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IN RICORDO DI CATERINA BAFFIGI ULIVI
I morti sono morti ed anche solo per questo vanno amati ed onorati, da chiunque.
Non conoscevo, affatto, Baffigi Caterina, quando l’ultra ottantenne, m’ha spedito una lettera gentile e delicata, fatta di belle parole e di riconoscenza, per quel che avevo scritto, in morte del marito, che pur non conoscevo, ma di cui tanto avevo letto su quanto di buono aveva fatto nella vita e per il Giglio.
E poi, nel confermare un’indiretta parentela con mia figlia, attraverso la suocera, Natali, m’invitava ad incontrarci quest’Estate, per illustrarmi più copiosamente, i pregi e le virtù di Beppe Ulivi, che, Sindaco ventenne, con rara volontà e pari impegno, aveva trasformato, da agricolo a “turistico”, il suo amato “scoglio”.
M’avevano, assai colpito le sue parole scritte, che, semplici ed alate, ben “illustravano” un carattere buono e delicato siccome ha scritto, quasi piangendo, una cara amica, con cui, da bimba, aveva anche giocato.
E, per questo, ero curioso di conoscerla senz’ansia, al mare di Campese od al Castello, per farmi raccontare nei dettagli la vita sua e quella del su’ “Beppe”, con cui avea pressoché vissuto un tempo semieterno.
Sono, quindi, convinto che, il grande affetto e la consuetudine d’una vita, trascorsa insieme, mancando all’improvviso, l’abbiano vinta, fragile e minuta quale era, e che il crepacuore abbia accelerato il ricongiungimento con l’amato sposo, dipartito, cui tanto, con l’anima, anelava.
Caro Gian Piero (giusto appena sei stato pluridecorato), anche se non hai rimato, come al solito, le tue frasi scritte in suffragio di Caterina, devo dire che mi sono piaciute, ancor più perché inattese ricordando che una volta mi avevi risposto, su mia precisa domanda che non l’avevi mai conosciuta._ Io invece questa fortuna l’ho avuta, ma non è stata casuale, l’ho cercata insistentemente dopo aver letto per la prima volta i suoi scritti pubblicati su giglio news, ricordo anche con l’aiuto di Giorgio Fanciulli._ Quelle paginette così leggere, semplici, quasi parlate anzi sussurrate, come poi il suo libretto “Le Mammafette”, mi richiamavano immagini e ricordi amorevoli profondamente incisi nella mia memoria, riempita dai racconti di mia Madre, di mio Nonno e dei miei Zii. La incontrai, finalmente, 5-6 anni fa in occasione del concerto che tenne all’interno della chiesa del porto il violista principe Uto Ughi, e da allora non mancarono mai le mie visite nella sua casa del Campese a due passi dalla spiaggia e della Torre, ogni volta che ero presente all’Isola e anche nella loro casa romana._ La sua accoglienza insieme a quella di Beppe era piena di calore e ispirava sentimenti familiari, così con naturalezza, come se ci conoscessimo da sempre._ Le sono stato vicino, fin dentro al cimitero del Castello quando pochi mesi fa se ne andò Beppe e spero di accompagnare le sue ceneri, insieme ai Gigliesi e a sua figlia Loredana, quando tornerà ad essere al fianco del suo amato marito.