Motivi di lavoro giornalistico, di attrazione per il "sesto continente", di legami naturali per il nostro scoglio (se mi é permesso) mi inducono a fare una proposta generata da oltre quarat'anni d'immersioni in loco: da decenni, giacenti sui fondali di deliziose cale e calette, vedo bottiglie di vetro e plastica, metri di cime sintetiche, piatti, posate, bicchieri, sacchetti, buste "usa e getta", perfino pezzi di scafo e paglioli. Rifiuti in perenne aumento e mai rimossi.
Sono lì, immutabili, immarcescibili, appena velati da una sedimentazione vegeto-minerale. Immagini avvilenti non soltanto per i subacquei  ma per chiunque dia uno sguardo dalla superficie trasparente o con una maschera.
Sorvolando sulla diatriba: parco naturale, zona protetta ecc. la prima profilassi andrebbe fatta monitorando anche le piccole imbarcazioni ed il "popolo delle rocce" che troppo spesso offende un meraviglioso bene comune scaricandovi ogni rifiuto.
Esperimento, poco costoso, da tentare: un galleggiante, tipo salvagente rigido, con sopra un mimetizzabile cestino per i rifiuti, ancorato sul fondo con pochi metri di catena ed un blocco di cemento. Ubicati almeno dove l'affluenza é maggiore. Con cadenza settimanale gli addetti comunali - non ritengo che chiederebbero l'indennità di navigazione! - potrebbero recarsi a svuotarli.
Indispensabile per una prima pulizia dei fondali, la collaborazione delle varie scuole d'immersione: prolungando, od accorciando di mezz'ora la lezione pratica, facendone anche un argomento di istruzione ecologica (come e perchè rispettare l'ambiente di cui godiamo) gli istruttori dovrebbero munire gli allievi di sacchi di plastica, forniti dal Comune, per scaricarvi tutta la rumenta. Considerata la minima profondità operativa, un volontario apneista provvederebbe a recupararli. Un ottimo allenamento polmonare!
Ovviamente, io per primo sarei a disposizione una - due volte a settimana. Mi pacerebbe sapere se qualcuno signor sindaco ed assessori in testa, approvano la mia modesta proposta.
In seconda istanza: in un giorno ed in un'ora prefissata, volontari apneisti s'imbarcano, al porto, su un natante gestito dal Comune e, firmato un attestato di buona salute e scarico di responsabilità, dedicano un'ora ad un sano allenamento e ad opera meritoria. Profondità operativa: 1-12 metri.

Cordiali saluti.
Andrea Pittiruti