L’Italia di cui Prezzolini parlava sessanta anni fa e rimasta la stessa. un paese dove “l’intelligente è un fesso anche lui”; dove “il furbo non usa mai parole chiare, e comanda non per la sua capacità ma per l’abilità di fingersi capace”; dove “i fessi hanno dei principi, i furbi soltanto dei fini”; dove “in generale il fesso è stupido, perché se non fosse stupido avrebbe cacciato via i furbi da parecchio tempo”; dove “ci sono i fessi intelligenti e colti che vorrebbero mandare via i furbi, ma non possono: primo, perché sono fessi; secondo, perché gli altri fessi sono stupidi e non li capiscono”; dove ” per andare avanti ci sono soltanto due sistemi: il primo è leccare i furbi; il secondo – che riesce meglio – consiste nel far loro paura; infatti, non c’è furbo che non abbia qualche marachella da nascondere, e non c’è furbo che non preferisca il quieto vivere alla lotta, e l’associazione con altri briganti alla guerra contro questi“. 

D’altra parte, se gli italiani pensassero che qualche nuovo leader politico farebbe oggi meglio di Monti, i sondaggi ce lo direbbero: invece dicono Grillo. Le elezioni a ottobre provocherebbero sullo spread lo stesso effetto thriller che stanno avendo quelle greche. Senza contare che i congiurati hanno già segnato sul calendario una data di pessimo auspicio per andare alle urne: quella del 28 ottobre, novantesimo anniversario della Marcia su Roma.

Cicciolina dove sei … Cicciolinaaaaa!

P.S.
oh ... oggi c'è la convocazione straordinaria dei soci Pro-Loco, non dimenticatelo!