Buon anno!?

“Buon anno!”.
E’ il saluto che ci facciamo spesso in modo banale e distratto in questi primi giorni del 2011.
Ma come sarà il nuovo anno?
Il nuovo anno sarà buono se io sarò buono, sarà migliore se io sarò migliore, almeno per quello che dipenderà da me, nell’ambiente in cui mi troverò a vivere, a operare, nei confronti di quelli che incontrerò, che vivono accanto a me.
Se ci riflettiamo infatti, il nostro comportamento è quello che influisce più di tutti sul benessere o meno degli altri, della propria famiglia, dell’ambiente del lavoro, delle persone che frequentiamo. Augurando allora “buon anno” è come se promettessi di impegnarmi a essere più buono, migliore, rendendo così più buono e migliore il nuovo anno che Dio ci dona.
Questo augurio, per essere sincero, si dovrà tradurre allora in un impegnativo “buon giorno” ripetuto per 365 volte verso gli altri, con la volontà di renderlo  più sereno, gradevole e ricco di opere buone. Già il semplice salutarsi è segno di cortesia ed è un piccolo ma significativo gesto di bontà, o almeno di non belligeranza, con effetti benefici, perché, come diceva Francesco di Assisi,“la cortesia è sirocchia (sorella) della carità”. Se poi diventa anche una promessa di amicizia e solidarietà, l’anno, giorno dopo giorno, sarà davvero diverso.
Allora con tutto il cuore e con la consapevolezza di quello che comporta questo saluto, ci auguriamo“Buon anno!”.

IL NEGOZIO DEI SOGNI

Un giovane sognò di entrare in un grande negozio. A far da commesso, dietro il bancone c’era un angelo.
“Che cosa vendete qui?”, chiese il giovane.
“Tutto ciò che desidera”, rispose cortesemente l’angelo.
Il giovane cominciò ad elencare: “Vorrei la fine di tutte le guerre nel mondo, più giustizia per gli sfruttati, più generosità per i poveri, più amore nelle famiglie, più concordia tra le persone e…”
L’angelo lo interruppe: “Mi dispiace, signore, lei mi ha frainteso. Noi non vendiamo frutti, noi vendiamo solo semi.

Il seme è un miracolo. Anche l’albero più grande nasce da un seme piccolissimo. Il proprio cuore è il giardino dove può nascere il miracolo.

“Con un po’ di pazienza,
con un po’ di comprensione,
un po’ di gioia
e un po’ di umiltà nel cuore,
non avete idea
di quanto potreste trovarvi bene
su questo pianeta terra”.
(G. K. Chesterton)

Signore, fa di me

Signore, fa di me
uno strumento della tua pace:
dov’è l’odio, io porti l’amore,
dov’è offesa, io porti il perdono,
dov’è discordia, io porti l’unione,
dov’è errore, io porti verità,
dov’è dubbio, io porti la fede,
dov’è disperazione, io porti la speranza,
dov’è tristezza, io porti la gioia,
dove sono le tenebre, io porti la luce.

Fa, o Signore, che io cerchi
Non di essere consolato, ma di consolare,
non di essere compreso, ma di comprendere,
non di essere amato, ma di amare.

Perché è donando, che si riceve,
è dimenticandosi, che ci si trova,
è perdonando, che si è perdonati,
è morendo, che si risuscita alla vita eterna.

(Preghiera attribuita a S.Francesco)

Con la gratitudine nel cuore per quanto abbiamo ricevuto dal Signore in questo anno, con il sincero pentimento del male e degli sbagli fatti, con la fiducia nella protezione di Dio su noi e i nostri cari, accogliamo la sua benedizione:

Il Signore vi benedica e vi custodisca
Mostri a voi il suo volto ed abbia misericordia di voi
Rivolga il suo volto verso di voi e vi dia pace.
Il Signore vi benedica
(Benedizione di San Francesco)