Nel 1959, quando ancora in Italia non c’erano le scuole medie Superiori, Don Albano, tramite la Tv di stato, organizzò anche al Giglio il Telescuola, in pratica, tramite la Tv ed un professore abilitato, si aveva la possibilità di prendere un diploma.
Fu proprio da allora ed in quell’occasione che incominciai a praticare Don Albano. Avevo appena dodici anni quando, dopo la morte di Don Giuseppe, Don Albano passò dalla Parrocchia di Giglio Castello a quella del Porto.
Diventato anch’io ormai maggiorenne mi volle al suo fianco non solo in qualità di costruttore ma direi che, con il tempo, divenni il suo vero braccio destro; sono ancora vive nella mia mente le continue telefonate per risolvergli piccoli problemi del tipo rimettere l’orologio del Campanile perché cinque minuti indietro o avanti, e tante tante altre cose piccole e grandi che non sto ad elencare.
Ho visto Don Albano piangere come un bambino, forse sono stato l’unico, l’ho visto nella più completa disperazione fino a pronunciare davanti a me parole fortissime ("Dio cosa ho fatto per essere tanto sfortunato in questa vita?")
Don, avevi ragione, io lo posso testimoniare: nella vita terrena non hai avuto fortuna; perfino nel giorno del tuo funerale ci sono stati piccoli inciampi e forse non è stato un caso che a risolverli sia stato proprio io, chissà il destino ... spero almeno che adesso che sei accanto al Signore tu possa finalmente avere la pace tanto cercata e soprattutto avere la giustizia divina.
UN RICORDO DI DON ALBANO
Autore: di Giuseppe Modesti, Presidente Confraternita di Misericordia
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