Caro Giuliano, apprezzo i tuoi nuovi toni che ridimensionano quanto hai affermato in precedenza e ti riportano all’ interno di un normale contraddittorio (spesso si ricordano gli insulti che si ricevono, ma non quelli che si fanno).
Tu parli di rispetto delle popolazioni locali, dei loro usi e dei loro modi di fare, erigendoti giustamente a difesa di tali elementi, ma ti assicuro che non è una Tua prerogativa. Anche a me ed a tutti quelli che la pensano come me (che al Giglio sono almeno un terzo) sta a cuore difendere le usanze locali e molto altro ancora. Piuttosto abbiamo modi diversi di rappresentarlo.

Le due posizioni non sono: Parco con gli ambientalisti e Antiparco con le popolazioni locali, ma si sovrappongono in tantissimi loro elementi e settori.
Per me, ad esempio, il Parco è forse l’ ultimo baluardo a difesa e tutela degli usi e costumi civici che invece rischiano con il tempo e gli interessi di molti, di essere travolti e dimenticati.

Siamo ormai maturati per comprendere come la maggior parte delle situazioni negative delle nostre isole (Giglio e Giannutri) sia dipesa più da cattive scelte amministrative del Comune, fatte nei decenni precedenti, piuttosto che da politiche ambientaliste fallimentari. Potremmo parlare ore ed ore di meriti e demeriti, che come ho già avuto modo di scrivere, sia gli uni che gli altri non sono indistintamente di tutti, ma di specifici responsabili. Oggi, con la coscienza di ciò, dobbiamo recuperare terreno.

Amministrare significa molte cose tra cui quella di sapersi porre all’ interno di un sistema complesso, dialogando, programmando e sviluppando anche temi strategici (oltre che improvvisando soluzioni momentanee ad esigenze estemporanee), il tutto in accordo con gli indirizzi di più alto livello, facendo però valere le peculiarità locali. Inventarsi regole che non esistono o soluzioni buone solo ad imbellettare i discorsi non è sinonimo di amministrare. Proprio perché il sistema è complesso, occorrono seri e complessi ragionamenti e soluzioni; a farle troppo semplici, a volte, ed in un sistema del genere, si provocano solo danni.

Il riferimento al molo lo accetto volentieri come un esempio di testimonianza di lavoro che, come è capitato a me, imparerai a fare altre volte in questi anni, senza poi enfatizzarlo più di tanto perché parte di normale attività gestionale del territorio. Ti vorrei solo ricordare che negli anni passati, con il molo in totale rifacimento e sottoposto ad altre tematiche relative alla sicurezza, non era pensabile riaprire il tutto come invece lo è stato per questa stagione. Se avesse rivinto Attilio, riguardo al tema, e non per particolare merito suo, ma per la programmazione dei lavori di cantiere, il molo sarebbe stato nelle medesime condizioni di ora, libero ed agibile come hai ben raccontato tu stesso.

Fermo l’ immenso lavoro che da sempre svolge la Capitaneria di Porto.

Visto che abbiamo anche scambiato e condiviso diverse opinioni, proprio di recente e faccia a faccia, mi permetto di ricordarti due tematiche, proprio in riferimento agli interessi pubblici locali ai quali tu e la Lega Nord vi rifate spesso: la completa realizzazione della palestra di Campese senza cedere a compromessi a danno della popolazione locale e l’ utilizzo della struttura portuale nelle modalità che più generano servizio e ritorno economico al Giglio.

Ricambio gli auguri,
Stefano Feri, ex Assessore Comunale