Nella manifestazione Wine Town, svoltasi a Firenze dal 30 settembre al 3 ottobre u.s. la capitale della Toscana, riconosciuta internazionalmente quale una delle nove Capitali Mondiali del vino insieme a Bilbao, Bordeaux, Cap Town Mainz, Mendoza, Porto, San Francisco e Cristchurch, ha proposto per quattro giorni, incontri, degustazioni e dibattiti dedicati alla cultura, all’arte e alla letteratura, sottolineando il ruolo importante della comunicazione nel mercato globale del vino.

Con il tema “architettura e archeologia del vino” si è svolta nella sala delle Leopoldine, in piazza Tasso, la tavola rotonda che trasversalmente ha voluto unire la vigna, l’uva, il vino, alla storia locale e sociale dell’uomo partendo dall’arte e scienza del Mediterraneo antico in Toscana.

L’associazione Patrum Vinea et Viridarium, con il titolo “Uve e Palmenti in Toscana: dal vitigno ansonico ai palmenti dell’Isola del Giglio e di Capraia” si è prefissa con la tavola rotonda, di dare maggiore visibilità e promozione al patrimonio storico, archeologico e demoantropologico, rappresentato dagli antichi palmenti in pietra e presenti all’interno di alcune aree lontane tra loro ma dislocate nel mar Tirreno.

Attraverso un processo di conoscenza e diffusione dei dati ottenuti durante ricerche degli scorsi anni, i relatori:
dott.ssa Naida Panicucci: i palmenti in roccia dell’isola di Capraia
l’ingegnere Cesare Scafò: un progetto di recupero e valorizzazione dei Palmenti dell’Isola del Giglio
la prof.ssa Palma Silvestri: Palmenti e Capannelli, frammenti di memorie all’Isola del Giglio
e la dott.ssa Paola Rendini: soprintendente per i beni archeologici della Toscana
hanno dato vita ad una kermesse in cui i Palmenti delle due isole e la loro storia, sono diventati protagonisti assoluti davanti ad un pubblico attento ed interessato.

Introdotti dal presidente, prof. Pascuzzi, ogni relatore ha presentato e manifestato la volontà e la speranza che tali meravigliosi manufatti campestri non finiscano ridotti ad un cumulo di macerie - vuoi dalle intemperie, dalla natura selvaggia e dall’incuria dell’uomo – ma diventino, attraverso un serio intervento di valorizzazione, patrimonio di memorie per le nuove generazioni e consapevolezza del sentimento di appartenenza alla loro storia. 

La tavola rotonda  si è chiusa con la promessa di un appuntamento al prossimo anno proprio all’Isola del Giglio, dove parteciperanno tutti i Palmenti del Mediterraneo.

Associazione Patrum