COMUNE DI ISOLA DEL GIGLIO
PROVINCIA DI GROSSETO

E’ la seconda lettera dello stesso tenore che nel giro di pochi giorni ricevo; la prima addirittura era un esposto sottoscritto da alcune decine di turisti e residenti, contro il libero ancoraggio delle imbarcazioni, in particolar modo di fronte alle spiagge, con le conseguenze di ordine igienico-sanitario facilmente intuibili e, al quale, ho dato subito riscontro, interessando il Ministero dell’Ambiente, l’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano e l’Autorità Marittima competente.

Le stesse lamentele le riceviamo ogni stagione turistica per quella che è l’ esperienza della nostra Amministrazione che prosegue da tre anni a questa parte. Ma le stesse osservazioni le rileviamo noi stessi, aprendo gli occhi, unitamente ad altri annose questioni che riguardano il mare.

Il problema è serio ed è stato seriamente affrontato con la fase di istruttoria preliminare della Area Marina Protetta che dovrà sorgere attorno a tutte le isole dell’ Arcipelago, Giglio e Giannutri comprese.

Come più volte ribadito ed evidenziato, il nostro mare e le nostre coste sono sottoposte ad un continuo assalto non regolamentato che, fra le varie cose, genera anche dei notevoli danni di immagine, economici, di fruizione delle coste oltre ché, ovviamente, ambientali. In tutto questo risulta fortemente penalizzato chiunque vive l’ isola, sia come turista che come residente.

Questo è stato un punto fortemente sostenuto da tutti noi, nel quale continuiamo a credere fermamente.

Uno degli aspetti presi in seria considerazione dalla proposta di regolamentazione è proprio quello di organizzare (non impedire) il flusso e gli ormeggi delle grandi imbarcazioni; non è più tollerabile una situazione come quella attuale. Devono essere individuate apposite zone ove ciò possa avvenire ed ove vengano opportunamente posizionate boe per gli ormeggi. Tali zone dovranno essere scelte nei modo più appropriato e compatibile con il resto delle attività che vi si svolgono intorno, al fine, da un lato di offrire tutela e dall’ altro, servizi.

Questo è un punto, ma è anche, soprattutto, un concetto. Fino a che punto è giusto che un luogo di turismo basato sul valore ambientale tenga le porte aperte a chiunque, ovunque ed in qualsiasi misura, in nome, penso, dell’ unico vero motivo, identificato nella possibilità del “guadagno dell’oggi”?

E’ giusto pensare di porre delle regole quando ci si rende conto che il territorio non riesce più a sostenere l’ uso che ne viene richiesto?

E’ giusto regolamentare laddove accade che si vende una vacanza o un’ idea di ambiente e poi, nella realtà rischiamo di farne trovare un altro?

E’ giusto porre rimedio laddove l’ attività antropica sottopone l’ ambiente ad un lento ma inesorabile degrado?

Noi una risposta a queste domande ce la siamo già data e non attendiamo altro che il Ministero dell’Ambiente attui una pianificazione che ponga rimedio a tutto ciò;  riteniamo però che ognuno se la debba dare e debba anche rispondere prima a se stesso e poi agli altri, per quanto è disposto a cambiare nei propri comportamenti, al fine di ottenere un bene superiore.

Altrimenti, come nei casi dei vicoli sporchi, o di chi posteggia male e via dicendo, sono sempre “gli altri” che sbagliano e che devono porre rimedio alle loro abitudini.

Attilio Brothel - Sindaco