Non sapevo che Enio stava male. Quando stamani ho appreso la notizia ho provato un grande dispiacere. Il capannello di gente, i soliti che non si fanno mancare un fine settimana al Giglio, erano in attesa del traghetto, in attesa dell’imbarco, con le facce smarrite. “Andiamo al funerale di Enio” mi hanno detto. Mi si è gelato il sangue.

“Ah Se! L’artri so ancora a dormì”. Mi chiamava così, in romanesco, quando lo incontravo da Pierina per un caffè. Non era spaesato, come poteva essere un turista qualsiasi ma, seduto con le spalle alla parete del bar, con l’immancabile sigaretta in bocca, assumeva l’atteggiamento del tipico gigliese che sorvegliava quello che accadeva intorno.

Domani a Roma i funerali di Enio. Lo ricordiamo con tanto affetto e simpatia. Sincero cordoglio da tutta la comunità e vive condoglianze alla sua famiglia. Da parte nostra il ricordo di un personaggio, mai al di sopra delle righe nonostante il suo entusiasmante passato, che ha preso parte alla storia della nostra isola e che al Giglio era rimasto particolarmente legato.

Sergio Ortelli