Riprendo la nota di Franca Melis relativa all'istituzione dei campi boa. Sono un frequentatore abituale del Giglio appassionato di immersioni e risiedo in alto Adriatico. Nella nostra zona da anni esiste l'Associazione Tegnue di Chioggia (www.tegnue.it) la quale, tra l'altro, ha finalmente regolamentato l'accesso alle aree subacquee di interesse proprio per mezzo della posa di un campo boe. Quindi niente pesca sportiva, niente strascico e tantomeno ancoraggio selvaggio. Per questo motivo alcuni anni or sono venni cortesemente invitato dalla pro loco dell'Isola del Giglio proprio per condividere la nostra esperienza, evidentemente senza alcun risultato.

Quest'anno ho fatto una piacevole crociera in Croazia spingendomi piuttosto a Sud, oltre l'isola di Premuda, facendo tappa all'isola di Skarda. Un posto incredibile, assolutamente selvaggio, senza nemmeno la luce elettrica e tre, diconsi tre, case. Ebbene l'isola di Skarda è dotata di un comodissimo campo boe dove a fronte del pagamento al custode di 100 kune (circa 7 euro) si può attraccare in assoluta sicurezza, dormendo tranquilli e non massacrando i fondali con ancore e quant'altro.

Ora, con tutto il rispetto per la Croazia ed i Croati,mi pare impossibile che il Giglio, che quest'anno è la mèta turistica più blasonata d'Italia, non sia in grado di attuare un progetto così semplice, efficace e redditizio. Inoltre va  considerato che sarebbe anche realmente necessario dato che la capienza del porto, per le sue caratteristiche intrinseche, è assai limitata ed assolutamente insufficiente soprattutto nel periodo di massima affluenza del diportismo nautico.

L'amministrazione in carica ed il Sindaco Ortelli, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente, fin'ora hanno dimostrato voglia di agire. Spero  si attivino anche  per evitare che il campo boe  continui a restare lettera morta. Da parte mia, per quanto nelle mie limitatissime possibilità e competenze, resto a disposizione.

Un cordiale saluto a tutti.
Valerio Matarrelli