Quest’anno l’estate indugia e non ha intenzione di lasciare il posto all’autunno. Il caldo è lo stesso, il mare è fermo e solo verso sera si increspa un po’ recando sollievo. I colori sono più morbidi, plastici quasi e tu pensi che puoi toccare l’orizzonte se appena allunghi una mano.
E tuttavia il giorno è più breve e viene presto sera.
Allora vai al Castello e stupisci per la vitalità che pervade il borgo.
Stasera c’è la festa delle cantine. Ne parlano i giornali e le locandine, ma tu devi esserci per capirne lo spirito e apprezzare la bellezza dei vicoletti e degli anfratti che si sono vestiti a festa.
Grappoli d’uva ambrata pendono dall’alto misti al lentisco e le palme disegnano l’arco che delimita la piazzetta o l’angoletto in cui tavoli pronti attendono gli ospiti numerosissimi e stupiti.
L’organizzazione è perfetta e forse c’è contesa tra una cantina e l’altra.
Il cibo è buono ovunque, il vino gareggia senza timore di confronto. Ogni bicchiere è degno di essere bevuto.
Gli organizzatori sono soddisfatti, ma è la gente che è meravigliata e divertita di trovarsi in un luogo fuori dal tempo.
Si familiarizza e ciascuno soddisfatto lascia il proprio posto a quelli che arrivano in uno scambio di commenti e di saluti, come se si conoscessero da sempre. Ma dove c’è un altro posto così? L’allegria si diffonde e contagia chi è qui per la prima volta. I gligliesi orgogliosi si spendono in cortesia e sono felici che il loro vecchio Castello sia ammirato, che ogni pertugio sia motivo di stupore. Le piccole fiaccole sottolineano il percorso che conduce ad ogni cantina e brillano ammiccanti: “ venite, venite!” sembrano dire. Non c’è timore dell’altro. Qui l’amicizia è sacra.
Da una cantina all’altra si arriva “dulcis in fundo” alla Rocca pisana. Qui, tra l’antica bellezza, un tripudio di dolci, una fila incalzante di persone per gustare le magnifiche torte caserecce, preparate e servite con modestia da fior di professionisti che amano il Giglio e trasmettono la loro passione a chi ”riva!”.
Non posso dire quantitativamente quanti sono stati i visitatori al Giglio in queste tre giornate, posso invece dire che non ne avevo mai visti tanti così.
Il lavoro, la fatica, le preoccupazioni, sono un ricordo e stasera sono la premessa di un futuro pieno di successo.
Caterina Baffigi Ulivi
GRAPPOLI D’AMBRA PENDONO DALL’ALTO
Autore: Caterina Baffigi Ulivi
1 Commenti
Leggendo queste righe mi sento di rivivere l'atmosfera serena del Giglio, i suoi profumi, la luce tersa, il dolce scivolare del profilo della costa, la passeggiata lungo le mura del Castello, i colori dei sentieri e le mille tonalità del mare... grazie per avermi fatto tornare un secondo nella nostra Isola.
Tra un po' la Rocca ospiterà il Museo dell'Isola, un Museo che nei miei pensieri è già polo di attrazione della gente, un museo che non è solo minerali e di archeologia, che risuona del dolce frastuono delle risate in cantina e del sapore del vino, che riecheggia di "zingarate" giovanili, di quadriglie in piazza e di chiaccherate con gli amici gigliesi.
Sto lavorando pesantemente, rubando ore ed ore agli impegni usati di scuola, per realizzare questo sogno; sto lasciando da parte i compiti ed i progetti di scuola... perché in ogni frammento che scivola sotto il microscopio, in ogni parola corretta che trovo su un cartellone, in ogni fotografia che esamino, in ogni documento che recupero dalla polvere degli archivi sento il sapore della nostra Isola. Ed ogni cosa che mi circonda nel mio lavoro "matto e disperatissimo" profuma proprio di quel senso di accoglienza e di pace che traspare dalla bella descrizione di Caterina. Grazie, quindi, per il regalo che mi hai fatto. E' come se tu mi avessi detto "continua, vai avanti così, che vai bene!"
Alessandro Fei
Direttore del MMGG-Museo della Mineralogia e della Geologia dell'Isola del Giglio