Ipotesi di nomi per le 6 piattaforme
LE SEI PIATTAFORME DEL GIGLIO - COSA VUOLE L'ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEMORIALE DELLA CONCORDIA
1 - REJ MORENO – LA PIATTAFORMA DEL RE Questa, sarà scelta fra le piattaforme più grandi e più centrali dell’immersione sul Memoriale. Sarà dedicata a tutti i Professional Divers del mondo caduti sul lavoro e a tutte le vittime dell’attività subacquea complessivamente intesa. Pur avendo L’Associazione idee molto precise sulle modalità con le quali questa memoria dovrà essere conservata e celebrata, nel rispetto delle opinioni di tutti, riserviamo questa parte della discussione a quando sarà acquisito il rispetto e la tutela del Memoriale.
2 - ACADEMY - LA PIATTAFORMA DELLA SCIENZA Questa piattaforma sarà scelta dalla comunità scientifica internazionale in base a criteri di idoneità al migliore utilizzo per la sperimentazione e la ricerca in ambito subacqueo nei diversi campi (medicina, biologia marina, geologia, sismologia, climatologia, ecc) nei quali tali attività vengono costantemente sviluppate.
3 - GYMNASIUM - LA PIATTAFORMA DELLO SPORT Gymnasium sarà una vera e propria palestra subacquea aperta ai club e alle scuole civili e militari che ne faranno richiesta sia per le fasi conclusive di addestramento che per gli esami in acque libere utili al il rilascio dei brevetti e dei diplomi. Una opportunità per accompagnare in sicurezza gli allievi non ancora abilitati alle immersioni in autonomia in acque libere. In particolare gli aspiranti commercial divers, in addestramento presso le loro scuole di riferimento, potranno simulare molte delle attività proprie del lavoro subacqueo su una vera e propria piattaforma. Una attività così importante che potrà nel futuro sviluppare all'Isola del Giglio un proprio Liceo di Diving.
4 - FACTORIES - LA PIATTAFORMA DELL'IMPRESA Factories resterà a perenne ricordo dell'impresa industriale subacquea del recupero del relitto e rappresenterà la storia di tutte le fasi dei lavori, i nomi e i loghi delle imprese e associazioni coinvolte e un pannello con i nomi le nazionalità e le professioni di tutte le persone che parteciparono alla programmazione, gestione e finanziamento della colossale impresa e che abbiano l'orgoglio di voler essere ricordate per questo lavoro.
5 - CONCORDIA GIUSEPPE GIROLAMO - LA PIATTAFORMA DEI CADUTI NELLA TRAGEDIA Questa piattaforma ricorderà per nome e nazionalità tutte le persone rimaste uccise nella tragedia del naufragio. Il ricordo delle vittime della tragedia. Siamo convinti che in circostanze così drammatiche gli atti di eroismo furono più d'uno, sia fra i passeggeri che fra il personale dell'equipaggio. Vogliamo che Giuseppe Girolamo li rappresenti tutti e stiamo lavorando perché la nostra equipe di storici possa ricostruire il più grande dettaglio possibile del tragico evento, anche per accertare quali altri atti di eroismo ci furono perché non vengano taciuti dalla volontà di quei pochi che al momento vorrebbero dimenticare e cancellare l'accaduto.
6 - HISTORY - LA PIATTAFORMA DELLA STORIA Sopra History poggerà un pannello con la sintesi cronologica delle fasi e delle informazioni sull'accaduto. Dal famigerato inchino, alla collisione con lo scoglio delle Scole, lo sbandamento e la rotta di deriva della nave, lo schianto su Punta Gabbianara, l'evacuazione del relitto, l'intervento immediato e successivo degli isolani nei primi soccorsi, dati con tempestività e abnegazione e con impiego dei natanti e mezzi da parte dei cittadini privati, con anche la straordinaria accoglienza, data poi a terra, alla sterminata moltitudine dei naufraghi superstiti, le fasi del recupero, i protagonisti che vi furono impegnati.
Tutto quanto descritto a mare dovrà essere illustrato e documentato nel Museo del Memoriale dove anche chi non intenda fare immersioni possa documentarsi sul Memoriale stesso.
Qualche notizia confortante a sostegno delle nostre opinioni espresse e riespresse nei nostri commenti. http://www.lettera43.it/attualit/concordia-piattaforme-al-giglio-potrebbero-servire-al-turismo---la-notizia_43675149045.htm ; Genova, (askanews) - Non bisogna smantellare le strutture d'acciaio subacquee costruite sul fondale dell'Isola del Giglio per recuperare il relitto della Costa Concordia. E' l'appello al Ministero dell'Ambiente lanciato dal sindaco del Comune toscano, Sergio Ortelli, durante un convegno all'Acquario di Genova.Le piattaforme realizzate sul fondale dell'isola dal consorzio Titan Micoperi per raddrizzare la nave e rimuoverla stanno infatti favorendo lo sviluppo di un habitat artificiale nel quale molte specie di pesci trovano riparo, che potrebbe diventare una meta per il turismo subacqueo.'Credo -ha spiegato il primo cittadino- che questa barriera artificiale possa favorire il ripopolamento ittico e diventare un volano turistico per riprenderci quella serenità economica che è stata in qualche maniera compromessa in questi ultimi 35 mesi'.Ad appoggiare la proposta del sindaco toscano, alcuni tra i massimi scienziati, tecnici ed esperti italiani di biologia marina e scienze ambientali come Riccardo Cattaneo Vietti, professore di ecologia dell'università politecnica delle Marche: 'Naturalmente va pulito il fondale dal materiale che si può togliere, ma le strutture in acciaio potrebbero benissimo essere lasciate lì e potrebbero diventare una zona di interesse sia scientifico sia anche di turismo subacqueo'._ Altri articoli su http://www.today.it/cronaca/isola-giglio-barriere-costa-concordia-turismo.html
"Visionario superiore a me"? Troppa grazia, Gian Piero. Penso con rispetto e ammirazione agli innumerevoli veri piccoli medi e grandi "visionari superiori" che in questi secoli passati senza luce notturna e soprattutto senza computer internet e GiglioNews hanno fatto conoscere e apprezzare il loro genio creativo in tutti i campi del sapere e dell'arte e hanno contribuito a far sviluppare il mondo. Mi sono solo limitato, Gian Piero, da pensionato sensibile ai problemi che mi circondano ad osservazioni di opportunità per il Giglio e la sua Gente affinchè non lascino decadere per il prossimo futuro questa straordinaria e del tutto inattesa notorietà che il destino ha loro concesso anche se a causa di un evento disgraziato come il naufragio Concordia. Saluti affettuosi e di stima.
L E C O R N A D E L “T R I L E M M A – G A B B I A N A R A” : “F A R E P I A Z Z A-P U L I T A”; “L A S C I A R E I N P I E D I L E P I A T T A F O R M E”; O V V E R O “R E A L I Z Z A R E U N S O G N O F A T T I B I L E” Caro Attilio, non può essere che uno come il sottoscritto, che, per tutta la vita ha fatto, quasi per vocazione, il volontario (per il sangue, per gli Alzheimer, per i diritti dell’uomo e per il mazzinianesimo), lasci un amico, da solo, a percorrere una strada impervia quale quella da te intrapresa. Quindi, se non altro per solidarietà, cercherò di darti una mano, allo scopo di vedere come potrebbe realizzarsi il tuo “incredibile” sogno (ritengo i visionari persone “superiori” e t’assicuro che tu, non è una “captatio benevolentiae”, sei, almeno per me e per la “questione” Concordia, una persona visionaria e superiore). Premesso che, secondo una mia modesta valutazione, siamo ormai giunti ad un punto di non ritorno, che implica, alternativamente, la “realizzazione” coatta della cosiddetta “tabula rasa” di quel che rimane dell’immenso cantiere, ovvero l’edificazione, “in sito Gabbianarae”, di manufatti prospettici ed avveniristici del tipo che tu hai “osato” proporre, entrambe estremamente costose, non resta che valutare economicamente dove, in un caso o nell’altro, si va a finire, e cosa implichi, invece, lasciare ogni cosa al suo posto senza alcun intervento demolitore, in un ottica prettamente localistica quale è, nella fattispecie, quella gigliese. Ebbene, se si smantella, da cima a fondo, quel che resta sopra e fuori della superficie dell’acqua, del “nido” di ricovero del relitto, si avranno, da una parte, costi rilevantissimi a carico della sola Costa Crociere al cospetto di un malessere generale della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica gigliese, e dei subacquei di Ravenna, ma anche, dall’altra, un ritorno di natura economica per la società armatrice, attraverso il recupero del materiale di risulta. E questo, mentre la Municipalità e le altre “espressioni” istituzionali dello Stato centrale e periferico, non dovranno sborsare una lira. Risultato, similmente replicabile anche soprassedendo dall’effettuare la “pulizia totale”; lasciando cioè quel che residua (doverosamente arricchito almeno di una targa ricordo e d’una croce, quali “memento” d’una tragedia e d’un opera navale senza precedenti), magari sottoponendolo, di tanto in tanto, ad un po’ di manutenzione, onde fronteggiare gli immancabili “attacchi”del tempo che trascorre, assieme all’usura degli agenti atmosferici e del mare. Insomma, visto che, alla fine, i risultati, di fatto si equivarrebbero, non rimane che serenamente prendere in considerazione il valore residuo del manufatto, e ponderare se sia giusto o meno “abbandonare” questo patrimonio ad un’immancabile consunzione, invece di cercare di valorizzarlo, facendolo, come si usa dire, “fruttare” al meglio. Personalmente ritengo che l’opera andrebbe, senzaltro, valorizzata al massimo, cercando d’ottenere ogni risultato potenzialmente realizzabile, n termini sia di servizi che di strutture aggiungibili (vedi, ad esempio, la teleferica per il Castello, alla stregua di quanto i Capresi, a suo tempo, hanno fatto) ovvero di locazioni di varia accoglienza, quali sedi di ristoro e di attività finalizzate al tempo libero, di tipo turistico- escursionistico e non. A questo punto, però, insorge, ineludibile, la questione delle risorse atte a dare corpo alle tue idee, caro Attilio, abituati come siamo i in Maremma a non sprecare alcunché. Concludo, quindi, affidando il mio ed il tuo indomito ottimismo, assieme a quello di Pietro (sempreché mi consenta d’accostarlo a quest’idea), a due strade, entrambe percorribili: contare sul “cospicuo”, ancorché dimidiato, rimborso dei danni d’ogni tipo, subiti dalla Comunità; oppure, su iniziative responsabilmente attive del Comune, atte a ricercare ed individuare, società in grado di realizzare grandi iniziative di “project financing”, contando d’ottenere il rientro dai costi, nonché l’aggio auspicabile, tramite modesti contributi pubblici locali, l’ausilio di leggi agevolative dello Stato e della Comunità Europea, ma, soprattutto,attraverso un sostanziale “ritorno” economico da parte dell’utenza paesana e di quella “foresta” e turistica.
Mah, Pietro, a parte il fatto che la devono ancora inventare una batteria a corrente alternata e consapevole che tu vedi qualsiasi altro potenziale cantiere di operai e mezzi navali davanti a Punta Gabbianara come l'acqua santa vede il diavolo, perhè, data la potenzialità informatica dimostrata da GiglioNews come illustrato in altro post nell'occasione dell'evento Concordia, potenzialità che rischia rapidamente di scemare man mano che ci si allontana temporalmente dalla punta di interesse che ha suscitato sul momento suddetto evento, perchè dicevo non cercare di stimolare questo brillante giornale online locale a organizzare in forma diretta un apposito concorso di idee a livello internazionale sulla migliore possibile riutilizzazione delle piattaforme subacquee e quant'altro? Saluti.
Lo vedi Attilio che la tua macchina è alimentata da batterie a corrente alternata !!!
E comunque, Pietro e Gian Piero, ritengo che la prima opzione, quella della rimozione delle piattaforme, sia da considerare, a questo punto, soltanto virtuale. O le piattaforme, infatti, venivano eliminate subito dopo la rimozione del relitto Concordia, come programmato dalla convenzione contrattuale iniziale, a cantiere di Punta Gabbianara ancora predisposto e attrezzato, oppure, dopo ormai quasi mezzo anno a cantiere dismesso con le vacanze natalizie vicine e la stagione di punta invernale ormai prominente, penso sia del tutto improbabile che suddetta operazione terminale e tutto sommato di contorno, onerosa e praticamente inutile, venga effettivamente realizzata. Saluti.
Pietro e Gian Piero, lo ripeto ancora. Un investimento anche se forzato in condizioni di necessità ed emergenza per il caso Concordia di centinaia di milioni di euro come quello rappresentato dalle piattaforme subacquee non è pensabile che venga abbandonato lì a declinare e disperdersi in preda a pesci alghe e sub curiosi lì come e dove si trova nelle profondità di Punta Gabbianara secondo i pur nobili e apprezzabili desideri e convinzioni vostri o dell'Associazione di Ravenna. Quindi delle due l'una: o si fa un altro cantiere marittimo ultramilionario per la loro asportazione e rimozione definitiva come originariamente previsto nel progetto iniziale di rimozione concordato tra la Società Armatrice e il Governo dell'epoca o se ne fa uno diverso allo scopo di una loro riutilizzazione per altra funzione diversa rispetto a quella già svolta per il sostegno e la rimozione del grande relitto. Sinceramente non riesco a intravedere altre possibili opzioni. Saluti cordiali e buona Domenica.
Sui fraintendimenti "saltuari" che inserisci nei tuoi commenti e che non mi stupiscono più, caro Prof, ti ha risposto il buon Calchetti _ In verità però in parte è vero quello che dici , INTANTO, mi accontenterei di mettere delle tabelle descrittive degli avvenimenti Concordia ............ perché significa che le piattaforme non saranno state rimosse !!!
Caro Attilio, per favore, non prendere cappello. Non lo prendere perché ritengo che tu mi abbia, in "buonissima" fede, frainteso. Comunque, acciocché tra noi non rimangano in piedi equivoci di sorta, alle cose che ho già scritto, aggiunto quanto seguei: 1° Per quanto riguarda la "titolazione" delle piattaforme, suggerita dai Ravennati, ancprché la ritenga sostanzialmente pleonastica, non è che abbia opinioni contrarie (fatto salvo il fatto che, per le stesse motivazioni che mi hanno visto dissentire circa l'attribuzione del Gonfalone d'argento e la petizione per ril conferimento della medaglia d'oro al giovane musicista Girolamo, ritengo che l'aver, doverosamente, ceduto ad un bambino il posto sulla scialuppa di salvataggio non abbiano evidenziato meritii tali da meritargli l'onore dell'intestazione d'alcunché alla memoria); 2° Quello che mi infastidisce dei Ravennati è, invece, che, animati da una vis operandi che pure gli fa onore, non riescano a stare al loro posto, lasciando aii Gigliesi il diritto d'iniziativa gli gli spetta; 2) per quel che riguarda le tue bellissime idee in merito a ciò che si potrebbe realizzare sulle piattaforme una volta "salvaguardate", e su tutto ciò che, partendo da esse, sopra e sotto la superficie del mare, ne potrebbe seguire, ivi compresa lai teleferica, pur rimanendone affascinato, poiché sono strutturalmente sparagnino, non posso che prefigurarne un inevitabile "rimando" a dopo che il Comune avrà ricevuto un cospicuo rimborso danni. Tutto qui! Per il resto, un fraterno saluto ed un abbraccio.
Cari Pietro e Gian Piero, 1 ettaro (due campi di calcio) di piattaforme subacquee d'acciaio a ridosso della costa del Giglio, autentico gioiello della tecnologia marittima italica, costate parecchie decine di milioni di euro che sono state capaci di sostenere un peso gigantesco quale quello del relitto Concordia fino al suo definitivo allontanamento e sul quale stanno perdendo la faccia istituzioni governative e locali impantanate nell'immobilismo più totale vi accontentate di accreditarlo con una targa alla memoria e una croce? Ma allora ben vengano le fantasiose idee nominative dell'Associazione Ravennate del Memoriale e perché no anche quelle futuristiche a base di teleferiche e musei sommersi del sottoscritto! Saluti
TRE ANIME IN UN NOCCIOLO Caro Pietro,visto che, ormai, io, te ed Attilio siamo sostanzialmente considerati "tre anime in un nocciolo" in merito all'auspicata sorte della Gabbianara, non posso, se non altro per spirito di parte, che plaudire a ciò che hai testé "detto" ai Ravennati in merito alla eventuale "titolazione" delle piattaforme (che, tra l'altro, a me non piace come iniziativa in sé, siccome soprattutto non piace, ed i motivi li ho già esplicitati, la possibile dedica d'una di queste al giovane musicista scomparso, Girolamo, impostata, alla stregua del "Gonfalone d'Argento" e della petizione per la "Medaglia d'oro al merito civile", sulla demagogia e su motivazioni sostanzialmente improntate ad un modo di fare e d'agire tipici della politica localistico-regionale). Ora, comunque, a prescindere dalle opinioni personali, ritengo doveroso affiancarmi alla tua posizione nei confronti di coloro che pure hanno avuto l'idea del Memoriale, mentre noi, pensando più in piccolo, magari ci accontenteremmo di tutelare le strutture residue del cantiere e di apporre una croce ed una targa ricordo alla memoria, fatte salve, ovviamente, le idee, per così dire, avveniristiche di Attilio, che, se il Comune ricevesse anche la metà della metà dei 350 milioni di Euro, auspicati come risarcimento alla Comunità, potrebbero pure essere realizzate. Detto questo, per chiudere, aggiungo solo che vanno pure bene i "gemellaggi" e le occasioni della "galloria" celebrate con iniziative tipo quella di "GiovinBacco", ma altra cosa è quella di comandare in casa d'altri, spossessando i Gigliesi delle loro specifiche potestà decisionali in merito a "cose" che, di fatto e di diritto, sono, purtroppo, diventate, loro malgrado, grazie al loro altruismo ed alla loro solidarietà, d'esclusiva spettanza locale. Gli amici subacquei romagnoli, si diano, quindi, una calmata e stiano al loro posto, tenendo a freno, con qualche buona dose di Valium, i loro "bollenti spiritii"" e le loro assai feconde fantasie, pronti, come sembra, a cavalcare ogni e qualsivoglia occasione di far clamore e di farsi pubblicità. Nello specifco, inoltre, non ci sono "kermesse" da celebrare, perché, semmai, c'è da chiudere, nel modo più dignitoso possibile, un evento funebre da non dimenticare.
L’idea mi potrebbe anche piacere, in prima istanza, visto che sono un sostenitore (mi sia consentito almeno di affermare “della prima ora”) della conservazione delle megastrutture sul fondale nei pressi della Gabbianara._ Pensare però che i Gigliesi non siano in grado di decidere il contenuto di una eventuale trascrizione sulle piattaforme, “a memoria” dell’evento Concordia, che hanno vissuto in prima persona i Residenti dell’Isola, mi pare un tantinello velleitaria e comunque poco rispettosa della popolazione locale.