Diciamoci la Verità ...
Nella mitologia induista, la divinità Shiva rigeneratrice (e distruttrice) del mondo è spesso rappresentata mentre schiaccia il nano dell'ignoranza. Ecco, l'ignoranza è uno dei peggiori demoni anche nel nostro mondo moderno. Particolarmente grave è poi spargere ignoranza, in tempi normali ma soprattutto in tempi di crisi.
Andiamo quindi con ordine a correggere alcune inesattezze ultimamente apparse su GiglioNews attraverso un articolo a firma Progetto Giglio.
Innanzitutto esiste differenza tra atti nulli e atti annullabili. Un atto nullo è senza effetti fin dal principio, un atto annullabile ha pienamente effetto fino al suo annullamento. Tutte le delibere del 6 ottobre sono pienamente valide finquando il TAR non le annullerà. Quando e se questo accadrà, i cittadini potranno chiedere il rimborso al Comune, che dovrà corrispondere loro anche gli interessi legali.
Purtroppo amministrare, come abbiamo detto in campagna elettorale, vuol dire operare scelte. La scelta effettuata dall'Amministrazione è stata quella di non pregiudicare spese essenziali e lavori già programmati – come ad esempio i contributi alla scuola pubblica - con l'assicurazione che tale vizio verrà sanato nei prossimi giorni.
Nel caso in cui questo non accadrà, ce ne assumeremo la piena responsabilità, come già detto in Consiglio Comunale. Così come spero sia pronto a fare chi continua a predicare mezze verità.
Fa piuttosto pensare poi il pregiudizio che la Minoranza sembra nutrire verso questa Amministrazione: pare quasi che qualsiasi decisione venga presa dal Sindaco Ortelli in qualche segreta stanza, in base a qualche oscuro accordo. Ora, posso capire che questo sia il modus operandi che va per la maggiore oggigiorno, ma non è il nostro e mai lo sarà.
Il comunicato relativo alle aliquote dei tributi era pronto da giorni, solo che non tutti sanno che in questo periodo il Governo sta di nuovo cambiando le regole del gioco, e ci siamo fermati per non dare comunicazioni errate e generare ulteriore confusione.
Con decreto interministeriale del 28 novembre scorso, il Governo ha rivisto le esenzioni IMU sui terreni, imponendo il pagamento a molte categorie fino ad allora considerate esenti.
Tale prelievo viene giustificato per compensare i comuni dei minori trasferimenti statali dovuti alla costante e continua spending review del Governo. In pratica lo Stato centrale stabilisce ancora una volta che le risorse non più disponibili per i Comuni (per scelta politica del Governo) debbano essere prelevate mediante tassazione sui cittadini; tassazione statale mascherata da tassazione comunale. Infine, è notizia di pochi giorni fa che il pagamento della rata relativa alla "neo-istituita" IMU 2014 sui terreni agricoli verrà posticipato al 2015, salvo ulteriori ripensamenti da parte del Governo.
Permettetemi di notare un curioso caso di interpretazione giuridica delle norme.
Già perché da un lato lo Stato, col Ministero delle Finanze, chiede ai comuni di ritirare le delibere con cui sono state modificate le aliquote dell'IMU perché contrarie allo Statuto del contribuente e al principio della certezza del diritto. Delibere che, ricordiamo, sono state approvate dal nostro Comune con 6 giorni di ritardo dal termine del 30 settembre.
Dall'altro lato, sempre lo stesso Stato, emana un decreto interministeriale il 28 novembre, ovvero con quasi due mesi di ritardo dalla scadenza indicata come necessaria per non creare problemi ai contribuenti, col quale rivisita il sistema delle esenzioni per l'anno in corso.
Pare quasi che nella versione italiana della fattoria degli animali di Orwelliana memoria, tutti gli animali sono uguali, ma certi animali sono più uguali degli altri.
Concludendo, mi sento di rinnovare il mio personale invito alla Minoranza: la campagna elettorale è finita, dimostrate di essere il cambiamento che dicevate di essere. Perché finora, piuttosto che nuova marea o nuovo vento fresco, pare di udire i soliti vecchi "sibili".
Luca Mibelli Consigliere Delegato al Bilancio e Tributi
RISPOSTA “DOVUTA” ALLE “REPRENSIBILI” ARGOMENTAZIONI DELL’ASSESSORE MIBELLI ALLA LUCE DEL DETTO LATINO “ERRARE HUMANUM EST, PERSEVERARE AUTEM DIABOLICUM!” Signor Assessore al Bilancio ed ai Tributi, Luca Mibelli, non vedo proprio di cosa lei abbia a rammaricarsi per le mie considerazioni in merito alla spiacevole questione dell’aumento delle aliquote. Così come non capisco perché, non conoscendoci di persona, il sottoscritto non dovrebbe avere dubbi sui comportamenti della sua amministrazione, visto, in primo luogo, che il “casino” l’avete combinato voi, tetragoni nel pretendere aumenti, ancorché, giusto a proposito, il Governo abbia testè preannunciato che la facoltà di perpetrare ulteriori “scempi” a carico derlle tasche dei contribuenti, non sarà concesso (non imposto come lei ha osato azzardare a giustificazione del vostro reprensibile comportamento) negli anni a venire, ed, in secondo luogo, che io esprimo critiche nei confronti non già della persona Mibelli, bensì dell’operato dell’Assessore. E poi, quanto all’espressione relativa alla ipotesi che gli introiti preventivati dall’aumento delle quote potessero sopravanzare la “diminutio” dei trasferimentii, da cui il suo risentimento, quasi avesse la coda di paglia, per il termine “cresta”, evocato dubitativamente e non assertivamente, mi piace farle notare che il “beneficio del dubbio”, soprattutto nei rapporti politico-amministrativi che connotano una società oltremodo reprensibile qual è la nostra, come ebbe saggiamente ad asserire, a suo tempo, il compianto Giovanni Spadolini, è virtù laica per eccellenza, in quanto indice di “vis polemica”, di Democrazia e di repulsione verso i dogmi e le verità rivelate. Infine, mi lasci chiarire che il mio risentimento circa il fatto che, con il suo “scritto, avete, “diabolicamente”, perseverato nell’errore di reiterare l’impropria richiesta d’aumenti delle aliquote, approvate fuori tempo massimo, confidando in un’ipotesi di “sanatoria” ventilatavi da ambienti di riferimento istituzionale né ufficializzati né identificati e, quindi, del tutto campati in aria siccome il classico “sentito dire”, è la prova provata, a prescindere dalla citazione d’un’ufficale presa d’atto della “cazzata” da voi compiuta, non solo del “pressappochismo” comportamentale tenuto prima e dopo il 30 di Settembre, ma anche della volontà di non cambiare affatto “rotta” al cospetto di contribuenti vessati oltre misura; contribuenti che , in buonaparte è costituita da cittadini che, mentre non possono esprimere alcun voto in merito al vostro modo di amministrare, sono solo tenuti a pagare i vostri “ingiusti” ed discriminanti “balzelli”, sul fronte dell’intera “linea d’accesso e di soggiorno” nell’isola, cui fanno da contraltare le sostanziali franchigie dei residenti. E siccome, lei, così come ha fatto con la prima “nota”, anche nella seconda ha cercato di scaricare ogni responsabilità sulle colpe del Governo, contro cui è facile scagliarsi, siccome è facile sparare sul “pianista” o schierarsi contro la Croce Rossa allorché non riesce ad arrivare in ospedale in tempo per salvare il traumatizzato che trasporta, alla sua impropria “parabola” sulla provvista di legna (in risposta ad una mia sollecitazione a comportamenti d’austerità amministrativa, derivanti da una “spending review” di tipo “casereccio”, mi permetto di risponderele rispond: 1° che tra lo stare al caldo e gelare ci sono, comunque, molteplici condizioni intermedie di temperatura, magari sopportabili se si cerca di “fare di necessità virtu’; 2° che lei non si pone affatto il problema (che pure il sottoscritto le aveva accennato, parlando di mucche da non mungere e dell’incapacità di molti di riversare su altri lo “scompenso economico-finanziario” che addiviene loro da un’insopportabile, “profluvie”, di “tasse”, tributi e balzelli d’ogni genere), che al di là dei bisogni dell’ente locale, atti a soddisfare servizi, funzionali soprattutto ai residenti, c’è pure chi, prima che i Sindaci lo vessi, è già stato ampiamente vessato per soddisfare i bisogni dello Stato; vessazione al limite della sopportabilità e della tenuta del suo portafogli, al punto di doversi addirittura indebitare con le banche, semprechè riesca ad ottenere credito. Evidentemente, per gente come lei, i diritti del “contribuente” e l’impossibilità oggetiva di far fronte agli oneri d’una “contribuzione” locale ormai incontenibile, sia in termini di fattispecie che d’importi, incompatibili rispetto alle risorse di cui dispone, è soltanto da considerare una trascurabile “sine cura”. Non me ne voglia ed abbia, comunque, i miei distinti saluti.
Egregio Signor Calchetti, non ci conosciamo ma lei si permette di dubitare della buona fede mia e del resto dell'Amministrazione il che, ne convenga, non è un buon viatico per ottenere una pacata risposta. Oltretutto l'espressione "fare la cresta" ha un significato ben preciso in italiano, ed è sicuramente fuori luogo. Detto questo, Le rispondo brevemente, poiché il rancore e il ragionamento "per partito preso" presumendo la malafede dell'interlocutore è un qualcosa che un politico, anche locale, non dovrebbe potersi permettere mai, tantomeno in un periodo come quello attuale. Riguardo il fatto che questa Amministrazione si dovrebbe scusare e ammettere l'errore commesso, nella risposta all'interrogazione della Minoranza pubblicata su giglionews il 12 novembre scorso leggo testuali parole: "Concludendo, come amministratori ci assumiamo ogni responsabilità dell’errore commesso in buona fede e soprattutto a causa della instabilità del Fondo di Solidarietà Comunale (somme trasferite allo Stato) che viene costantemente variato aumentando il carico di lavoro degli uffici e riducendo, settimana per settimana, le capacità di spesa dei Comuni." Non vedo il motivo di ribadirlo in ogni comunicato che facciamo. Il mio ultimo articolo non era naturalmente un'accusa verso i contribuenti ma verso chi, nonostante le spiegazioni date, continua a voler ignorare la pesantissima situazione di incertezza in cui si trovano gli enti locali e, di riflesso, i contribuenti. Un'attenuante ovviamente, nessuno di noi si è mai tirato indietro di fronte alla responsabilità dell'errore. Riguardo l'aumento delle tasse locali che sarebbe "facoltativo e non obbligatorio" rispondo con una metafora: immagini che tutti gli anni Le forniscano un carico di legname, abbondante per passare l'inverno. In situazioni del genere è normale non dover rompere i mobili per scaldarsi. Improvvisamente il carico non arriva più, anzi, bisogna trovare del legname da consegnare al corriere! In questa situazione è facoltativo spaccare i mobili o morire di freddo. Una libera e democratica scelta. Tagli alle spese comunali sono stati fatti, e sicuramente si faranno, perché è sacrosanto spendere i soldi pubblici nel miglior modo possibile. Ma avremmo bisogno di poter investire sul territorio, esattamente l'opposto di ciò che ci obbligano a fare le manovre finanziarie statali, che vogliono esclusivamente che i comuni non spendano. Concludo qui in quanto mi sono già dilungato abbastanza e i commenti eccessivamente lunghi permettono spiegazioni dettagliate, ma non vengono letti e compresi dai lettori. La saluto cordialmente. Luca Mibelli
Egregio signo Calchetti "diciamoci la verità", ormai i nostri diritti di pagare imposte ragionevoli, secondo modalità chiare , a ben determinate scadenze, sono divenuti delle pretese assolutamente eccessive secondo coloro che " tutelano il bene pubblico " . In specie, le conseguenze della loro incapacità anche di rispettare semplici scadenze di legge, sono comunque a nostro danno ...tanto, eventualmente, nel caso in questione, i maggiori importi richiesti ci saranno rimborsati quando lo riterranno opportuno lor Signori e, pensi !, ... anche con gli interessi !!! Cordialmente
DICIAMOCI VERAMENTE E LAICAMENTE LA VERITA’ SENZA SCOMODARE SHIVA, VISNU’, KALI’, ETC., ETC. ……. Esimio assessore al Bilancio, Luca Mibelli, senza scomodare Shiva, Visnù, Kalì od altre divinità indiane, e senza sentenziare semanticamente e saccentemente su atti nulli od annullabili, il sottoscritto, in tutta confidenza, le dice, che la mia personale interpretazione della delibera presa fuori tempo massimo, m’ha portato, come ha portato tanti altri contribuenti, consigliati da Commercialisti e dai C.A.F. a non versare le aliquote I.M.U., “varate” il 6 di Ottobre. Ciò detto, visto che lei è tetragono nelle sue convinzioni, la prego di porre in essere, a mio carico, ogni ricorso, ritorsione o sanzione che ritenga possa essermi applicata. Prenda, poi, nota che, se il Governo intenderà sanare la vostra inadempienza temporale in merito all’aumento dell’aliquota, senza versare, ovviamente, alcun interesse di mora, in quanto reputo l’eventuale “imposizione” del tutto illegittima, seppure “obtorto collo”, adeguerò il mio versamento senza strepitare. Ma, perché, invece d’arrampicarvi sugli specchi per giustificare il ritardo con cui avete deliberato l’aumento (non “imposto” dallo Stato, come lei, invece asserisce, bensì, a meno che non incorra in un errore “marchiano”, graziosamente concesso, e, quindi, facoltativo), adducendo motivazioni speciali come quella di “non pregiudicare spese essenziali e lavori già programmati”, che non possono, comunque, essere “portati” quali legittimi motivi d’inadempienza, non ammettete che avete fatto una sonora “cazzata”, e, con un minimo di resispiscenza, siccome s’è atteggiato il vicino Comune di Capalbio, non vi cospargete il capo di cenere, invece di perseverare, con arroganza, nell’errore, al punto che lei s’’azzarda” addirittura a citare Shiva nell’atto di schiacciare il “nano dell’ignoranza”? Ignoranza da parte di chi? Forse da parte sua, vista la grave disattenzione sulla scadenza dei termini di delibera, nonché la trasmutazione in cogenza d’un atto dovuto (l’aumento delle aliquote) quando, nella fattispecie, trattavasi, come sopra ho asserito, solo d’un atto facoltativo. E poi, invece di riversare sul contribuente il mancato “incasso”, perché anche il Comune del Giglio, come del resto moltissimi Comuni hanno, invece, fatto, non avete provveduto ad economizzare su qualche capitolo di spesa, ovvero, facendo di necessità virtù, a cernitare bene tra l’essenziale e il superfluo, cancellando, attraverso una “spending review” di tipo “casereccio”, qualche investimento di cui potevate fare a meno? Il cittadino comune, che non può essere considerato una “vacca da mungere”, visto che non gode del privilegio di potersi rivalere su altri, deve forse indebitarsi, sempreché gli riesca, per onorare tasse, imposte, tributi ed ogni altra specie di balzello che, soprattutto negli ultimi tempi, vieppiù lo aggravano? Quanto agli importi di recupero dei mancati trasferimenti da parte dello Stato, mi piacerebbe sapere se l’aumento programmato delle aliquote corrispondeva o meno ai minori introiti, perché, a questo punto, mi viene il dubbio che, profittando dell’opportunità concessavi, abbiate cercato di farci, per così dire “la cresta”, ovvero d’introitare ben più risorse di quelle necessarie a ripianare il disavanzo. Non me ne voglia ed abbia, comunque, i miei cordiali saluti.