Nel mare di sciocchezze che si sentono dire o che si leggono a proposito della crisi della corrente stagione turistica, per fortuna capita ogni tanto di leggere anche delle cose intelligenti. Come l'articolo a firma del direttore del giornale “Il Tirreno” Roberto Bernabò pubblicato domenica 15 agosto scorso, dal titolo “Turismo: non è una crisi mordi e fuggi”.
In tale articolo, dopo una ponderata analisi delle cause internazionali, nazionali e delle responsabilità anche locali della crisi dell'industria turistica, è detto: “.... Ma tutto questo non può che intrecciarsi -ed è il nodo centrale- con la difesa di quel valore che la Toscana (e il Giglio -ndr-) ha nel mondo: la forza di esprimere “l'altrove” che rappresenta il senso profondo del viaggio, della vacanza. Un altrove fatto di valori ambientali, paesaggistici, storici che sono qui, dietro ogni angolo. Un giacimento di bellezza che una politica che troppo spesso guarda al breve termine ha già rischiato da più parti di far saltare. Le discussioni attuali sul nuovo sviluppo urbanistico della regione, sui porti eco-compatibili, sulla tutela di aree di immenso pregio (vedi il caso Capalbio di questi giorni) sempre lì ci riportano. Alla necessità di difendere una ricchezza naturale che, nei tempi lunghi, resta l'unico autentico patrimonio.....”.
Quindi, anche se la stagione turistica che va a concludersi è sicuramente la peggiore degli ultimi anni, i Gigliesi possono continuare a sperare. La pressoché totale integrità del patrimonio naturale dell'isola rimane una garanzia per il nostro futuro. Un tesoro che, ora più che mai, deve continuare ad essere tutelato e conservato in cassaforte. Occorre soltanto che i Gigliesi (non tutti, il 63,9 %) riescano a capire che le chiavi della cassaforte si chiamano Parco e Area Marina Protetta.
Armando Schiaffino
La crisi turistica
Autore: Armando Schiaffino
2 Commenti
... credo che sarebbe sufficiente analizzare attentamente le insoddisfazioni e/o le richieste degli ospiti e degli abitanti per avere lo spunto su dove migliorarsi e offrire alla popolazione (cittadino e turista) quello che serve per aumentare la voglia di rimanere o di venire al Giglio.
Penso che migliorare quello che già abbiamo, sarebbe un bel traguardo e con poco si potrebbe raggiungere un buon risultato.
Una cosa molto importante è pensare alla popolazione stabile che, a mio parere, è la risorsa che tiene in piedi la macchina Giglio.
“… pensiamo sempre alla meta senza goderci mai il viaggio per raggiungerla!”
Alessandro Brizzi.
Signor Schiaffino, ma è proprio sicuro della bontà dell'analisi del Direttore del Tirreno? Se fosse così in inverno a Giglio ci dovrebbero essere un sacco di turisti che invece vengono solo d'estate per godere dello splendido mare gigliese. Signor Schiaffino non sia troppo sicuro delle sue e delle altrui conclusioni impostate su una visione elitaria della conservazione della natura basata sul concetto che ormai io la casa ce l'ho e gli altri mi danno fastidio. Io credo, non sono sicuro al contrario di lei, che l'uso del territorio a fini turistici non possa portare che benefici economici e forse se il modesto calo delle presenze c'è e c'è stato forse i prezzi sono troppo alti, forse perchè le offerte turistiche estere sono migliori o forse perchè al Giglio passato il momento del mare poi ci si annoia. Secondo me tutte le motivazioni sono valide per giustificare il calo, ma non quella che se si consuma il territorio dopo non verrà più nessuno. Mi dia retta basta che non si consuma il mare e le coste il turismo al Giglio ci sarà sempre perchè non si viene in villeggiatura al Giglio per ammirare le "coti" di granito o i carugi del Castello o le false pinete impiantate nel dopoguerra, ma ci si viene, lo voglio ribadire, per il mare e per le sue coste quindi questo ecosistema tuteliamolo a dovere perchè quello è il motore del turismo, a parere mio. Se, come dice, il Giglio è ancora totalmente integro malgrado l'espansione edilizia degli anni passati significa che i gigliesi sono in grado di tutelare il loro patrimonio naturalistico quindi lasci perdere il Parco che è solo uno stipendificio partitico ed un inutile carrozzone capace solo di generare difficoltà burocratiche ulteriori rispetto alle attuali.
Arturo Baloceri