Il Crocifisso in avorio attribuito al Giambologna (1529-1608) e custodito nel piccolo museo della Chiesa del Castello, all’Isola del Giglio (GR), è stato portato a Firenze, al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti.
Sarà esposto nella mostra “Diafane passioni. Avori barocchi dalle corti europee”, dal 16 luglio al 3 novembre.
La Comunità gigliese è orgogliosa di poter contribuire con un’opera così prestigiosa alla qualità della mostra fiorentina.
Il Cristo d'Avorio in mostra a Firenze
Autore: don Lorenzo Pasquotti
3 Commenti
Certo che portare via un opera cosi importante per i gigliesi, soprattutto nel periodo estivo, dove chi vuol conoscere ed apprezzare la storia del' isola e del castello,adesso non potrà più farlo in maniera completa, già il paese soffre per la mancanza di un museo, ora ci tolgono anche il cristo.
Un saluto
Landini mario
Gentile sig.ra Silvestri, Le dirò che mi secca un po' dover intervenire per giustificarmi, ma darò un calcio al mio orgoglio e risponderò, se non altro per chiarire un po'. Dunque:
1) Innanzitutto quest'operazione io l'ho ereditata, non l'ho creata io. E' stata concordata a suo tempo dalla Soprintendenza di Siena, dalla Curia di Pitigliano e da don Vittorio. Io l'ho solo attuata.
2) Giovedì 4 luglio mattina è venuto il furgone della Soprintendenza con la Responsabile dell'operazione, come da accordi telefonici, hanno imballato come da protocollo il Crocifisso (duplice cassa), e mi hanno rilasciato regolare ricevuta di prelievo, di assicurazione e di trasporto, in cui si dice che verrà riportato al Giglio dopo il 3 novembre, cioè dopo la chiusura della mostra.
Per me è finito lì.
Volevo mettere subito un cartello sul vetro del piccolo museo, per avvisare; l'ho scritto ma poi ho pensato che era meglio scriverlo in tutte le lingue (per i turisti); così non ho messo il cartello la sera stessa. Ma purtroppo la sera stessa sono cominciate le polemiche... A dire il vero, mi avevano avvisato che ci sarebbero state, ma io non avevo dato loro molta importanza. Mi sembrava di aver fatto tutto per bene. E ne sono convinto anche ora.
Forse la gente, prima di fare polemica, dovrebbe PRIMA CHIEDERE e solo poi commentare. Tutti sanno dove abito e il mio N° di telefono, e sanno anche che per questi mesi sono io il responsabile della Parrocchia del Castello. Perché nessuno mi chiama, prima di fare polemica? O forse si voleva che io girassi per le case del castello ad avvisare tutta la gente?
Io ho segnalato l'avvenimento a Giglionews.it e a Isoladelgiglio.net, e ho scritto anche un post sulla mia bacheca di Facebook. Ho messo anche il cartello sul vetro, in chiesa. Cosa volete di più?
Io mi sento tranquillo. Datevi una calmata anche voi!
Non c'è niente da temere, godetevi le bellezze del Giglio!
Caro don Lorenzo, prima di tale notizia avrebbe dovuto avvertire la popolazione gigliese, orgogliosa, certo, ma anche preoccupata non sapendo (e neanche i carabinieri avvertiti immediatamente vedendo la teca vuota) che fine avesse fatto la nostra preziosissima opera. Come è stata imballata? Chi l'ha portata via?
Pensi che soltanto per una processione intorno al Paese, il nostro Cristo d'avorio viene scortato da due (2) carabinieri. Cordiali Saluti