Festa grande oggi al Castello: Novemia compie 100 anni! E tutti parenti ed amici ci stringiamo intorno a lei per compiacerci di questo bel traguardo, raggiunto in buona salute fisica, ma soprattutto con una lucidità mentale da fare invidia ai ventenni.
La vita non è stata facile per lei, perché, sia pur bambina, è passata attraverso la guerra del '15-'18. Poi giovanetta ha vissuto quella dell’Abissinia e donna quella tremenda che molti di noi ancora ricordano. E sotto questo aspetto mi riferisco a privazioni di primaria sussistenza. Dov’erano lo zucchero e il latte e i biscotti? E cos’era l’acqua corrente? E gli abiti adeguati? E il fuoco? Un detto crudele del passato recitava “chi ebbe il foco campette, chi ebbe il pane morette”. Ora un po’ di bosco c’era al Giglio, ma non si poteva farne un uso smodato. Nelle povere case il fuoco si accendeva alla sera quando la famiglia si riuniva davanti al camino. Durante il giorno ci si riscaldava lavorando e ci si copriva con maglie e calze di lana di pecora filata a mano. Pizzicavano sulla pelle, ma davano un calore benefico al corpo. E tuttavia chi superava i disagi e le privazioni dell’epoca, poi cresceva forte e in grado di adattarsi alle difficoltà che via via si sarebbero presentate. Torniamo alla nostra festeggiata. Crebbe bene, tra mare e campagna, allegra, vivace. E quando fu in età da marito fece un incontro felice. Sposò Cecchino di Gianmaria. Bell’uomo, gioviale, grande lavoratore e innamorato della musica. Entrò nella banda del Giglio e la diresse, ma il suo grande pregio fu che non volle tenerla solo per sé la sua musica. La insegnò a tanti ragazzi, alcuni capaci, altri meno, altri addirittura con difficoltà intellettive. Così nella cucina di casa Aldi a sottolineare il borbottio della pentola di legumi che bolliva sul fuoco, serate intere dopo il lavoro dei campi a seguire il monotono solfeggio dei principianti e poi gli striduli suoni che facevano accapponare la pelle. E Novemia sempre paziente, amorosa, complice. Chissà che non sia stata la musicoterapia a garantirle questa lucida e piacevole vecchiaia? Grazie Novemia, per tutti i tuoi sorrisi e le tue preghiere, per i tuoi ricordi e per i tuoi buoni dolci, per come hai cresciuto la tua bella famiglia che rimane un esempio per tutti noi. Grazie Novemia, ci vediamo l’anno prossimo!
Caterina Baffigi Ulivi
Auguri Novemia!
Autore: Caterina Baffigi Ulivi
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