Ieri mattina, come faccio quasi ogni giorno, ho aperto giglionews e la prima notizia che ho letto è stata quella relativa al radar installato all’isola di Pianosa.
Non riuscivo credere a quello che leggevo e quando ho capito, ho provato un improvviso moto di rabbia.
Sull’argomento parchi e a.m.p. sono già intervenuto varie volte esprimendo la mia contrarietà verso gli assurdi regolamenti di questi enti, convinto, oggi ancora di più, che la loro proliferazione sulle nostre coste sia dipesa più dalle sovvenzioni erogate per la loro creazione che non dall’amore per l’ambiente.
L’idea di un “grande fratello” a Pianosa che assicurerà una esclusiva, capillare sorveglianza sull’arcipelago e dintorni, mi spaventa e mi fa rabbrividire. Mi sembrano metodi da KGB! Nel 2008 sembra siano stati elevati 404 verbali, 45 sequestri e 14 denunce penali!
Meno male che il responsabile di lega ambiente commenta che non ci saranno “inutili proibizionismi”: cosa sono per lui la domanda per visitare Montecristo e altre isole, la frequenza a corsi di preparazione per l‘accesso, la proibizione di fare il bagno, il divieto di navigazione e di attracco, per non parlare di fotografia ed immersioni subacquee!
Queste sono aberrazioni pericolose di ecologisti fanatici che, con il pretesto di salvaguardare l’ambiente, vogliono impossessarsi del territorio, impedendone in sostanza la libera fruizioni a tutti i cittadini. Questi signori non si rendono conto che la gente comune dell’arcipelago non ne può più di parchi, di federparchi, di direttori, di leghe più o meno ambientali, di assurde limitazioni e vincoli. Bisogna porre un freno a questa rapina, iniziata anni fa con la creazione del primo parco marino all’isola di Pianosa.
A parte le considerazioni di natura ambientale, mi domando: Quanto è costato l’acquisto del radar e quanto costerà il suo esercizio? Quale ente ne ha autorizzato la spesa: Come è stata scelta la ditta che lo ha fornito.E’ giustificato un dispendio di denaro, che presumo notevole. per obiettivi che sarebbe più giusto ed economico raggiungere facendo rispettare le numerose norme di legge esistenti per la tutela del mare nel suo insieme.
Ma questo “scudo spaziale” non sarà mica una specie di T-Red (semaforo truccato) in veste marina per incrementare le già pesanti sanzioni finora comminate?
In ogni modo, resto dell’opinione che uno strumento di cosi avanzata tecnologia sia più utile nello stretto di Sicilia per frenare gli sbarchi di clandestini che per sorvegliare le barchette che navigano nell’arcipelago toscano.
Cittadini del Giglio, dell’Elba, di Capraia difendete fermamente la vostra libertà prima che sia troppo tardi. Ribellatevi a questo stato di cose.
Galileo Doni

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