nassiriya tragedia caduti isola del giglio giglionews forza nuova
La commemorazione dei caduti di Nassiriya
logo forza nuova isola del giglio giglionews
La commemorazione dei caduti di Nassiriya

In tutti i centri abitati, che abbiano più di un secolo, si trova un luogo, un altare pagano, un centro di meditazione sulle vicende del passato in occasione delle quali, i concittadini di taluna città, hanno lasciato la vita. In tale luogo tutti abbandonano la vanagloria, la propria stizza e si concentrano spesso sui loro parenti del passato, o anche sulle persone del presente che hanno lasciato la vita in un evento che al passato rassomiglia. Parlo dei caduti delle guerre moderne dove i nemici non sono chiari e dove l'onore non esiste più. In tali luoghi tutti possono andare e meditare sulla morte. Tutti coloro che si sentono di appartenere ad un popolo e che vorrebbero renderlo libero.

Noi, Forza Nuova, di cui faccio parte, abbiamo pensato ai caduti di Nassiriya. Non siamo una fazione e non siamo una parte. Noi abbiamo reso onore ai caduti con la nostra bandiera e con il nostro affetto per la patria. Non vogliamo sentirci di parte, siamo consci che fra quei caduti non c'erano solo esponenti di Forza Nuova e della destra. Siamo consci che fra quei caduti c'erano anche uomini di sinistra. Abbiamo reso onore con i nostri colori anche a loro, i caduti di sinistra. Amiamo il nostro popolo anche quando esso non ci riconosce. Saremmo felici e daremmo il nostro apporto qualora voi, che vi opponete alla nostra espressione e alla nostra presenza, decideste di dare onore ai caduti anche con i vostri colori. Andate là, nei luoghi della memoria, e non avrete le nostre polemiche.

Crediamo che la nostra bella nazione si stata distrutta più da ogni altra cosa, dalla faziosità che è stata diffusa per scopi di arricchimento personale, cioè il malaffare e la corruzione hanno fatto propria la legge: Divide et impera; e parlo dei politici degli ultimi cinquant'anni. Così è accaduto che quando si cercava di dare alle piazze il nome dei caduti delle Foibe, una fazione si opponesse, solo perché, a buttare giù la gente viva nelle fosse, era stato un dittatore comunista. In tutte le città che volevano commemorare gli Istriani trucidati c'erano i comunisti dei centri sociali che si opponevano con cattiveria. Gli Istriani non erano tutti di destra ed io, che voglio commemorare il loro sacrificio, sono affranto per quello che hanno subito, senza soffermarmi sulla loro appartenenza ideologica. E quella cosa ancora mi brucia, ma non perché è un eccidio comunista! Ma perché era la mia gente, erano Italiani.

La faziosità vi porta all'astio, a tal punto che vi opporreste ad ogni forma di espressione libera, e di appartenenza. Certo. Ho simpatia per quel periodo storico e per i suoi protagonisti. Anche mio nonno, a Tarquinia, avrebbe potuto dire così. Quando scalzo aveva portato la sua famiglia, e mio padre, da Pesaro in Maremma. Era il periodo della peggior miseria. Gli uomini e le donne di questo paese volevano solo mangiare e lavorare, avevano visto chi, senza derubarli e senza mangiarsi i loro sogni, al ristorante (come oggi), li aveva resi liberi dando loro della terra. Mio nonno si mise a lavorare. Mio padre anche. E nacque la loro casa in Maremma accanto alla via Aurelia. Poi dopo venticinque anni fecero una trattoria per camionisti. E da lì ad oggi, quel dono, ha reso prospere quattro generazioni di persone. Solo che mio nonno era comunista. Hai letto bene, amico mio, era comunista. E non gli è stato detto di no perché era comunista, quando assegnavano la terra. Gli è stata donata la terra in base ai figli che erano sette. Oggi abbiamo nuovi nemici, oggi abbiamo nuove esigenze, ed io sono pronto a lottare anche per te che oggi non vorresti farmi uscire con la mia bandiera. Per le tue figlie e per i loro diritti messi in discussione da questo cosmopolitismo che, tu, hai tanto voluto. Oves et boves et universa pecora, senza confini.

Oggi possiamo discutere quanto ci pare sulle faziosità. Ma che hanno creato le faziosità? Nulla. I furbi ci hanno sguazzato. Se io porto a spasso la bandiera rossa tu mi apprezzi e non polemizzi su di me, non mi riconosci più. Ma quanto forte hanno sventolato tale bandiera mentre si aggiustavano le tasche? Qui al Giglio, parlo. Hanno sfruttato questa faziosità in cui sei incanalato e ci hanno sguazzato. Qualche amministratore di sinistra, mentre si cercava di bloccare l'arricchimento del privato, si sistemava la villa. Oppure si riservava un pezzo di Campese, obbligando una comunità in crescita a non avere un lungomare. Oggi noi, comunisti e non, vorremmo avere un lungomare a Campese, una passeggiata per i turisti. Ma no! Il veto! E voi tutti zitti. Oppure che mi dici della chiusura di una discoteca che avrebbe portato anche oggi una economia a Castello!? Quella cosa ipocrita che è stata fatta dove la mettiamo? L'interesse di un singolo a discapito della collettività non dovrebbe essere una filosofia di sinistra? Eppure per colpa un singolo non c'è il lungomare a Campese, e per colpa del singolo, a Castello c'è una economia spenta di turisti che intendono risparmiare. Grandi pensatori e pianificatori dell'economia dell'Isola mi inchino a voi! Grazie!

Adesso occorre rimettere mano a tali pianificazioni, nascondendo ogni ipocrisia e gelosia. E semmai un giorno capiterà che ci scontrassimo in aula consiliare, amico di sinistra, io non ti denuncerò durante la tua amministrazione. Io ti farò una opposizione costruttiva, te lo prometto. Invece, qualora io fossi un amministratore eletto, vorrei costruire un'isola più moderna e pronta, lasciandomi alle spalle ogni faziosità. Anche per noi l'interesse del singolo non conta, di fronte a quello della collettività.

Gian Luca Brizi Forza Nuova Isola del Giglio