Ho letto con piacere la nota di Palma Silvestri: mi ha fatto tornare alla mente quando, nelle lunghe estati dei lontani anni Settanta, anch'io andavo ai Lombi a ''rincorrere'' le belle ragazze... ricordo Giovacchino con affetto, con quel sorriso nostalgico che compare sul volto quando si ripensa alla nostra giovinezza, e concordo con Palma che con lui se n'è andato via un pezzo della nostra piccola storia personale.

Palma ricorda la Grande Pioggia (le maiuscole sono d'obbligo) che ha squinternato i programmi di molti gitanti e turisti per il primo grande weekend dell'estate: devo dire che quell'acquazzone così anomalo ha dimostrato a tanti, non solo a me, il grande valore che può avere il nostro piccolo Museo dei Minerali di Giglio Porto.

Non immaginavo di non sapere più dove mettere la gente, di essere giocoforza costretto ad anticipare al pomeriggio del 1° giugno la prevista chiaccherata serale sui minerali del Giglio per le decine di curiosi e naturalisti venuti lì per gustare le spiagge e i panorami dell'Isola, chiacchierata che dalle 15.30 si è protratta fino a notte tarda: nei loro occhi ho visto la meraviglia non solo per aver visto i campioni al microscopio binoculare, ho visto lo sguardo stupito quando l'amico Valter Marinai, Vicedirettore del Museo, raccontava le meraviglie di Pietralta e dell'Arenella, quando una semplice lente d'ingrandimento ha spalancato a tutti la bellezza intrinseca dei fiori di pietra gigliesi, ho percepito l'emozione mentre raccontavo la formazione dell'Isola, delle vicende delle cave e delle miniere... dopo quella chiacchierata ho capito che ci sono molte persone desiderose di conoscere sempre di più i segreti delle rocce e dei minerali del Giglio.

E la visita è proseguita il giorno dopo, il 2 giugno, quando un tranquillo esercito di piccoli cercatori di minerali ha delicatamente carezzato la spiaggia davanti al bagno di Veo, armato solo della curiosità di trovare il quarzo, la pirite, tutte le meraviglie ammirate la sera prima senza dover scavare voragini o buttare giù scogliere.

E allora - grazie anche alla pioggia che ha lavato la sabbia - sono emersi rarissimi pezzetti di fluorite viola, di rodocrosite rosa ed uno splendido cristallo di 5 mm di quarzo verde, l'introvabile prasio che tanto ha fatto la fortuna dell'Elba. E poi tutti alla cava delle stalattiti, ad ammirare de visu i meccanismi della formazione dell'Isola, a vedere il calcare brecciforme, e poi ancora, a visitare quello che resta delle discariche della miniera, dove uno splendido campione di azzurrite neo-formata ha fatto brillare non solo gli occhi dei bimbi...

Chissà, forse quei bambini una volta adulti potrebbero tornare al Giglio: mi piace pensarli mentre carezzano ancora una volta la spiaggia di Campese e riosservano le stalattiti e i minerali di neoformazione, magari alla luce di una laurea in Mineralogia.