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Ave Maris Stella: il ritorno di un saluto speciale
AVE MARIS STELLA il ritorno di un saluto speciale
foto Sergio Giorgi

Ogni anno, in occasione della festa religiosa di Maria Assunta che cade il quindici di agosto, è tradizione al Castello, officiare la messa il pomeriggio del quattordici, seguita da una solenne processione che gira per le vie principali del paese con statua della Madonna e banda musicale. A tale rito, inteso anche come “piacere di ritrovarsi” partecipano moltissimi gigliesi che vivono fuori dall’isola tutto il resto dell’anno.

Sino a qualche anno fa, mentre si spalancava il portone della chiesa per far uscire il corteo, dall’altare veniva intonato un inno particolare: l’Ave Maris Stella, un canto in latino le cui origini si perdono nei tempi remoti degli “usi e riti” gigliesi.

L’inno, tramandato a noi di voce in voce ci giunge arricchito dal Portamento, uno stile canoro spagnoleggiante che allunga la nota, rendendo il motivo accorato, considerato un errore nella regola della musica corale, ma ricco di pathos e di profondo coinvolgimento emozionale.

Negli ultimi anni il Canto Accorato non si sentiva all’uscita della processione; non veniva intonato perché ormai si era esaurito il filone “di voce in voce” non ereditato dalle nuove generazioni.

Ma oggi quel canto si è sentito come per magia al rito della comunione cantato dal “Coretto” situato dietro l’altare maggiore; la musica dell’organo ha inondato dolcemente l’aria e le voci, delicate, dorate come la luce del tramonto, hanno avvolto i fedeli che, io compresa, estasiasti cantavamo avvicinandoci lentamente verso l’ostia consacrata.

“AVE MARIS STELLA, DEI MATER ALMA. ATQUE SEMPER VIRGO, FELIX CAELI PORTA…”

Buon ferragosto a tutti voi cari gigliesi di qua e di là dal mare.

Palma Silvestri