollaiano e iniziano a gorgheggiare, chiamarsi e rispondersi per ore. Alberto Angela potrebbe fare cinque trasmissioni sulla fauna acquatica e terrestre del Giglio, endemica e non. Io vorrei citare l'animale più importante per i gigliesi, il mulo. Miti, dagli occhi dolci, i somarelli hanno solcato le mulattiere del Giglio aiutando chi lavorava nei campi. Per concludere, un caso particolare è quello dei mufloni, caproni selvatici dalle lunghe corna saliti alla ribalta delle cronache a causa della decisione, scientificamente accreditata, di una loro eradicazione per preservare la biodiversità del territorio. Ironia della sorte, il nome Giglio deriverebbe proprio dall'antica parola "aegilium" (traslitterazione latina dal greco), che significa capra. E' dunque l'isola delle capre, ma le capre non ci possono stare.

ITINERARI CONSIGLIATI Stavolta lo dico seriamente. Il Giglio è il paradiso del trekking. La pro loco ha ripulito e organizzato tutta la sentieristica dell'isola, adesso a disposizione dei gruppi di camminatori che arrivano da tutta Europa e non solo. Detto questo, non raccomanderò nessun sentiero particolare, anzi! Consiglio a tutti di perdersi…in senso metaforico, ovviamente! Se riuscirete a lasciarvi andare, senza concentrarvi solo sul controllo degli strumenti tecnologici, forse farete degli incontri speciali. Si tratta di antichi abitanti dell'isola, talmente inseriti nella natura da farvi ormai parte come creature di pietra. Stiamo parlando dei palmenti, piccole costruzioni a capannello dove in tempi lontani si pestava l'uva. A tal riguardo riporto di seguito uno stralcio del ringraziamento che feci attraverso Giglionews, mitica testata online dell'isola, a Palma Silvestri, scrittrice e ricercatrice delle memorie del Giglio.

... I palmenti diventeranno lo stupore di nuovi camminatori e spero che il tuo libro, Palma, diventi la guida degli itinerari dell'anima del Giglio. Se è vero che nel nome è scritto un destino, 'Palma Silvestri' evoca due volte il legame che ti unisce alla tua isola: i palmenti e la vegetazione incontaminata. Sempre connessi con computer e telefonini, rappresentiamo una società che rischia di cedere la propria memoria storica e interiore al tempo 'breve' di internet. Auguro a tutti coloro che sceglieranno l'Isola del Giglio come luogo in cui 'perdersi', di ritrovarsi in quel 'mondo bello degli Uomini silenziosi', che tu, Palma, hai saputo riscoprire e raccontare. Oltre alla cartina dei sentieri, dunque, vi raccomando anche il libro "La grande eredità" (Innocenti Editore - 2009) di Palma Silvestri.

TRIPADVISOR Sul molo del Porto, nei vicoli del Castello, al Campese guardando la bella baia. Il Giglio è pieno di ristoranti, tutti meritevoli di tante stelle e ottime recensioni. Però, per capire il vero spirito (anche in senso alcolico) dell'isola, bisogna fare un'esperienza in cantina. Il re delle cantine, come direbbe Vinicio Capossela, è sicuramente il Castello. L'esperienza o "experience", come direbbero quelli smart, va fatta con un gigliese verace e con il vino dell'isola, l'ansonaco. Come avrete capito dall'altra rubrica del blog, IL TRITATUTTO, oltre a non intendermi di viaggi, non sono esperta nemmeno di enogastronomia. Premesso ciò, per me l'ansonaco è un vino bianco con il carisma del rosso, robusto, salmastro e un po' selvatico, proprio come i gigliesi. Nota per le pari opportunità: l'ansonaco più buono mai realizzato è quello di una donna, Eusebia.

POPOLAZIONE I Domizi Enobarbi, famiglia nobile romana del tempo di Nerone, scelsero il Giglio e Giannutri come residenze estive. Un mosaico che rappresenta il labirinto del minotauro testimonia la bellezza delle abitazioni e dei decori del tempo. Oltre a queste nobili origini, i gigliesi provengono da due ceppi dominanti: il sud, Ponza e la Campania, per i portolani, e la provincia di Siena per i castellani. Detto ciò, i gigliesi sono gigliesi e basta: non conoscono riverenza o classe sociale, hanno la battuta pronta e una schiettezza ruvida che ti apre il sorriso anche quando ti rispondono "a traverso". Al Giglio non si potrà mai dire: "Ti sei fatto un nome". Diventi un personaggio solo se sei degno di un soprannome. Mio nonno, un tempo ufficiale postale sull'isola, faceva sempre fatica a indirizzare la posta, proprio perché i gigliesi spesso non si ricordavano il proprio nome e cognome, tanto abituati a chiamarsi per soprannome.

SKYLINE per capire una grande città bisogna vederla dall'alto. Per Firenze da Piazzale Michelangelo, per New York dall'Empire, per Londra…non me lo ricordo. Al Giglio ogni orizzonte è diverso, ma se proprio vogliamo fare i viaggiatori smart, si può arrivare fino alla Cote ciombella, una specie di Stonehenge gigliese, e poi attraversare la dorsale dell'isola fino al sasso ritto. Da questa prospettiva cielo e mare vi gireranno intorno per 180°.

SPORT Windsurf, canoa, subacquea. Sì, avrete la possibilità di fare tutti questi sport, specificando che i fondali del Giglio sono tra i più belli che possiate vedere. Però vi raccomando una cosa che non ha prezzo e oltretutto è gratis: la nuotata con il gruppo dei nuotatori gigliesi. La composizione è trasversale, come direbbero i politici, "a campo largo". Ci sono campioni che vanno in stile libero come pesci e ci sono anche le ranocchie come me che vanno in stile scimmietta lanciata su Marte, con pinne, scafandro e maschera. Però lo spirito conta più delle doti atletiche. I primi aspettano gli ultimi e si arriva tutti insieme.

INTRATTENIMENTO CULTURALE Gli isolani, proprio perché sono isolati, devono essere capaci di fare tutto e a cavarsela da soli. Forse è per questo che i gigliesi compongono e cantano le canzoni, scrivono e recitano i pezzi teatrali. Se siete fortunati, nella via principale del Castello (detta anche misteriosamente "Suppepesci") potete incontrare Alessio, che si metterà a sedere sugli scalini della strada e inizierà a cantare con la chitarra. Ci sono due brani, in particolare, che custodiscono l'anima del Giglio: "Sono gigliese e canto" e "Isolana bella" di Francesco Aldi, detto Cecchino. Per ascoltarle, se non siete al Giglio, vi rimando a Youtube (come farebbero quelli smart). Il pezzo forte della musica è sicuramente la banda, applaudita anche da un virtuoso internazionale come il Maestro Uto Ughi, che ha casa al Castello. I Gigliesi mettono anche in scena da tanti anni il teatro dell'isola, con rappresentazioni sempre diverse, tra cui "Un turco in cantina", grande successo di una storia di inclusione in tempi non sospetti.

METEO Collegatevi a tutti i siti e satelliti che vi pare. Al Giglio dettano legge il vento e il mare. Per capire che tempo fa si apre la finestra e si osserva da che parte soffia il vento. Se è scirocco sarà caldo e umido, se tira maestrale, allora il tempo sarà buono. La cosa più bella del Giglio? In questa isola comanda ancora la natura e noi piccoli umani ci dobbiamo adeguare alla sua volontà. Eppure, non ci si sente sudditi di un'entità superiore, ma parte integrante di un solo universo. Forse è proprio per questo che si sta così bene al Giglio.