Dopo la fine della cosiddetta "passeggiata degli innamorati del molo rosso", quella meravigliosa camminata con effetto "ponte della nave" che ahimé non vedremo più, oggi assistiamo inermi alla cancellazione dell’ultimo tratto del molo di levante che ci permetteva ancora di godere delle condizioni del mare e della vista da ambo le parti.
Francamente non capisco tanto accanimento nei confronti dei gigliesi e di quella gente che del molo ne aveva fatto uno sfoggio turistico. Il molo di levante, costruito dai nostri vecchi che i "soliti noti" spesso rievocano riempiendosi la bocca per citarli a vanvera, oltre a rappresentare un caro ricordo della nostra infanzia, costituiva un’opera di valore memorabile che solo la stupidità umana poteva rovinare.
Recentemente avevo già interrogato alcuni amministratori se in quel punto del molo i lavori in corso avessero tenuto conto del piano pre-esistente, demolito transitoriamente per problemi di cantiere, per una maggiore chiarezza sul futuro di quella meravigliosa passeggiata che consentiva a tutti un’impagabile vista mare. Dopo essermi rassegnato alla perdita della caratteristica passeggiata in testa al molo avevo ricevuto ampie assicurazioni da un titolato assessore che solo adesso, alla luce dei fatti, posso affermare che mi prendeva letteralmente per i fondelli.
Naturalmente qualche dubbio mi assillava ogni tanto ma, viste le accurate attenzioni che si ponevano nei confronti di una semplice lapide (dedicata a Leopoldo II), credevo nel finale ripristino della pre-esistente situazione soprattutto nell’interesse di chi l’aveva auspicata (la gente). Oggi i fautori del ripristino della lapide, perchè non parlano? Ricordo inoltre quell’impegno che essi spendevano nel presentare il progetto Begnotti come scenario giusto per la definizione dei lavori del molo. All’Associazione Amici del Giglio rivolgo una domanda: ma dove siete finiti?
Voglio tentare un ultimo appello rivolto agli amministratori della Giunta. Questo è un invito che io mi sento di fare come un qualsiasi gigliese che vuol evitare questo scempio portuale, indirizzato alla sensibilità degli amministratori di maggioranza, soprattutto a coloro che sono impegnati nella salvaguardia della cultura e delle tradizioni locali: rivedete i vostri piani, rivisitate il progetto del molo e ripristinate la situazione che riporta quest’opera alla bellezza iniziale affinché la gente possa continuare a fruire di un luogo pieno di richiami al passato ma di inequivocabile pregio turistico.
Spero che la mia supplica non rimanga inascoltata acciocché il molto di levante, visto il granito speso e l’elevazione della struttura, non diventi un muro di berlino!
Credetemi, sono sconcertato nel vedere una trasformazione di questo genere!
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