Dal 1 al 3 novembre 2012, volontari della LAC (Lega Abolizione Caccia) e di TerrAnomala si sono recati sull'Isola del Giglio per monitorare l'attività venatoria nel periodo di migrazione autunnale dell'avifauna.
Nelle vicinanze di alcuni sentieri secondari sono state trovate delle trappole sugli alberi e una gabbia-trappola attiva nel bosco; sono stati visti nelle vie del comune di Giglio Porto, cacciatori con il fucile in spalla o fra le mani e altri che riponevano nell'auto in strada il fucile sprovvisto di fodero. Nella giornata di Venerdì, che prevede il silenzio venatorio, sono stati rilevati numerosi appostamenti temporanei attivi, quando, invece, avrebbero dovuto essere smontati e resi inattivi. Le mulattiere e i percorsi turistici erano disseminati di cartucce usate, che per legge devono essere raccolte e smaltite fra i rifiuti speciali. Non è mancato nemmeno un atteggiamento aggressivo e prepotente nei momenti in cui si faceva notare ai cacciatori la pericolosità e l'illegalità di questi comportamenti.
Sono stati ritrovati e disinnescati circa 120 lacci per conigli e mezza dozzina di schiacce, segno che il problema del bracconaggio contro i conigli selvatici non è ancora stato affrontato con la dovuta serietà e con una sentita collaborazione fra le istituzioni competenti, che dovrebbero informare sui metodi alternativi al bracconaggio (nella zona Parco anche finanziarli). Come già fatto notare in precedenza, le reti che riescono a proteggere orti e vigne sono state adottate negli ultimi mesi da molti contadini, ma tanti altri continuano a non considerarle, perpetuando l'uso dei cappi che strangolano i conigli, procurando loro una morte lenta e dolorosa.
Non è la prima volta che la LAC verifica tanta illegalità diffusa sull'Isola del Giglio, dentro e fuori la zona Parco. E' evidente che sono assenti i dovuti controlli, mancanza che fa credere alla maggior parte dei gigliesi di potersi comportare come vogliono e di poter ammazzare indisturbati tanti animali, senza incorrere in nessun tipo di sanzioni.
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