foto Giuseppe Modesti
COMUNE ISOLA DEL GIGLIO
Provincia di Grosseto
Alla Rocca Pisana, a cinquant’anni di distanza, si sono ritrovati tutti i protagonisti degli scavi
ELMO DEL GIGLIO TRAFUGATO, IL SINDACO ORTELLI SCRIVE ALL’AMBASCIATORE TEDESCO
Svelata l’opera del maestro Mario Brandaglia che riproduce l’elmo. Uno degli esempi più importanti dall’antichità
«Vogliamo costruire un percorso che dal Giglio ci porti a dialogare con chi è in possesso oggi dell’elmo, perché dopo tanti anni lo restituisca alla nostra comunità». Con questo appello del sindaco del Comune di Isola del Giglio, Sergio Ortelli, si è conclusa la conferenza-studio sul ritrovamento del relitto della nave a Campese, esattamente cinquant’anni fa. Lo stesso Ortelli ha annunciato che scriverà all’ambasciatore tedesco in Italia e alla comunità internazionale per un’azione di sensibilizzazione sul tema.
Il 2 agosto 1961 il subacqueo inglese Reg Vallintine aveva avvistato a 50 metri di profondità, nelle vicinanze della secca Pignocchi, i resti dell’unica nave oggi conosciuta risalente agli inizi del VI secolo avanti Cristo. Da quel giorno erano iniziate le immersioni di molti sub che portarono in superficie oggetti di grande pregio, di diversa origine, etruschi, corinzi, fenici.
Ma il ritrovamento più importante avvenne il 28 luglio 1962. Lo portò in superficie un tedesco, un certo Heinz Franz Gradl, e sembrò subito a tutti una grande scoperta: un elmo in bronzo appartenuto probabilmente ad un soldato di scorta sulla nave. Quell’elmo sparì così in Germania ma Reg Vallintine fece in tempo a farne uno rapido schizzo. 20 anni più tardi quel disegno servì ad un altro inglese Mensum Bound, archeologo e docente all’’Università di Oxford, per mettersi sulle tracce dell’elmo. E riuscì a ritrovarlo in una cassetta di sicurezza di una banca ad Amburgo. Riuscì a fotografarlo, perfettamente ripulito e ben conservato, e anche ad indossarlo. Da allora però se ne sono perdute le tracce. E l’appello del sindaco Ortelli punta proprio a smuovere le coscienze di chi sa dove si trova nascosto l’elmo del Giglio.
Venerdì alla Rocca Pisana si erano dati appuntamento per la particolare ricorrenza tutti i protagonisti dell’epoca, Reg Vallintine, Mensum Bound, Paola Rendini della Soprintendenza dei beni archeologici della Toscana che fu interessata dalla campagna scavi del 1982 voluta al Giglio proprio da Bound.
«Il relitto al Campese è uno dei più importanti al mondo – ha detto la Soprintendente Rendini – in quanto si tratta dell’unica nave oggi riportata in superficie degli inizi del Sesto secolo avanti Cristo. La sua origine probabilmente è corinzia in quanto all’epoca il porto della città greca era il più importante e da lì partivano tutti i commerci per il mondo conosciuto. Già nel 2002 un convegno internazionale con le autorità di polizia italiane e tedesche aveva messo in evidenza il tema dell’elmo del Giglio. Le novità acquisite oggi ci potranno senz’altro aiutare nelle ricerche ufficiali». La Rendini ha anche reso noto che stanno proseguendo i lavori di catalogazione del materiale reperito proprio nella campagna scavi del 1982, e il restauro del pezzo di chiglia della nave recuperato.
Reg Vallintine ha ricordato quei giorni e promesso che consegnerà tutti i suoi appunti alla comunità gigliese, compreso lo schizzo dell’elmo. Ha anche regalato al sindaco Ortelli una copia di una sua autobiografia che dedica tre capitoli proprio all’avventura gigliese.
Mensum Bound, insieme alla moglie Joanna Wellowless che partecipò alla campagna del 1982, si è detto “emozionato di vedere riuniti tutti al Giglio per un unico obiettivo: richiedere con diplomazia l’elmo, che forse è in Germania o in una collezione privata in Inghilterra, a chi lo detiene oggi”. Ha poi ricordato i particolari di quella campagna scavi finanziata dall’Università di Oxford e che vide l’utilizzo di una strumentazione molto moderna per l’epoca come computer da immersione e metal detector.
La conferenza-studio si era aperta con lo svelamento dell’opera dell’artista Mario Brandaglia che riproduce l’elmo del Giglio. Con una particolare tecnica, a cera persa, l’elmo è stato fuso nelle fonderie della Titan, la società che si sta occupando della rimozione del relitto della Concordia. Un lungo applauso ne ha accolto la presentazione e sono stati apprezzati i dettagli realizzativi e il lavoro di cesello che riproduce fedelmente gli animali dell’elmo, cinghiali sulle guance e serpenti sopra gli occhi.
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