Gli auguri di Natale ai gigliesi di don Carlo Brizzi
Cari gigliesi, un caro saluto e augurio di cuore a tutti!
Oggi, tra una messa e l’altra e la preparazione delle chiese per le messe del santo Natale, mi sono fermato un attimo vicino al faro a Talamone per vedere il mio Giglio. E grazie a GiglioNews posso raggiungervi tutti!
Questa è la notte in cui il Figlio di Dio si fa uomo e per segnare un nuovo inizio per tutta l’umanità! Un Dio che si fa uomo per amore delle sue creature! Un Dio che si fa uomo per meglio comprendere e condividere le gioie ma anche le sofferenze e i dolori degli uomini fino a dare la sua vita per la nostra salvezza. Un Dio che si fa umile tra gli umili, Lui che tutto può non ha neanche un tetto, un riparo sicuro per nascere e nasce in una mangiatoia, in una stalla! Lui che è il Re dei re rinuncia a tutti gli sfarzi del suo rango, e questo gli permette di arrivare a ogni uomo, per vederlo, per toccarlo, per adorarlo in quella notte, non c’erano da superare controlli, non c’erano guardie a impedire l’accesso a quel luogo che è diventato santo, c’erano solo sua madre Maria e Giuseppe che con amore custodiscono il figlio che Dio gli ha affidato, e i primi a vederlo non sono re e principi, ma i pastori, ultimi tra gli ultimi. La venuta di Cristo sulla terra ha cambiato il mondo, ha cambiato il modo di vedere le cose, Dio che è nostro Padre anche e soprattutto nella sua incarnazione, non impone la sua presenza, non fa rumore, e in maniera molto delicata è come se chiedesse ad ognuno di noi il permesso di donarci il suo Amore, sta a noi decidere se accettare questo dono o no!
"Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero". ( cfr Mt 11,30)
Il giogo, di cui parla il Signore, è la sua Parola, che penetra nel nostro cuore dolcemente, ma che è anche purificatrice dell’animo e, in questo, conduce a fare la volontà di Dio nell’obbedienza della fede. Il giogo è anche il comando nuovo del suo amore, che è leggero, perché porta gioia in noi, ma esige anche impegno concreto di condivisione di se stessi per gli altri. Il giogo, infine, è certamente la croce che Gesù porta per offrire se stesso al Padre nella fedeltà alla sua missione. Chi vuole essere mio discepolo prenda la sua croce e mi segua, dirà, e pertanto questo è il giogo che, portato con Cristo, diventa soave e leggero. E’ nella croce, in particolare, che si manifesta la mitezza e l’umiltà di Gesù, che sa sopportare, pregare e perdonare e si fa ultimo per salvare chiunque è perduto. Imitare Cristo su questa via di mitezza, obbedienza e umiltà significa ritrovare quella pace e serenità interiore, anche di fronte alle sofferenze e agli affanni della vita: è questo il vero ed unico ristoro del cuore, che dà forza e speranza. Il Natale ci ricorda tutto ciò, perché annuncia che abbiamo in Cristo un Salvatore umile e povero, ma ricco di amore e di grazia. Lui è la nostra pace, lui è la nostra speranza, lui è il nostro perenne conforto.
Cari amici, in questo tempo di Natale ci sorregga nel cuore e nella vita questa indomita speranza, che trascina la fede e la carità sulle strade impervie della storia con la sicurezza di chi sa che nulla è impossibile a Dio. A Maria, che di questo impossibile si è fatta discepola e maestra, chiediamo di sorreggere il nostro impegno di credenti ogni giorno, senza timori e senza scoraggiamenti, ma forti e coraggiosi nel testimoniare Cristo, nostra speranza e speranza del mondo!
E allora davvero tanti auguri di buon Natale a tutti voi, offro al Signore la mia umile preghiera per la mia terra, la mia parrocchia, la mia gente e vi chiedo di pregare per me ancora più intensamente in questi mesi prima della mia ordinazione.
Con tanto affetto e riconoscenza, Vostro don Carlo Brizzi
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