E bravo il signor Sindaco che, evidentemente punto sul vivo, s’arrampica sugli specchi nel tentativo, per altro impossibile, di giustificare un comportamento che noi non abbiamo mai qualificato illegittimo, bensì sostanzialmente poco rispettoso, in termini di deontologia comportamentale, degli interessi (leciti) di un gruppo di suoi amministrati, cui il “provvedimento” edilizio, relativo alla palestra, preso senza minimamente coinvolgerli, sarebbe, comunque, venuto a determinare una diminutio delle loro prerogative di villeggianti, proprietari d’immobile.
Del fatto che il blocco dell’”iniziativa” della palestra a Giglio Porto sia stato effettuato, per ordine della Sopraintendenza, dalla Giunta Landini, in verità poco ci importa (se è stato un atto dovuto, Landini ha fatto bene a prenderlo).
Quello che, invece, c’importa è che, in campagna elettorale, la parte politica in cui milita, aveva promesso che avrebbe provveduto a dislocarlo altrove (e per altrove, naturalmente intendiamo, fuori da Giglio Porto, come è, poi, regolarmente avvenuto). E questo, mentre ai condomini di via di Valle Ortana, visto che non sono stati affatto consultati, non è stato consentito, non diciamo di protestare, ma neppure d’esprimere un sommesso parere.
I condomini del “manufatto” della Sirmet, del resto, signor Sindaco, nel prendere atto che la decisione di “piazzare” la palestra proprio di fronte ai loro mini-appartamenti, riducendo aria e vista, di cui fino ad ieri, impegnando i loro risparmi in misura non marginale, avevano potuto godere, non Le hanno contestato alcuna illegittimità. Le hanno, invece, semplicemente contestato il fatto che avrebbe ben potuto, senza recare fastidio a nessuno, realizzare la palestra in altro sito o luogo che non fosse il campo sportivo.
Luogo che, probabilmente Le avrebbe consentito di ottimizzare il “fantastico” (si fa per dire) finanziamento di Euro 70.000 (da non perdere), di cui il comune era destinatario, rispetto al costo complessivo di un’opera di ben altro impegno finanziario. Costo che, pur non essendo noi, al momento, in grado di quantificare, sarebbe stato, probabilmente, inferiore a quello che il Comune dovrà ora sostenere se avesse deciso di realizzare la palestra un po’ più discosto dal mare.
Riteniamo, infatti, e, forse questo poteva anche essere messo già nel conto ab origine, che realizzare uno sbancamento all’interno del campo sportivo, ovvero a poche decine di metri dalla riva del mare, avrebbe potuto comportare (come sembra abbia, nella fattispecie, comportato) fastidiose ed abbondanti infiltrazioni di acqua. Infiltrazioni tali da determinare l’opportunità, per vari e molteplici motivi, non ultimi quelli della sicurezza, di potenziare le fondamenta e per conseguenza, di far lievitare (non essendo dei tecnici, e non avendo potuto effettuare un sopralluogo, non sappiamo in quale misura) i costi della costruzione.
Quanto, poi, all’”oscura” frase (tipo quella del padre della Monaca di Monza, che, facendo prefigurare alla “poverina”, recalcitrante ad entrare in convento, chi sa quali rappresaglie, la indusse al “velo”; frase che dice “alcune volte bisognerebbe guardare dentro le nostre situazioni, tenuto conto che determinati interventi urbanistici, anche di tipo privato dovrebbero restituire a ricaduta, quelle opere di urbanizzazione dovute (parcheggi e spazi pubblici) che la comunità attende e che non sono stati effettuati, producendo un duplice danno, opere pattuite e non fatte e aggravio del carico sulle spalle della comunità, che è la vera mucca che è stata munta”, necessita di una risposta chiara e priva di ambiguità; risposta che, francamente, se la sarebbe potuta risparmiare.
In primo luogo, infatti, quello che Lei ha scritto, costituisce la prova provata che eravamo nel vero quando abbiamo “insinuato” che la Giunta da Lei presieduta avesse operato con sostanziale mentalità classista e, per certi versi, “ punitiva “.
In secondo luogo, inoltre, come si dice, un po’ volgarmente in Maremma, l’ha proprio “fatta fuori dal vaso” per varie e molteplici ragioni che adesso Le esponiamo.
Se il comune, cui noi tutti paghiamo i tributi convenuti, ivi compresi quelli relativi all’onere d’utenza idrica per un depuratore che non c’è (siamo, tuttora, in attesa del “maltolto”), ritiene d’essere stato danneggiato dalla Sirmet, se la prenda con quest’ultima e le faccia causa (anzi, se ritiene che le inadempienze abbiano rilevanza penale, sarebbe di fatto obbligato, quale pubblico ufficiale, ad inoltrare una querela nei confronti di quella società; una società che, secondo quanto ci risulta, nel corso dei lunghi anni di permanenza nell’isola, ebbe sempre e comunque, per così dire ottime “entrature” in Municipio).
Sappia e s’informi, infine, sulla nostra “storia” e converrà che i primi danneggiati dalla Sirmet siamo stati noi; noi che, addirittura, a suo tempo, abbiamo dovuto, tangibilmente e pro capite, “soccorrere” la società in condizioni di sostanziale default ”, nei confronti del Credito Fondiario e Industriale (mutuatario, con ipoteca, della Sirmet ai fini della costruzione), onde evitare che, l’inevitabile fallimento, ci sottraesse le proprietà, già in larghissima parte pagate (per fortuna, l’operazione di “salvataggio” andò a buon fine e la Sirmet fu in grado di restituire, per intero, le somme anticipate, ivi compresi gli interessi); noi che, anno dietro anno, assieme agli “straordinari” costi di natura commerciale, regolarmente corrisposti al sistema distributivo dell’isola (basti al riguardo considerare che una bombola di gas da dieci litri costa esattamente il doppio di quanto costa, sul Monte Amiata), sosteniamo, a motivo di molteplici difetti di costruzione del fabbricato, spese, rilevanti, di manutenzione ordinaria e straordinaria, di riparazione e di rifacimento di parte degli immobili; noi che, insomma, direttamente ed indirettamente (l’abbiamo già scritto nella precedente comunicazione e lo ribadiamo), per la parte che ci compete, contribuiamo a sostenere l’economia di Isola del Giglio.
Non ce ne voglia, quindi, signor Sindaco se osiamo replicare alle sue, ci consenta l’espressione, alquanto “temerarie” osservazioni.
Non ce ne voglia e, ad ogni buon conto, sperando che non perda il sonno, ripensando al “danno” comunque procuratoci, abbia i nostri migliori saluti con l’augurio di un prossimo risultato elettorale di Suo gradimento.
Anche se sono sicuro d’interpretare il pensiero degli altri condomini, non avendo potuto consultarmi con gli altri, a titolo praticamente personale,
Gian Piero Calchetti
Giampiero Calchetti, Condomino SIRMET
Autore: Giampiero Calchetti, Condomino SIRMET
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