Il Ministro Galletti su Costa Concordia e Isola del Giglio Per la crescita blu un tesoro da 100mila chilometri quadrati: il mare d’Italia L'intervento del ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, in occasione del convegno sulla strategia marina in corso a Livorno
L’appuntamento di questi due giorni è di grande importanza perché mette assieme due temi che per troppo tempo sono stati separati, riguardo al mare ed in generale riguardo a tutte le tematiche ambientali: salvaguardia e sviluppo.
Oggi finalmente è passata e si sta sempre più diffondendo la consapevolezza che la tutela del patrimonio naturale non è un limite, un ostacolo alla crescita economica, bensì può e deve rappresentare una risorsa di crescita, un volano per nuova occupazione.
In questo ambito il mare per l’Italia, con i suoi 8 mila chilometri di coste, rappresenta una risorsa straordinaria che va, non ho paura ad usare questo termine, “sfruttata”. Ma non nel senso di consumata, sprecata, rovinata. Al contrario, il mare va sfruttato proteggendolo, valorizzandone il suo equilibrio e la sua biodiversità, promuovendo la sua enorme varietà che va protetta perché è un valore inestimabile e può innescare, o meglio potenziare e accrescere perché esiste già, una filiera sostenibile, che sia sempre più protagonista di quella “crescita blu”, la “blue growth” che è organica alle politiche europee, alla “marine strategy”.
Parlo ad addetti ai lavori ma vi invito a riflettere su un dato che spiega meglio di altri la nostra vocazione marina ma anche il nostro “dovere” di tutela nei confronti del Mediterraneo. L’Italia, accanto a 300 mila km quadrati di territorio, ha ben 100 mila km quadrati di acque territoriali. Il mare, il nostro mare è grande un quarto di tutta la penisola.
Il Ministero dell’ambiente è stato ed è avanguardia di questa impostazione, che mette il valore naturalistico al centro di uno sviluppo possibile, che coniuga come parti essenziali del medesimo percorso tutela e crescita economica.
Oggi l’Italia vanta il più ampio sistema di aree marine protette d’Europa, con 27 siti dal nord al sud e alle isole e 6 parchi nazionali che hanno nel loro perimetro tratti di mare. Sono aree di enorme suggestione che rappresentano altrettanti poli di attrazione turistica, che stanno costruendo attorno ad una natura rispettata e difesa un valore economico di assoluto rilievo.
Da quando, meno di un anno fa, mi sono insediato al ministero, l’impegno in questo campo è stato costante e univoco.
Abbiamo rimesso in moto il meccanismo per la creazione di nuove aree marine protette (in Sicilia, Sardegna, Puglia, Marche) che attendevano da tempo l’avvio dell’iter.
Per le aree marine abbiamo avviato un sistema di valutazione delle capacità gestionali che misura i risultati effettivi dei programmi e dei progetti attuati, definisce la distribuzione delle risorse sulla base delle capacità gestionali, con assoluta trasparenza e con i dati pubblicati sul sito del Ministero.
Mare come risorsa quindi, ma anche come responsabilità.
Di questo mare siamo custodi sempre, ma abbiamo avuto recentemente una occasione in cui lo siamo stati di più, una occasione straordinaria che ha richiesto la massima attenzione e il massimo impegno dello stato per la difesa del suo mare che ha rischiato davvero un disastro ecologico.
Mi riferisco al naufragio della “Concordia” e di tutte le operazioni che hanno portato alla fine, questa estate, al suo trasferimento a Genova.
In quella occasione siamo stati forse considerati troppo rigidi con le nostre 47 prescrizioni, ma il trasferimento nel cuore del Mediterraneo di quella che poteva diventare una bomba ecologia, all’interno un’area delicatissima, con una rotta che attraversava il Santuario dei Cetacei, richiedeva un’attenzione inedita. Una attenzione che ci è stata richiesta anche dai preoccupati amici francesi con il loro ministro Segolene Royale che poi ha preso atto che a nessuno più che a noi sta a cuore la salute del Mediterraneo.
E’ andato tutto bene, un’operazione mai tentata prima si è conclusa senza danni per l’ambiente a parte quelli legati all’evento-naufragio. Ora dovremo concludere il lavoro riportando il mare e i fondali dell’isola allo stato pre-naufragio. Devo ringraziare i tecnici del ministero per non aver mollato mai ed aver chiuso la parte più delicata dal punto di vista ambientale della vicenda Concordia con un risultato positivo.
Il Tirreno sul quale siamo affacciati richiede una particolare attenzione, è un mare di grande bellezza, un crocevia da millenni di civiltà e di economie. Per il Tirreno abbiamo messo in atto interventi speciali, come quello di dichiarare area sensibile una rotta internazionale come le bocche di Bonifacio, come il lavoro avviato per rimettere in moto il Santuario dei Cetacei, e come il progetto più ampio che abbiamo avviato di realizzare proprio qui nel Tirreno una “zona di protezione ecologica”.
Per proteggere questo nostro mare chiuso, risorsa naturale e volano economico, stiamo lavorando per potenziare la flotta anti-inquinamento del ministero e per definire anche dei controlli satellitari anti-inquinamento.
Abbiamo introdotto nel decreto “Ambiente protetto” una norma contro le carrette del mare. La legge ha inasprito le sanzioni per chi inquina, prevedendo le sanzioni finora destinate solo alle compagnie di navigazione in caso di colpa per incidenti che causino sversamenti di idrocarburi, anche per le compagnie petrolifere.
Abbiamo già la normativa più restrittiva d’Europa per le trivellazioni off-shore, tema sul quale abbiamo un costante dialogo con il parlamento ed in particolare con la commissione ambiente del Senato.
Con la stessa attenzione stiamo seguendo, con la commissione ambiente della Camera, la questione del tenore di zolfo nei carburanti delle navi, particolarmente delicata nell’Adriatico.
Per proteggere il nostro mare e le nostre coste abbiamo infine avviato con il nostro Reparto Ambientale Marino delle Capitanerie di Porto Guardia costiera due campagne di monitoraggio delle attività che minacciano l’ambiente, che ha portato alla denuncia di centinaia di illeciti, a sequestri nel segno della tolleranza zero verso i reati ambientali.
Oggi qui incardiniamo dentro il lavoro di protezione un progetto di sviluppo socio-economico che sarà discusso da tutte le istanze istituzionali, nazionali e locali.
E’ il miglior regalo che possiamo fare al nostro mare. Buon lavoro.
Caro Pietro, come vedi si è stabilito uno speciale legame di intelletto e sentimento tra noi locali finto-duellanti fin dalla prima ora su GiglioNews con i gli occhi internautici rivolti sull'evento Concordia che ha coinvolto direttamente la nostra bella isoletta cui di recente si è aggiunto quel "geniaccio" impertinente poetico-giornalistico di G.P. Calchetti. Un legame che ci spinge in qualche modo a ricercarci almeno via web senza averlo mai potuto o voluto fare direttamente da persone fisiche in questi ultimi quasi tre anni. Un'isoletta ex paradiso delle capre quella del Giglio (perchè questa delle capre è la vera origine etimologica del suo bel nome "aegilium") che, parliamoci senza infingimenti, prima della Concordia era nota a noi grossetani e a qualche turista fiorentino o romano o milanese e che oggi, almeno per ora, dopo le vicende Concordia, è nota in mezzo mondo e in quell'altro mezzo pure. Una notorietà internazionale che apportatrice (checchè ne dicano il Sindaco e il Presidente della Regione),di notevoli e inusitati vantaggi anche economici e turistici per l'isola e almeno una parte della sua gente in questi ultimi tempi appare però destinata inesorabilmente e vertiginosamente a scemare e a cadere nel cestino del dimenticatoio via via che suddette vicende si allontanano nel tempo. E tutto questo nonostante gli sforzi di tenere in vita l'attenzione dell'opinione pubblica sull'isola e su quanto ivi accaduto da iniziative editoriali convegni vari associazioni di memoriale e quant'altro. Ma per fortuna ecco che giunge inattesa e con grande clamore una notizia destinata senz'altro a riaccendere parecchi riflettori sulle coste del Giglio ormai orfana del grande relitto per ancora lungo tempo a venire e cioè quella della richiesta del megarisarcimento di complessivi 350 milioni per l'isola e la sua gente così come congegnata e presentata per via legale dalle istituzioni locali e dalla facoltà di Economia dell'università di Brescia a margine del processo penale e civile imbastito da oltre un anno presso il nostro Tribunale di Grosseto. 350 Milioni di Euro, capisci Pietro? Quasi il costo dell'intera Concordia da nuova! Roba di rimpannucciare il Giglio e i Gigliesi, con bilancio comunale di 2 milioni annui, per tutti i prossimi 100 anni e oltre! Non ti voglio dire cosa penso personalmente di tutta questa vicenda di suddetta richiesta di megarisarcimento, Pietro, perchè di grottesco c'è già stata la vicenda dell'urto frontale con l'isola nell'inchino" Concordia e non vorrei davvero rischiare di farmi rotolare per la seconda volta da una collinetta in una botte di chiodi. Saluti con simpatia.
19-11-2014 Caro Gian Piero “mi sbalordisci” ogni volta che leggo i tuoi commenti in rima, ancor più perché non riesco ad immaginare come sia possibile, in si breve tempo, collezionare simili frasi e parole e versi ben messi, sempre pieni di contenuti sui singoli argomenti di cui si dibatte._ Il nostro illustre Attilio Regolo va compreso perchè, come ho già detto in altra occasione, segue i suoi bioritmi ad andamento sinusoidale, come quelli della corrente elettrica i cui segreti ha tanto insegnato nella sua vita da Prof in quel di Grosseto._ Però è sempre teso a stimolare le discussioni (sulla Concordia in particolare) quale provetto blogger, quindi va capito e giustificato prima di farlo rotolare giù per la costa del Lazzaretto in prossimità della Gabbianara dentro ad una botte chiodata, per la seconda volta (che segue la prima, sul pendio di una collina Cartaginese, narrata da Tito Livio dell’antica Roma)._ Oggi come si è capito chiaramente (pur se già sufficientemente noto) sul problema delle piattaforme incombe l’esosa richiesta di “risarcimento” (leggo di 350 milioni di euro) dei Nostri Enti locali (è strano che la provincia di Grosseto non si sia aggiunta al comune di Isola del Giglio e della Regione Toscana).
I L R E T R A V I C E L L O Se pure il “detto” è alquanto antico, qui tosto lo rammento e lo ridico: “Se tanti sono i galli a canta’ attorno è più che certo che mai si farà giorno!”. E se non lo si fa col “cantagallo”, che, appena c’era luce fuor di stallo, vedea tosto il Duce anda’ a cavallo, figuriamoci se l’alba verrà mai, quando i “chirichì” annunziaguai son solo, come dire, “mezzabbai”, che, di fatto, sono men che niente, reiterati e lanciati, pur sovente, all’isola del Giglio e alla su’ gente, da giovani Galletti, fuor di gabbia, che interdetti, schiumano di rabbia, perché vogliono far “tabulae rasae” dei siti che Concodia, malinvase. Non t’adontare allor, caro “Attiglio”, e spegni il tuo furor e il malcipiglio, giaccchè la vede giusta il nostro Pietro se pensa già al Galletti, che l’aggiusta tornando tosto indietro sul “deciso”, porgendoci i “rispettI” ed un sorriso. E datti pure pace! Chè quello che t’appare voler la Gabbianara “desertare”, è come il “ministrello” dei “batrace”, ovver della palude il Travicello, che, privo d’ogni genere d’orpello, s’illude d’esse’ il re del su’ reame, quando, già tutt’immerso nello strame, fa ben da “soppediano” alle su’ rane, che pensano soltanto a cose vane, volendo far sparir quel che rimane.
Dovresti sapere, caro Prof che hai molta esperienza pregressa, come i nostri politici dicono tante cose che poi, continuamente cambiano in progres ...... dipende solo dal tipo di reazione che vedono in campo.
E così, con volto gioviale e un po' impertinente e con tante belle parole in puro politichese il nostro amabile Ministro dell'Ambiente e del Mare ci comunica in sostanza che le piattaforme Concordia verranno inesorabilmente eliminate dai fondali del Giglio. Saluti