Tutto procede bene, secondo il crono-programma stabilito. Questo in sintesi è quello che è emerso dall’incontro che il Commissario delegato del Governo per l’Emergenza Costa Concordia, Franco Gabrielli, ha tenuto questa mattina con la popolazione dell'Isola del Giglio.
Il Prefetto Gabrielli, rispondendo alle domande dei cittadini, ha chiarito e spiegato le attuali fasi del processo operativo che porterà alla rimozione del relitto della nave da parte del consorzio italo-americano Micoperi-Titan.
Con l’ordinanza di Protezione Civile dello scorso 27 Aprile, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha stabilito che la Struttura Commissariale potrà coordinare le autorizzazioni per l’avvio del progetto tramite due Conferenze dei Servizi.
La prima, introduttiva, si è svolta in data di ieri alla presenza di tutte le istituzioni che dovranno rilasciare il loro parere. L’altra, quella decisoria, è convocata per il prossimo 15 Maggio.
Già dal giorno dopo il consorzio Titan-Micoperi potrà firmare i contratti ed avviare la cantierizzazione, al più tardi nei primi giorni di Giugno dovremmo vedere le ditte già all’opera.
Si partirà con i carotaggi per sondare il fondale e la tipologia più opportuna di palificazione da porre in opera. Tutti i pali tra la nave e la terraferma, utili all’ancoraggio del relitto, saranno sommersi e nessuno di essi dovrebbe fuoriuscire dall’acqua. Poi si passerà alla creazione della piattaforma subacquea sul lato sinistro ad uso di falso fondale. Queste prime due opere, dovrebbero garantire, entro il 31 Agosto, la completa stabilizzazione della nave.
Successivamente si procederà alla rimozione dello scoglio incastrato nella Concordia (scoglio che tornerà all’isola) ed alla chiusura delle falle per evitare la fuoriuscita di materiale nel momento della rotazione del relitto.
Sull’isola sarà presente solo un ufficio del consorzio appaltatore italo-americano e nessun mezzo né forma di cantierizzazione influirà con la logistica del porto. Sarà tutto allestito a mare nei pressi della nave ed il personale potrà essere alloggiato, a scelta della popolazione, o in una nave-albergo oppure nelle strutture del Giglio.
Il porto di base per la sosta dei mezzi dovrebbe essere quello di Piombino ed i cantieri e le ditte toscane (come ad esempio I Cantieri Apuani) saranno i primi coinvolti nella creazione delle strutture necessarie al progetto nonché all’indotto che ne deriverà.
In tempi brevissimi, non appena sarà concluso l’attuale tentativo di ricerca degli ultimi due dispersi, anche i mezzi e le tende adesso presenti ancora sul lungomare dell’isola saranno rimossi.
A proposito infine dell’intervista in cui il proprietario nonché General Manager di Micoperi, Silvio Bartolotti, affermava di voler devolvere gli utili di questa operazione all’Isola del Giglio, il Commissario Gabrielli ha confermato che non si tratta solo di una semplice intervista ma di una dichiarazione scritta nero su bianco proprio nel progetto che la Micoperi ha presentato per la partecipazione alla gara! Staremo a vedere …
Autorizzazioni Rimozione Concordia: "Tutto procede"
Autore: Giorgio Fanciulli
5 Commenti
Mi auguro che il progetto Titan-Micoperi venga respinto; sarà un disastro ambientale basato su "occhio non vede, cuore non duole"
Non pensavo che si potesse offrire raggio d'azione, o addirittura premiare, qualcuno che abbia intenzione di trivellare il fondale marino che costituisce gran parte della meraviglia dell'Arcipelago Toscano e che racchiude specie rarissime e protette ancora poco studiate. Il documento che offre Mammoet è grandioso perchè permette di conoscere l'errore gravissimo che stiamo per assecondare: distruggere un patrimonio naturale ricchissimo. Il progetto Titan racchiude quasi tutte le condizioni peggiori che possano essere attuate in una situazione di tale emergenza. Mi pare altresì evidente che il progetto che acquista maggior credibilità sia quello proposto dal sig. Giuliano Giunti: pare chiaro proprio perchè ha reso pubblico un video che si commenta da solo, non siamo di fronte a grafici o disegni tecnici, nel video si vede chiaramente quello che accadrebbe. Certamente un transatlantico è diverso da un modellino di quelle dimensioni, ma siccome il recupero avverrebbe semplicemente attraverso leggi fisiche, quel progetto non ha bisogno di altre esemplificazioni. La cosa più importante è passata subito in secondo piano: l'importanza dell'ambiente. Ci troviamo in mare, non possiamo imporre catastrofi ambientali, quando sarebbe possibile riportare a galla la nave senza distruggere il fondale marino, anzi, senza nemmeno sfiorarlo.
Spettabile consorzio Mammoet Salvage, sarebbe interessante conoschere il vostro progetto per capire meglio se veramente non andavate ad intaccare l' ambiente marino, da una foto è poco chiaro il metodo proposto, per gli altri mettetevi l' anima in pace la nave verrà tolta non ci sarà nessuna " miniera d' oro " cordialmente Mario Landini
Concordo :-) con Giuliano Giunti e con il AD della Mammoet Salvage.
Da appassionato ma non da tecnico ho speso molto tempo alla ricerca delle varie tecniche di recupero di un relitto. Ho letto di schiume, palline da "golf"...ho anche parlato con un saldatore di Fincantieri e con esperti del Genio Navale.
La rimozione del relitto si potrebbe fare con la metà del budget previsto e senza intaccare la flora e fauna marina.
Purtrtoppo la politica impera. Si farà quello che Titan " suggerisce ". E se qualcosa andrà storto poco male. Il carburante è stato aspirato al 90% ed il disastro ambientale scongiurato. Lo scivolamento del relitto su un fondale più basso sarebbe tragico da un punto di vista ambientale ma una miniera d'oro per qualche Gigliese...se sono andato un po' troppo il là me ne scuso..ma questo è il mio pensiero :-*
Auspicando che le autorità italiane valutino non solo le modalità devastanti sull’ ambiente marino subacqueo (sì perché il patrimonio secolare del mare è sott’acqua … non sopra !) dell’intervento selvaggio che si apprestano ad autorizzare, ma anche l’incertezza sul raggiungimento dell’obbiettivo: rimuovere la Concordia, alleghiamo uno degli articoli apparsi sulla stampa che riassume e mostra in un Video cosa avevamo proposto a Costa Crociere fin dal 23 febbraio scorso:
http://blog.panorama.it/italia/2012/03/30/costa-concordia-cosi-ve-la-riporto-a-galla-video/
Il mio progetto risponde all’imperativo: rimuovere la nave intera prima possibile con impatto ambientale zero.
Ho quindi pensato a:
· alleggerire la nave spingendo fuori l’acqua di mare al punto da farla riposizionare spontaneamente alla linea di galleggiamento, non sottoponendola a trazioni dall’esterno
· non sfiorare il fondale marino
· non inquinare il mare utilizzando un materiale ecocompatibile che non rilascia alcun residuo e non altera neppure l’acqua potabile !! ( Certificazioni internazionali consegnate a Minambiente e Protezione Civile)
· dimostrare come agisce la resina non con un disegno animato ma con un modellino realmente affondato in acqua e poi riportato a galla dalla resina espandente
· ricordare che il principio di Archimede è valido così per un guscio di noce in un bicchiere d’acqua come per un transatlantico nell’oceano
· dimostrare che l’ azione e reazione fra un solido e l’acqua vale in un piccolo contenitore come nello scafo della Concordia.
Non ho solo pensato tutto questo: l’ho anche messo in pratica con successo.
A tutela dell’ambiente marino dell’Isola del Giglio patrimonio di tutti, mi attendo un ravvedimento generale perché esistono alternative possibili.
Giuliano Giunti