L'inizio sinceramente non è dei migliori. Arrivati alle porte di Pienza verso le 15 di sabato scorso, con circa 120 gigliesi, veniamo accolti da un clima molto rigido, freddo, non abituale per noi. Montiamo i nostri strumenti resi intoccabili dal freddo, ci incolonniamo e con in testa i nostri  due stendardi, entriamo nella città dei Piccolonimi suonando una marcia brillante, prendendo così di sorpresa i Pientini. 

La sorpresa purtroppo l’abbiamo noi, i pientini non ci sono, rimaniamo un po' sbigottiti, ci guardiamo intorno come fosse un agguato continuando a suonare, speranzosi di disturbare la loro pennichella. E’ proprio vero “Tutto il mondo è un paese”: un po' per la loro mancata organizzazione, un po' perché i paesini come questi, Pienza, Montalcino, ecc. prevalentemente a vocazione turistica come la nostra isola, d’inverno soffrono l’esodo dei loro abitanti.

Non ci perdiamo d’animo continuiamo a suonare ed iniziamo a friggere i ventidue chilogrammi di frittura di paranza che abbiamo portato ed a mescere i circa 60 litri di ansonico. Inizia ad arrivare la gente, le quattro squadre per la sfida al panforte sono pronte, inizia la gara, il campo da gioco è un po' diverso dal nostro, il tavolo è lungo, praticamente è difficile mancarlo, bisogna adottare una strategia da gioco simile al biliardo. Il tifo per la nostra squadra è smisurato e si confonde con le note della banda che suona nella meravigliosa piazza davanti alla chiesa costruita anche questa, come tutta la città, dal Papa pientino Pio II°.

Arriviamo terzi, inchinandoci così a chi ci ha insegnato e tramandato il gioco. Come documentato anche negli archivi di Pienza, diversi pientini  vennero inviati sull’isola per ripopolarla dopo che le varie incursioni barbaresche avevano decimato la popolazione, fra questi alcuni con il cognome simile al nostro “Pellegrini”, portando così sull’isola il loro modo di vita, vedi il gioco del panforte, alcuni aneddoti, espressioni,  filastrocche simili alle nostre “Cecco bicecco infilato nello stecco, lo stecco si rompe ...”. 

Intanto nella meravigliosa Sala consiliare si sanciva il gemellaggio dei due Festival per i quali siamo venuti: il nostro 'MusicalGiglio' e quello della Val D’Orcia. Ci viene offerta una deliziosa cena a Monticchiello, in un locale antico, caratteristico, dove mangiamo una squisitissima quanto indimenticabile minestra di ceci. Usciamo dal locale dopo la mezzanotte, per farla corta aggiungo delle foto.

La mattina seguente veniamo salutati da una bellissima giornata, organizzata dagli amici della Val D’Orcia che ci conducono a visitare sia il parco tutelato dall’UNESCO che i paesi di San Quirico D’Orcia e Montalcino, dove veniamo invitati in una cantina per una degustazione del Brunello.

Finiamo tutti e centoventi in bellezza davanti a dei grandi tavoli rotondi apparecchiati ad arte per noi, da dove ci alziamo verso le 17:30 per ritornare tutti soddisfatti nella nostra isola.

Faccio i complimenti ai componenti della ProLoco del Giglio per la loro organizzazione e per come si sono prodigati e destreggiati nei momenti  di disguido. So che si stanno già preparando per accogliere gli abitanti dei cinque paesi della Val D’Orcia sull’isola, dove vorranno riscattarsi venendo numerosi per contraccambiare la nostra calorosa quanto inaspettata visita. 

Pietro Baffigi


Isola del Giglio I GIGLIESI RITORNANO SODDISFATTI DA PIENZA 1

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