PD ISOLA DEL GIGLIO

PER MANTENERE LE NOSTRE TRADIZIONI LA LEGGE VA MIGLIORATA O CREATO UN PROGETTO DEDICATO

In seguito alla lettera di Angelo, che ringrazio per aver sollevato l’ attenzione verso un argomento tutt’altro che secondario, ho atteso qualche commento e, soprattutto, un ulteriore riscontro oggettivo, che è pervenuto a questo giornale dalla Capitaneria di Porto, per procedere con una breve considerazione sulla tematica.

I risultati del controllo non hanno fatto altro che confermare quanto pensavo.

Premetto che come riferimento non voglio prendere le azioni illegali, verso le quali siamo tutti contrari, e che sono responsabilità di chi le compie e alle quali si oppone da sempre l’ operato delle forze dell’ ordine. Azioni illegali che, però, potrebbero essere rese più o meno difficoltose da compiere in base proprio alla normativa vigente, se questa cioè, nella pratica, è chiara e sufficiente e pone limiti lontani, oppure se invece risulta offrire il fianco a chi intenda superarla, o se già in alcuni casi non garantisce tutti in egual modo.

Il problema, purtroppo, è che in riferimento a ciò che a noi isolani sta più a cuore sulla pesca, è che la normativa vigente permette o rende possibili tipi di pesca ed azioni che vanno a totale svantaggio della piccola pesca locale, ovvero a danno della micro economia locale e soprattutto delle nostre tradizioni più consolidate. Questo fatto, che a questo punto diventa oggettivo, mette una pietra tombale sul pensiero secondo il quale con la Legge attuale si risolvono tutti i problemi. In altre parole è chiaro che la Legge attuale pare non bastare più.

Lasciamo perdere la tematica ambientale sulla quale abbiamo tutti disquisito fin troppo, dando per scontato, almeno, che più massicci sono i prelievi (di pesce in questo caso) e maggiore è la pressione ambientale sul sistema.

Mi hanno fatto riflettere ancora una volta le parole di Bruno Begnotti, che ha commentato il primo intervento di Angelo Galeotti, affermando: “….Di più, la piccola pesca locale, voce non secondaria nella storia del Giglio, va promossa e diffusa non solo come utile svago per ogni età, ma anche, fra i giovani, come mezzo per tornare a conoscere il mare e quindi a difenderne, naturalmente, integrità, uso e tradizioni.”

Allora, se riteniamo che la piccola pesca locale sia un bene da tutelare e addirittura da diffondere, non solo per l’ attività sportiva di chi la esercita, ma anche per mantenere la cultura locale, con i suoi usi e costumi, dobbiamo pensare di tutelarla rispetto agli altri tipi di pesca, più “invasivi”, tuttora ammessi.

La politica nostrana dovrebbe essere quindi corretta interprete delle esigenze e delle priorità locali al fine di farci raggiungere l’importante obiettivo del mantenimento delle nostre usanze locali,con scelte precise e talvolta coraggiose, anche se ormai dovrebbero essere scontate. Non facendo nulla, è molto probabile invece che la Legge sia sempre e solo modificata andando dietro altri meccanismi e altre priorità, sentendo solo le voci che su scala nazionale sono più forti e potenti di quelle di una piccola comunità che non si esprime.

Con il risultato che a mare avremo spazi (reali) sempre più piccoli per pescare, anche se sulla carta non risulta alcun divieto, e quando i nostri pescatori dovranno “sloggiare” per fare posto ad altri, lo dovranno fare in silenzio!!!!

Concludo l’ intervento ringraziando ancora una volta la Capitaneria di Porto per la sua professionalità e per il lavoro che da sempre svolge per tutelare mare, ambiente e persone, che consente a tutti noi di avere un riferimento fondamentale sia per la nostra vita quotidiana, ma anche per i nostri ragionamenti al fine di migliorare le Leggi o le semplici opinioni.

Il Segretario, Stefano Feri