sergio ortelli sindaco del comune di isola del giglio
Cala del Saraceno: il Sindaco precisa
CALA DEL SARACENO: IL SINDACO PRECISA

Trovo particolarmente bislacco, se non fosse una prassi politica, che su un tema così specifico come l’aspetto paesaggistico di un luogo storico del Porto si utilizzi le pagine di GiglioNews per contestare, senza riscontro, un’ipotesi di lavoro pubblico piuttosto che confrontarsi democraticamente con gli Amministratori. E, aggiungo, senza valutare preliminarmente i motivi per i quali si è studiata e adottata la migliore soluzione tra le poche disponibili.

Ancora più insolito è il fatto che il documento/articolo, a firma di un nostro stimato concittadino onorario, sia stato trasmesso al protocollo del Comune per tramite dell’opposizione consiliare. Lasciatemelo dire, è una questione poco chiara e non posso non essere amareggiato per la strana sensazione che sto provando in questo momento e che, non me ne vogliano, rimane solo e solamente mia.

Detto questo, ribadisco che il processo di ricostruzione della deliziosa caletta del Saraceno non è iniziato agli albori della stagione estiva bensì alla fine del 2018, ovvero quando la Regione Toscana e lo Stato hanno dato il via libera alla sua ricostruzione. Ricordo che la devastazione della deliziosa caletta è stata causata dagli straordinari eventi calamitosi del 28-30 ottobre scorso. Da quel momento si sono sviluppati decine e decine di sopralluoghi da parte di tutti noi e dei referenti della Soprintendenza a cui si è aggiunta, durante i lavori, un’Archeologa incaricata di assicurare la buona cura dei reperti archeologici.

Orbene adesso è doveroso fare una decisa sottolineatura affinché si sgomberi il campo dalla confusione manifestata nel documento:

  1. il muro ricostruito nuovo ha la stessa altezza del parapetto precedente (65 cm) e non difforme come viene affermato nel cosiddetto “appello”. Abbiamo rifabbricato il parapetto com’era, naturalmente con tutti gli accorgimenti di resistenza al moto ondoso ed all’uso che deve essere assicurato come storica “seduta” dei cittadini che si soffermano ad ammirare la meravigliosa caletta. La stessa altezza ci veniva assicurata da una cornice stampata sulla parete dell’edificio adiacente che indicava il profilo originario.
  2. la notizia riportata sul granito cinese è falsa. Questa Amministrazione non ha mai utilizzato questo materiale nelle opere di sua competenza se non quando, con poche residue risorse economiche, è stato posto rimedio allo scempio realizzato sul molo rosso. Molo che, come tutti sanno, abbiamo rimediato solo nella prima parte.
  3. anche a noi sarebbe piaciuto ricostruire semplicemente il parapetto in muratura senza ringhiera, ma ciò non sarà possibile per ragioni di sicurezza dettate dalla legislazione vigente. Il vecchio parapetto fu costruito con le vecchie regole mentre il nuovo deve assicurare il rispetto della (nuova) legge che prescrive 1 metro di altezza da terra.
  4. un parapetto in muratura alto 1 metro, dal nostro punto di vista, sarebbe stato estremamente invasivo e non avrebbe garantito la seduta né avrebbe garantito la migliore visuale della caletta soprattutto nella parte dell’arenile già abbondantemente eroso dalle mareggiate. Insomma, ripristinando il vecchio parapetto si è cercata la migliore soluzione a garanzia della legge sulla sicurezza ma anche della piena fruibilità.
  5. non abbiamo la presunzione della bacchetta magica e di chi fa tutto perfetto. I risultati di questa opera pubblica sono il frutto di confronto e di continue interlocuzioni con i tecnici, con la soprintendenza paesaggistica e con il referente della soprintendenza archeologica dato che l’area è vincolata da questi due importanti obblighi. Obblighi che abbiamo cercato di rispettare per dovere.

Non credo di avere altro da aggiungere se non confermare l’imbarazzo che continuo a provare per il modo in cui si è sviluppata la vicenda.

Sergio Ortelli