Il nuovo nulla di fatto nella Comunità del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che, a termini di legge abbondantemente scaduti, per la terza volta di fila non è riuscita a nominare i suoi cinque membri per il direttivo dell’Ente Parco (tra i quali andrà scelto il vicepresidente del PNAT), oltre che a mettere in evidenza la scarsa concretezza e la frammentazione politico-amministrativa dell’Arcipelago, pone il Parco Nazionale davanti ad un rischio concreto: l’espulsione delle isole più piccole, Capraia e Giglio, dal governo del Parco.
Un’Area Protetta che è stata fino ad ora troppo "elbanocentrica", con le 6 isole minori oggetto di progetti episodici o praticamente abbandonate (Gorgona e Giannutri) o lasciate in mano a metodi di gestioni superati ed impropri per un Parco Nazionale (Montecristo, Pianosa), mentre Capraia ed ancor più il Giglio, per una consapevole scelta politica della vecchia amministrazione di centro-destra, hanno vissuto in maniera defilata il parco.
Le proposte avanzate per il direttivo da centro-sinistra e centro-destra prefigurano una rappresentanza degli Enti Locali completamente Elbana (Rio nell’Elba, Marciana, Portoferraio e Capoliveri con due rappresentanti, tra cui l’ex Sindaco ed ex Commissario del Parco Barbetti), con l’esclusione delle altre due isole abitate e costituite in comune: Capraia e Giglio.
Una rappresentanza territoriale che non può certamente essere surrogata dalla nomina nel direttivo del parco del grossetano Mauro Ginenneschi, ex Assessore della Regione Toscana, da parte del Ministro delle Politiche Agricole, che pure è una pesante ipoteca per il Giglio, in quanto la provincia di Grosseto (con solo 2000 abitanti nel Parco) sarebbe così già rappresentata.
Ed è strano che ora gli amministratori locali invochino un "aiuto" da parte del ministero dell’Ambiente per risolvere, attraverso le due nomine tecniche che sono di competenza di Pecoraro Scanio, e quelle del mondo scientifico e ambientalista, un problema di rappresentanza territoriale che spettava a loro affrontare, invece di usare un bilancino politico tutto interno a problematiche ed equilibri di potere elbani che con l’area protetta non hanno niente a che fare.
«Legambiente – dice Gian Lorenzo Anselmi, presidente del circolo Arcipelago Toscano – chiede a tutti un ripensamento, per evitare che il governo del parco sia privato della rappresentanza e delle problematiche delle isole più piccole, che sono la vera ricchezza del Parco Nazionale. Un ripensamento che deve avvenire rapidamente, ed in primo luogo nella Comunità del Parco, che sta dando un triste spettacolo di incapacità ed impotenza, e con nomine ministeriali, delle Associazioni Ambientaliste, delle Università e della ricerca scientifica che comprendano esperti e figure tecniche che con l’Arcipelago Toscano hanno un rapporto continuo e reale. Continuare con la riproposizione di un parco "elbanocentrico" – conclude Anselmi – sarebbe un danno per il Parco e per la tutela reale della grande biodiversità delle nostre sette isole».
ARCIPELAGO: 'NO AD UN PARCO ELBANOCENTRICO'
Autore: di Legambiente Arcipelago Toscano
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