In questi ultimi anni sono nate sull’isola alcune belle attività culturali e ricreative da me sempre fortemente esaltate e sostenute, molto importanti da tutti i punti di vista, come il teatro, il coro ed il ballo; sinceramente nessuna di queste però, potrà raggiungere mai l’importanza che ha la banda musicale per l’Isola del Giglio.
Senza le prime avremmo senza dubbio un impoverimento culturale e sociale dell’isola ma senza la banda la perdita sarebbe, senza dubbio, assai più grave per la nostra cultura e per le nostre tradizioni, pilastri indispensabili di una società. La banda in un’isola come la nostra è indispensabile.
E’ la banda che ci accompagna, che esalta e sublima le festività civili e religiose, specialmente quelle patronali quando, nella nostra infanzia, le note di questa scaturivano la nostra “invidia” nei confronti di quelli che vincevano, che arrivavano per primi, con i quali avremmo voluto condividere quel momento glorioso, meglio ancora stare al loro posto.
E’ ancora la banda che nell’ultima nostra ora ci accompagna al cimitero (tradizione quest’ultima ormai rara) dove, al suono delle prime note, scoppia il pianto liberatorio, trattenuto a fatica.
E’ sempre durante il suono della banda infine sia nelle manifestazioni patronali e ancora meglio nelle religiose, specialmente nelle processioni, che la nostra mente, comportandosi come un computer al premere di un tasto, fa rivivere il tempo passato, specialmente la nostra infanzia, regalandoci quelle piccole ma piacevoli emozioni.
Attualmente nella banda ci sono tanti castellani quanti portolani. La nostra banda ha una lunga storia, è nata a Giglio Castello nel giorno del Corpus Domini del 1852, mentre al Porto si formò nel 1928. Consultate il libro scritto da Aldo Scotto edito dal Circolo culturale gigliese: si possono vedere delle bellissime ed antiche foto di musicanti e sicuramente ogni gigliese potrà riconoscere un parente più o meno lontano.
Venerdì Santo “sono usciti”, come si suol dire in gergo gigliese, tre elementi nuovi: un percussionista “con un orecchio sopraffino” ai piatti, Stagno Giorgio, complementare al nostro primo percussionista alla grancassa “Cavicchi” e due accompagnamenti, due tromboni, “piuttosto vigorosi e possenti” Schiaffino Libero e Baffigi Pietro.
Per la verità per quest’ultimo, ovvero per me che scrivo, è un ritorno: ho già suonato in banda e questa è la seconda uscita ufficiale.
Sembrerà strano però questi “eventi”, come ho detto prima, sono diventati importanti; in questo caso assumono un’importanza maggiore perché i tre musicanti risiedono per 365 giorni al Giglio, sempre disponibili, specialmente durante l’inverno nelle funzioni religiose e nei funerali dove riuscivamo a malapena a raggiungere il numero di 12 elementi.
Nel prossimo Corpus Domini (le nuove uscite si fanno a Pasqua o nel giorno del Corpus Domini), usciranno ancora due o tre elementi d.o.c.: vi diremo poi chi sono.
Adesso, quando la banda è al completo, arriviamo fino a 25 elementi; è un bel numero per essere un’isoletta, numero destinato sicuramente ad aumentare.
Pietro Baffigi
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