Mi scuso con i lettori di GiglioNews per la mia prolungata assenza dovuta, si ricorderà, a vicende giudiziarie concluse con l'affermazione del principio che, in un sistema democratico, chi pretende di interessarsi di fatti collettivi e di parlare a nome degli interessi di molti, deve anche possedere un minimo di intelligenza per capire che deve essere disponibile ad essere anche preso (o presa) in giro. E questo indipendentemente da ogni tipo di convincimento personale in tema di protezione ambientale.
Ciò premesso, cambiamo discorso e parliamo di quel direttore di manicomio che, in una famosa barzelletta, spiega ad un ispettore che non si poteva staccare un matto attaccato al soffitto perché convinto di essere un lampadario, altrimenti sarebbero rimasti al buio!
Effettivamente può capitare, a chi vive prolungatamente in un ambiente intriso di convinzioni balzane ed errate di convincersi che tutto sia normale così. Così è capitato a me in materia di discussioni sul Parco (terrestre o marino). Ebbi un sussulto una sola volta, parlando al telefono con un mio amico gigliese (che, per non fare nomi, lavora in banca a Castiglione della Pescaia), che fece un'analisi e dei ragionamenti tali che, per un momento, mi fecero pensare che certe cose di cui io ero da sempre convinto, fossero giuste. Ma rimase un episodio isolato.
In questi giorni, leggendo l'ultimo libro di Mario Tozzi, intitolato "Nel nome del Parco", dove racconta la sua esperienza di presidente dell'Ente Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, sono stato però addirittura sconvolto, proprio perché non più abituato a sentire tante considerazioni vere, giuste e intelligenti sull'isola del Giglio (e non solo) raccontate tutte insieme. Meno male, la lettura di questo libro mi ha salvato, stavo per fare la fine del direttore del manicomio; (solo per pura combinazione il libro comincia con l'aneddoto dei sindaci dell'Elba che volevano denunciare Mario Tozzi appena arrivato perché aveva dichiarato che erano loro da ricoverare in manicomio).
Nonostante il contenuto del libro abbia, a mio avviso, valenza di verità evangelica, ne sconsiglio vivamente la lettura all'attuale sindaco del Giglio, agli attuali amministratori di maggioranza e a tutti i Gigliesi che li hanno votati (butterebbero via nove euro); tanto se quelli che sono i veri interessi dell'isola e dei Gigliesi non lo hanno capito finora, non lo capiranno più. Forse è necessario, come sostengono alcuni, che si tocchi il fondo, per poi ricominciare a salire. Anche se altri, come il mio amico di prima (quello che lavora in banca a Castiglione) è convinto che i Gigliesi (non tutti, il 63,9%) una volta toccato il fondo sarebbero capaci di continuare a scavare (e, visto che il granito è duro, dubito inoltre che Tozzi presterebbe loro volentieri la sua piccozza).

SIBILOT