E’ stata infatti sciorinata in tutte le salse… peccato però, poi, che come dice il famoso proverbio: quasi sempre “si chiacchiera bene, ma si razzola male”; anzi malissimo!!!
Da una parte si difende per esempio a spada tratta, quasi fosse una questione di vita o di morte, un progetto di riforestazione che doveva costare alla collettività non meno di 18000 Euro, da effettuarsi su massi di granito della “Cima dei Castellucci” con piante che, invece di garantire la famosa biodiversità tanto cara come parola all’Amministrazione, avrebbero invece sortito l’effetto contrario a causa della loro natura infestante; dall’altra vengono invece stanziati 2359 Euro, senza nessun motivo apparente, ma anche senza alcuna remora, per disporre il taglio di ben 12 alberi: 12 piante annose di alto fusto!
Non sembra esserci più religione!! Ma soprattutto non c’è, o non ci sarà più ombra!!!
La motivazione dichiarata è che le piante sarebbero “pericolanti”; ma, considerato che tale stato non sembra essere poi così precario, quali sarebbero allora i motivi che spingono l’Amministrazione a voler mettere in atto un simile scempio?
Prendiamo ad esempio i tre pini che si vorrebbero abbattere alla fermata del bus al Campese: dove sarebbero le lesioni alla struttura dell’immobile di proprietà comunale, provocate dalle radici di questi ultimi, che ne richiedono la soppressione urgente?
Uno di quei tre pini, poi, non è nemmeno collocato all’interno della corte ma si trova nel piazzale oltre la rete ed è decisamente a distanza dall’edificio in parola; quindi? L’asfalto circostante, inoltre, non sembra dare neppure segni di lesione causati da radici. E meno male che i pini “incombono” come suggerisce la determina 371 del 21.12.2005 sulla piazza della fermata bus. Sarà così che su questo spazio asfaltato sotto il sole cocente di Campese, specie in Estate, quelle decine e decine di persone che aspetteranno i pulmann non potranno più godere di quella poca ombra e della brezza regalata proprio da quei pini stando a sedere sulle panchine.
Che dire poi dei due pioppi nella corte degli ex bagni pubblici? Come faranno “a cadere da un momento all’altro sull’attigua via comunale della Torre”, quando si trovano addirittura sotto strada e quando dimostrano di essere super ancorati al terreno con le loro sane radici?
Nella posizione eretta in cui si trovano potrebbero al massimo richiedere una sana potatura. Perché dunque abbatterli del tutto?
Altre stranezze riguardano le altra piante di Campese.
E che dire infine dei cipressi del cimitero del Castello? Oltre a non dare fastidio a nessuno (tagliare addirittura quello all’estremo sud sarebbe un peccato mortale) sarebbe il caso di poter sapere se la relativa segnalazione sia stata fatta pervenire al Comune (per caso) da qualche buonanima, visto che se fosse vero che l’hanno fatta invece i Vigili, così come pare, perché – si chiedono i Verdi del Giglio – anziché al taglio dei cipressi cosiddetti “pericolosissimi” del cimitero, non si è mai data la precedenza alla bonifica di quella vergognosa discarica che proprio al cimitero risulta essere appiccicata? Una discarica – sempre secondo i Verdi – di pochissimo rispetto per i nostri cari defunti.
Ci auspichiamo – concludono infine – che nella località più assolata dell’isola, cioè Giglio Campese, lo scempio di nove alberi tagliati tutti assieme non venga realizzato. Soprattutto perché Campese ha un bisogno primario: quello di avere ombra ed aree verdi negategli da sempre di Amministrazione in Amministrazione e l’unico sistema a tutt’oggi di averne un po’ pare che sia soltanto quello di pagarsela, magari affittandosi ombrelloni.
Marina Aldi, per i Verdi dell’Isola del Giglio
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